"Niente falsa perizia per i Casalesi" |Assolto il docente catanese Fichera - Live Sicilia

“Niente falsa perizia per i Casalesi” |Assolto il docente catanese Fichera

Il professore universitario fu arrestato nel 2009 dalla Dia di Napoli con l'accusa di aver alterato una perizia per far assolvere due killer della Camorra. Dopo cinque anni è arrivata la sentenza di primo grado. Il difensore: "Finalmente è stata riconosciuta l’onestà del mio assistito".

Santa Maria Capua Vetere
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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Era il 2009 quando il nome del catanese Alberto Alfio Natale Ficherà riempì i giornali di tutta Italia. Il docente universitario catanese fu arrestato dalla Dia di Napoli con l’accusa di aver falsificato dietro un compenso di denaro la perizia fonica su un’intercettazione al fine di favorire e far assolvere pericolosi killer dei Casalesi.

Oggi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere si è concluso il primo capitolo di questa lunga vicenda giudiziaria: la seconda sezione collegiale presieduta dal Giudice Rosa Stravino ha assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari e di falsa perizia aggravata il professore catanese. Il tribunale campano ha invece condannato a 11 anni di reclusione l’altro imputato Michele Santonastaso, ex avvocato del boss dei Casalesi Francesco Bidognetti e condannato per le minacce allo scrittore Roberto Saviano, per il reato di associazione di stampo camorristico , favoreggiamento e falsa testimonianza aggravata. Santonostaso e Bidognetti sono stati scagionati, invece, dall’accusa di corruzione per la falsa perizia.

Fichera non era in aula alla lettura della sentenza, ma ha accolto la notizia con un “pianto liberatorio” – racconta il suo difensore Giovanni Avila. “Finalmente – afferma l’avvocato del foro di Catania – è stata riconosciuta l’onestà del professor Fichera che da cinque anni vive un incubo, nonostante le grandi attestazioni di stima e solidarietà ricevute in questi anni”.

Ai giudici, dunque, non ha convinto la ricostruzione dell’accusa rappresentata dal pm napoletani, Sandro D’Alessio e Maurizio Giordano che in sede di requisitoria avevano chiesto alla Corte 22 anni di carcere per Santonastaso, 7 per il professor Natale Fichera e 5 per Francesco Bidognetti. Fichera – secondo la Dda di Napoli – aveva falsificato percependo un compenso di 100mila euro una perizia fonica con l’obiettivo di scagionare da un duplice omicidio Aniello Bidognetti, figlio del boss dei Casalesi a Vincenzo Tammarro. I due erano accusati del duplice omicidio Ruffano – Consiglio avvenuto nel 1999. E quel processo di primo grado nel 2002 effettivamente si concluse con l’assoluzione dei due imputati. La ricostruzione dell’accusa si basava soprattutto sulle dichiarazioni rese in tribunale da Anna Carrino, ex compagna di Francesco Bidognetti, oggi collaboratrice di giustizia che ha raccontato di aver consegnato lei stessa i soldi all’avvocato Santonastaso al fine di corrompere il professore universitario per alterare la registrazione captata in auto. Dopo l’assoluzione dei due imputati, un nuovo collegio di consulenti ha sostenuto che Bidognetti e Tamarro erano sicuramente gli interlocutori di quelle conversazioni intercettate e che, come si leggeva in una nota della Procura di Napoli diramata il giorno dell’arresto del professore catanese “la perizia del Fichera fosse affetta da gravissime incongruenze nella lettura dei dati strumentali”.

Per il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il “fatto non sussiste”. Cosa abbia portato all’assoluzione per Fichera si potrà comprendere meglio alla lettura delle motivazioni della sentenza. La Corte si è riservata un termine di 90 giorni per la deposizione.

 


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