Dalla Scilabra ad Agnello | Crocetta e l'arte del riciclo - Live Sicilia

Dalla Scilabra ad Agnello | Crocetta e l’arte del riciclo

Roberto Agnello è stato nominato come consulente di Lucia Borsellino. E' solo l'ultimo caso di ex assessori in qualche modo "ripescati" dal governatore negli uffici di gabinetto o col ruolo di "esperto" esterno.

PALERMO – Il Crocetta-bis? È ancora lì, nonostante il “ter”. A guardar bene, le impronte dei precedenti governi di Rosario Crocetta sono andate mai via da quelle sale. Dai palazzi del potere, dai corridoi degli assessorati. Dalle stanze che contano. Roberto Agnello è stato assessore all’Economia per una manciata di mesi. Scelto dall’area del Pd che fa capo al deputato Giuseppe Lupo, è stato “sacrificato” sull’altare del nuovo esecutivo. Quello di “alto profilo”. Quello della svolta. Ma come accaduto per tanti altri, l’uscita di scena di Agnello è solo una “finta”. L’ex assessore è tornato presto in scena. Cambiando ruolo (nettamente ridimensionato, ovviamente). Cambiando abito. Agnello è infatti il nuovo consulente dell’assessore alla Salute Lucia Borsellino. Dovrà fornire un “supporto all’attività politico-amministrativa nell’ambito di quanto statuito con decreto del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze del primo marzo 2013”, e riguardante la “definizione dei percorsi attuativi della certificabilità” e una mano a “diffondere la cultura dei controlli amministrativo-contabili nel Ssistema sanitario regionale”. Un incarico che “frutterà” all’ex assessore poco più di duemila euro per un mese. Fino al 31 dicembre. Con le feste in mezzo. Duemila euro al mese. Tanto costa l’operazione di “riciclo” della professionalità dell’ex assessore.

Un po’ più economica di quella servita per “ripescare” dal Crocetta-bis un altro assessore. Tra i più esposti, criticati e difesi nei mesi scorsi. Lo stesso governatore avrebbe protetto fino alle estreme conseguenze Nelli Scilabra, ma ha dovuto, alla fine, piegarsi alle pressioni dei partiti. Agli obblighi della real politik. Ma ovviamente, anche nel caso di Nelli Scilabra, non poteva essere gettato via “il grande patrimonio politico”, disse il presidente, rappresentato dalla studentessa che guidò la Formazione siciliana. Così, dopo qualche giorno di pausa e riflessione, anche Nelli è tornata nel Palazzo. Per lei, ruolo di di capo della segreteria particolare del governatore. Il compenso? Al momento è un mistero. Visto che il sito ufficiale della Regione non pubblica né la nomina, né lo “stipendio” dei componenti dell’ufficio di staff. Come imporrebbe la legge. E nonostante le nomine della Scilabra e di tanti altri gabinettisti – ironia della sorte – arrivassero proprio nei “Giorni della trasparenza” voluti dal governo regionale.

Alla Formazione, intanto, al posto di Nelli Scilabra è arrivata Mariella Lo Bello. Il caso del fresco vicepresidente della Regione è addirittura quello di un “doppio riciclo”. Che ha consentito di riportare la politica agrigentina che fu vicina a Capodicasa e Crisafulli, addirittura in giunta. Un mezzo miracolo, a guardarlo bene. Mariella Lo Bello infatti fu estromessa in occasione del Crocetta-bis a causa delle faide siracusane che saldarono sulla sedia del governo – prima dello scivolone in piscina – la collega Mariarita Sgarlata. Poco male. La Lo Bello divenne poche settimane dopo la nuova segretaria particolare di Crocetta. Anche lei. Dopo essere persino transitata dal Megafono (come rappresentante del Movimento viene qualificata in alcuni comunicati stampa di quesi giorni). Lei, che durante le direzioni del Pd, nei giorni in cui il partito guidato allora dall’ex nemico di Crocetta Peppino Lupo chiedeva la testa sua e degli altri assessori, si considerava “un esponente vero del Pd, più di tanti altri”.

E il filo rosso del Megafono lega un po’ di storie. Come quella che riguarda un altro dei riciclati. Pazienza se Salvatore Calleri non sapesse nemmeno chi fosse Giuseppe Alessi, per lui le porte di Palazzo d’Orleans rimangono spalancate anche dopo la fuoriuscita dalla giunta nella quale fu chiamato per sostituire Marino. Un approdo condito da una suspance da thriller: “L’assessore all’Energia lo sceglierò io, sarà un nome di altissimo profilo”, diceva Crocetta in quei giorni. Profilo antimafia, in questo caso, quello di “Presidente della Fondazione Caponnetto”. E il “titolo antimafia”, probabilmente, ha il pregio di tornare buono per tutte le stagioni. Per tutte le poltrone. Per quella di assessore, come per quella di consulente. Visto che Calleri verrà immediatamente richiamato da Crocetta come suo esperto personale. Calleri si occupa per il governatore (per lui quasi 7 mila euro lordi per un mese e mezzo di ‘lavoro’, eventualmente prorogabile) di “sicurezza e legalità su problematiche afferenti ai contratti pubblici di lavori, forniture e servizi, gare di appalto eseguiti nel territorio regionale nonché su problematiche afferenti ai beni confiscati alla criminalità organizzata”. E ci mancherebbe.

E mentre tra i corridoi di Palazzo dei Normanni, nelle settimane scorse faceva capolino anche Ester Bonafede ecco che anche Dario Cartabellotta, ex assessore all’Agricoltura, tornava buono un po’ per tutto. Per la verità, in questo caso si parla di un dirigente generale di lungo corso. Ma nei mesi scorsi, dopo la fuoriuscita dal Crocetta-bis ecco per lui una sfilza di incarichi: da quello di commissario del comune di Licata, a quello di dirigente generale alla Pesca e – per tappare un buco dopo il ‘doppio pasticcio’ Corsello-Oieni – anche al dipartimento Lavoro.

Insomma, ex assessori col paracadute. Ma non solo. Anche tra i burocrati non mancano quelli che cadono comunque sempre in piedi. Fu il caso ad esempio di Stefano Polizzotto. L’ex capo della segreteria tecnica, dimessosi dopo le polemiche su alcune inchieste che lo rigurdavano, fu immediatamente recuperato come consulente del presidente. Storia simile a quella di Salvatore Parlato, ex capo della segreteria tecnica di Luca Bianchi, dopo l’addio dell’assessore romano. Che “svincolò” anche l’allora capo di gabinetto Giulio Guagliano. Per lui fu l’inizio di un’ascesa. Fino a capo di gabinetto del governatore, oltre che amministratore unico di Resais e freschissimo commissario della Provincia di Caltanissetta. Quando quest’ultima nomina fu ufficiale, Crocetta commentò senza imbarazzo: “Quella è la mia provincia. E la gente deve sapere che quella persona risponde direttamente a me”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI