Incassano un'indennità illegittima | Corpo forestale, il caso dei dirigenti - Live Sicilia

Incassano un’indennità illegittima | Corpo forestale, il caso dei dirigenti

Nel 2000 una legge regionale introduce il "salario omnicomprensivo" per i dirigenti. Ma alcuni di loro continuano a incassare una vecchia voce aggiuntiva per le attività di "polizia giudiziaria" da 700 euro al mese. Già nel 2003 il Cga disse: "Somma illegittima". Ma nessuno ha alzato un dito. Fino a oggi.

PALERMO – Per anni hanno continuato a incassare quella indennità. Ma quella indennità, ai dirigenti, non spettava. Eppure, nessuno ha mosso un dito. Nessuno è intervenuto per fermare una emorragia di risorse pubbliche che appare oggi come il simbolo dello spreco, della malagestione della cosa pubblica. Soldi “regalati” a cento, forse centocinquanta dirigenti. Alcuni di loro già in pensione, dove hanno “trascinato” l’effetto di questa indennità illegittima. I siciliani, insomma, ogni giorno, ogni ora che passa, continuano a sborsare questi soldi a chi non dovrebbe guadagnarli. E adesso, il danno è di almeno venti milioni.

E dire che già nel 2003 sembrava tutto chiaro. L’allora assessore all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, infatti, chiese un parere al Consiglio di giustizia amministrativa. Il caso era relativo ai “dirigenti tecnici” del Corpo forestale che, dopo l’entrata in vigore della famigerata legge 10 del 2000, sono diventati dirigenti di terza fascia. Quella legge, però, introduceva anche il calcolo omnicomprensivo della retribuzione “accessoria”. Un calcolo che avrebbe dovuto far sparire dalla busta paga dei dirigenti del Corpo forestale una indennità specifica, quella per le attività di “polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza”. Doveva scomparire, quell’aggiunta allo stipendio di circa 700 euro netti al mese. E invece, pare che non sia accaduto. E nel frattempo, sono passati quattordici anni.

Eppure, come dicevamo, nel 2003 il governo di Totò Cuffaro si pose il quesito: quei dirigenti devono o non devono ricevere quella indennità pensionabile? Così, l’allora assessore Castiglione chiede un parere al Cga. Anzi, come si legge nel parere, l’amministrazione prova a sostenere la tesi della legittimità di quella indennità aggiuntiva, dal carattere “del tutto particolare in quanto costituisce ristoro economico rispetto allo svolgimento di funzioni assolutamente peculiari, quali quelle di polizia”. Quei dirigenti erano “speciali”, perché “chiamati ad esercitare mansioni e compiti certamente non equiparabili a quelli ordinariamente svolti al personale dei ruoli amministrativi e tecnici della amministrazione”. Secondo l’allora governo Cuffaro la “indennità di polizia è tanto intimamente connesa alla qualifica da diventare quasi un elemento intrinseco alla stessa, un dato imprescindibilmente connesso alla funzione svolta”. Per il governo, per “cancellare” quella indennità sarebbe servita una legge apposita. Ma il Cga interviene in maniera netta. E chiarissima: “La legge espressamente prevede che il trattamento economico spettante ai dirigenti remunera integralmente le loro funzioni. Non vi sono elementi – concludono i giudici – che consentono di sottrarre dal principio di omnicomprensività le indennità continuative”. Pochi dubbi, quindi. La indennità “di polizia” doveva “sciogliersi” nel trattamento economico, appunto omnicomprensivo.

Che succede dopo quel parere? Nulla. Quella indennità non viene scalfita, nonostante il parere del Cga. Fino a oggi. Quando sono 73 gli ex dirigenti tecnici della Forestale ancora in servizio, mentre un’altra settantina nel frattempo sono andati in pensione. Per 14 anni, quindi, dal 2000 a oggi hanno continuato a ricevere quei 700 euro in più in busta paga. Senza che nessuno intervenisse. Circa un milione e mezzo l’anno. Circa 20 milioni di euro elargiti illegittimamente, esclusi gli interessi e la rivalutazione. Una condizione che farebbe emergere un danno erariale da dividere tra i dirigenti generali che si sono succeduti.

Ma il paradosso nel paradosso si concretizza proprio nel corso di quegli anni dal 2000 a oggi. Anni nel corso dei quali, molti di quei dirigenti che ricevevano la “indennità di polizia” in quanto Forestali, non lavoravano più… per il corpo forestale. Dislocati nei vari dipartimenti della Regione, però, incassavano ancora quell’aggiunta allo stipendio per garantire la “pubblica sicurezza”. Nonostante, magari, finissero per occuparsi di Infrastrutture, Famiglia, Europa, Pesca.

Dopo 14 anni, a qualcuno è tornata alla mente quella vecchia storia. Il dipartimento della Funzione pubblica, così, ha deciso di chiedere un parere all’Aran, l’Agenzia che si occupa dei contratti dei regionali. Nel settembre scorso, la risposta del commissario Claudio Alongi non lascia adito a molti dubbi. L’Aran infatti si limita a “condividere l’orientamento del Cga che esclude la sussistenza el diritto a percepire l’indennità di polizia” da parte di quei dirigenti. Ma non basta. Il governo chiederà anche un parere all’Avvocatura dello Stato. Dopo quel parere, potrebbe anche partire la richiesta della restituzione delle indennità percepite. E anche la contestazione di un danno erariale da venti milioni. Un paradosso, se pensiamo che quei soldi servivano per attività di “polizia giudiziaria”.


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