Piano Giovani, pioggia di ricorsi | Diffida pronta, si muove il Codacons - Live Sicilia

Piano Giovani, pioggia di ricorsi | Diffida pronta, si muove il Codacons

Dopo il flop del 'click-day', pronta una valanga di ricorsi che, da lunedì, potrebbero mettere nei guai la Regione.

PALERMO– Decine di ricorsi contro il Piano Giovani arriveranno la prossima settimana sulle scrivanie del presidente della Regione Crocetta e dell’assessore per la Formazione Professionale Lo Bello. E potrebbe trattarsi soltanto della prima tranche, perché molti altri – sono migliaia i giovani rimasti esclusi dalle selezioni dei click day di luglio e agosto – potrebbero seguire l’esempio di chi ha già avviato le procedure. E per la Regione siciliana sarà un guaio enorme, soprattutto dopo che il governo di Roma ha deciso di ritirare i fondi Pac, circa un miliardo di euro, mettendo a rischio anche i finanziamenti per i tirocini del Piano.

Il documento legale che sarà spedito lunedì alla Regione siciliana da un gruppo di giovani avvocati, Francesco Leone, Gabriele La Malfa Ribolla, Simona Fell e Claudia Caradonna, diffida la Presidenza della Regione siciliana, l’Assessorato regionale alla Formazione e l’Assessorato regionale al Lavoro “all’immediato ripristino degli standard qualitativi assunti dalla Regione come prioritari e strategici e all’adozione, anche di concerto, di tutte le procedure attuative del Piano Giovani, ed in particolare di quelle inerenti la misura dei tirocini formativi” entro il termine di 90 giorni dal ricevimento della diffida. In caso contrario, verrà proposto un consequenziale ricorso al Tar “per la condanna delle Amministrazioni intimate all’attuazione di quanto richiesto”. Per conoscenza, la lettera di diffida arriverà anche a Bruxelles, al dipartimento Occupazione e Affari sociali della Commissione europea.

E sono centinaia anche i giovani siciliani che si stanno rivolgendo al Codacons, associazione per i diritti dei consumatori, per far valere i propri diritti contro la Regione e il fallimento del Piano giovani. I primi 44 ricorsi e l’atto di diffida sono stati protocollati all’Assessorato alla Formazione alla fine di novembre. Come detto, potrebbe trattarsi soltanto della prima tranche di ricorsi: lo staff di avvocati ha messo a disposizione sul sito www.ricorsoprecari.blogspot.it un modulo per partecipare, gratuitamente, all’azione legale collettiva contro la Regione. Sono migliaia, infatti, i giovani siciliani tra i 25 e i 35 anni che la scorsa estate si sono visti negare il diritto ad ottenere un tirocinio formativo di sei mesi, che doveva essere retribuito con 500 euro al mese, a causa dell’implosione del sistema tecnico progettato da Italia Lavoro ed ETT, a cui la Regione siciliana aveva affidato gli aspetti gestionali e tecnici di attuazione del Piano Giovani. Ritrovandosi piuttosto che con due click day con due flop day da gestire.

Una vera e propria Caporetto per la Formazione professionale siciliana. “La pluralità di utenti del servizio pubblico – scrivono gli avvocati nella diffida – destinatari della funzione pubblica descritta, è titolare di un interesse preciso, qualificato e giuridicamente rilevante. Si tratta infatti di utenti che rientrano nella categoria di giovani potenziali destinatari della misura dei tirocini formativi, e in quanto tali partecipanti al primo ed al secondo click day, ed in seguito o arrivati ad un primo stadio di selezione da parte dei soggetti ospitanti, secondo le modalità contenute nel bando poi revocate, oppure non ancora selezionati e, a suo tempo, in attesa del terzo ipotetico click day”. Nei mesi scorsi, lo stato di sospensione del Piano Giovani si è prolungato a tempo indefinito, “senza che – prosegue il documento – interventi della società a partecipazione pubblica regionale Sicilia e-Servizi, richieste di pareri all’Avvocatura dello Stato o nuove interlocuzioni” abbiano mutato la situazione di stallo. L’ultimo annuncio del dirigente generale del dipartimento Formazione, Gianni Silvia, indicava nei primi mesi del 2015 il tempo stabilito per la terza finestra del Piano giovani. E sembra che l’atto diffida non preoccupi l’amministrazione regionale. “Ci chiedono di agire in novanta giorni? – commenta il dirigente – Ce la faremo sicuramente”.


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