Quel presepe 'scandaloso' | dentro il cassonetto - Live Sicilia

Quel presepe ‘scandaloso’ | dentro il cassonetto

Un presepe nel cassonetto per ricordare Giorgia. Che ci spinge alla riflessione.

La Natività nel cassonetto
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Il Natale è la consolazione di chi resta, di chi si affanna a ricostruire un mondo perduto col cielo blu di cartone, la capanna di Gesù Bambino, i Re Magi che arrivano lentamente, negli ultimi giorni dell’anno, e poi sbucano appiedati per l’Epifania. I Natali dell’infanzia sono trascorsi, abitiamo già il rimpianto. Eppure, nulla come il Natale dovrebbe illuminare la gioia della nascita, la speranza del tempo presente, perché niente è più contemporaneo di colui che viene al mondo nel presepe.

Si prova un nodo di cose ingarbugliate davanti al presepe che è stato edificato sulla tomba di Giorgia, bimba abbandonata in un cassonetto a Palermo. Sono stati i ragazzi del liceo “Catalano”, sollecitati dal movimento ‘Partecipa Palermo’, a mettere insieme lo scandaloso annuncio sotto i nostri occhi: la sacra famiglia nel cassonetto. Scandaloso perché incardinato sulla disperazione della morte e sulla speranza della vita, insieme.

Si rimane immobili, in preda al turbamento, nell’osservazione. Scandalo, nella sua etimologia, significa proprio inciampo: il sasso che ferma il cammino e muove alla riflessione. In quell’arredo quotidiano, trasformato in Natività ed esposto a Villa Niscemi, la piccola Giorgia morì di stenti appena un mese fa. C’è qualcosa di più duro dell’esistenza compiuta e smarrita, c’è una storia scompaginata prima ancora di esserci. La nascita di una bambina che ha aperto gli occhi, solo per chiuderli.

Come vogliamo interrogarci, davanti al cassonetto con Gesù, Maria e Giuseppe? Cosa saremo nell’ora dell’inciampo? Possiamo passargli accanto senza riconoscere la portata della contraddizione, pensare che il bene vince sempre, che Giorgia è con gli angeli, che non sta soffrendo: preghiere semplici che ci soccorrono per sbarrare la porta al dolore. Oppure possiamo far entrare il dolore, lasciare che si accomodi con la sua verità scandalosa al banchetto del 25 dicembre, accettando la sua difficile preghiera, il suo amore reso impegnativo dall’assenza. Il dolore, questo nodo ingarbugliato di separazioni e affetti, lega la morte alla vita. E’ un sentiero nel deserto. L’amore che ne scaturisce è una strada di sassi e stelle comete, nella consolazione di chi resta.

 


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