Sì a Pip e precari dei Comuni| Centrodestra: "Manovra illegittima" - Live Sicilia

Sì a Pip e precari dei Comuni| Centrodestra: “Manovra illegittima”

Il governo dà il via libera a due ddl destinati ai lavoratori: dovranno essere approvati entro la fine dell'anno con l'esercizio provvisorio. Ma le opposizioni attaccano: "Quel testo è irricevibile: parliamone a gennaio. Stando così le cose, da maggio 50 mila persone senza stipendio". Domani deciderà la conferenza dei capigruppo.

i conti, la giunta
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PALERMO – Pip e precari degli enti locali. La giunta ha approvato i ddl che dovrebbero risolvere i problemi di circa 25 mila lavoratori. I testi, fa sapere Palazzo d’Orleans, dovranno essere approvati insieme all’esercizio provvisorio entro due giorni. Ma sui tempi, a Palazzo dei Normanni non si respira un grande ottimismo. E si fa sempre più strada l’ipotesi di uno slittamento al 7 gennaio. Domani la questione verrà discussa in una conferenza dei capigruppo prima della seduta d’Aula, prevista per le undici.

Intanto, come detto, il governo ha esitato questi due disegni di legge. Il primo riguarda appunto i circa 22.500 lavoratori precari degli enti locali. È la tanto attesa proroga al 2015 che si estenderebbe, fa sapere Palazzo d’Orelans, anche ai dipendenti di quei “comuni che hanno sforato il patto di stabilità o in situazione di pre-dissesto e dissesto”. Circa duemila persone che non sono garantite dalla norma approvata a Montecitorio.

Ecco, poi, anche i soldi per gli ex Pip. Dopo l’addio ai Fondi Pac che dovevano finanziare i sussidi per un totale di 11 milioni, Crocetta è dovuto tornare a lavoro per reperire quei soldi. E la giunta avrebbe dato il via libera al finanziamento “per complessivi 9 milioni di euro, nelle more del bilancio definitivo. Le altre risorse – prosegue la nota della presidenza – verranno reperite con apposita legge finanziaria. In questo modo saranno coperti i pagamenti di dicembre e i primi 4 mesi del 2015. I due ddl, – puntualizza sempre il comunicato di Palazzo d’Orleans – per avere efficacia, dovranno essere approvati entro fine anno dall’Ars e saranno inseriti come emendamenti aggiuntivi all’esercizio provvisorio”.

“Esprimiamo soddisfazione – commentano i deputati regionali Ferrandelli (Pd) e Tamajo (Drs) – per il percorso intrapreso dal governo regionale nel recuperare le somme che serviranno per coprire le mensilità dei lavoratori Pip fino a giugno 2015. Ovviamente saremo vigili e attenti in modo tale che il ddl possa essere votato già domani in aula così da sbloccare, nel più breve tempo possibile, le mensilità non percepite dai lavoratori”.

Un’altra deliberazione di giunta riguarda il riparto effettivo dei contributi a enti e associazioni culturali, oggetto di polemiche nei giorni scorsi, fino all’annuncio della chiusura da parte di alcune istituzioni storiche. È stato previsto un “incremento – si legge nella nota di Palazzo d’Orleans – per ciascun dipartimento dell’11% in più rispetto all’attribuzione dell’anno scorso. Con tale delibera la giunta ha chiarito gli equivoci che si erano determinati in merito alla distribuzione dei fondi, laddove si era inteso inserire all’interno dei dipartimenti Famiglia e Istruzione, – conclude la nota – i fondi specifici previsti per legge per Unione italiana ciechi, stamperia Braille e centro Helen Keller”.

Ma come detto, a tenere banco è il testo dell’esercizio provvisorio. Un documento discusso questo pomeriggio in commissione bilancio, dove è arrivato corredato dalla bellezza di 150 emendamenti. Il provvedimento, infatti, non convince affatto le opposizioni.

Il centrodestra oggi si è presentato compatto in una conferenza stampa in occasione della quale ha fortemente criticato l’esercizio provvisorio: “Molte di quelle norme – spiega il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone – andrebbero in una Finanziaria, non certo in un esercizio provvisorio. E in molti casi non le comprendiamo nemmeno: penso a quella che prevede l’anticipazione dei fondi per gli enti della ex Tabella H, erogati prima di verificare come verranno effettivamente spesi, e penso anche alla decisione di spostare la spesa di 45 milioni per la Sas sul fondo sanitario: una decisione che non è fattibile, viste le norme stringenti del Piano di rientro, nel quale si trova ancora la Sicilia”.

Ma la polemica, oltre che tecnica è politica. E all’attacco vanno anche gli autonomisti: “Baccei – dice infatti il capogruppo del Pds Roberto Di Mauro – doveva dare nuovo corso alla Regione siciliana. Ma la musica non è cambiata. E nemmeno il musicante. Non c’è uno straccio di riforma. E nemmeno un’idea. Qui c’è solo l’intenzione di mandare a casa centinaia di persone. Siamo molto preoccupati per i siciliani. L’esercizio provvisorio di 4 mesi è solo un’illusione”.

Ancora più duro il capogruppo del Cantiere popolare Toto Cordaro: “Avevo detto che dietro il “salvatore” della patria inviato da Roma c’era solo il becchino dell’autonomia. Mi devo correggere: Baccei non è il becchino dell’autonomia, ma della Regione siciliana. Con buona pace delle proteste tardive e improduttive del presidente Crocetta. Il Pd nazionale ha inviato un assessore per dare una mano al presidente della Regione, evidentemente considerato un incapace, a fare tagli orizzontali che riguardano lavoratori e famiglie siciliane. Se questo esercizio provvisorio dovesse passare così, sarebbe il de profundis per la Sicilia. Va ricordato – prosegue Cordaro – che il Pd è al governo da sei anni: per quattro anni senza il consenso dei siciliani e adesso con Crocetta. Quest’ultimo oggi paradossalmente è difeso da Cracolici che fino a pochi giorni fa lo scherniva. Crocetta – conclude il parlamentare – proponga un esercizio provvisorio di un solo mese. E poi ci sediamo a fare la Finanziaria. Solo in quel caso troverà il centrodestra disponibile”.

E se il capogruppo del Nuovo centrodestra D’Asero mette in guardia di fronte alla “differenza tra le entrate stimate in bilancio e quelle realmente incassate dalla Regione, anche a causa del crollo del Pil”, il collega della Lista Musumeci Santi Formica incalza: “I nodi sono giunti al pettine. È illegittima tutta la manovra finanziaria, compreso l’esercizio provvisorio. Il presidente dell’Ars dovrebbe dichiarare i ddl irricevibili. Il Pd – aggiunge Formica – faccia chiarezza sull’assassinio nei confronti della Sicilia. Il Pd nazionale è un vampiro che ha succhiato il sangue dei siciliani per sistemare i conti di Roma. E di fronte a questo, il governo regionale non si è opposto. Altro che macelleria sociale. Ci troveremo di fronte al più grande disastro che sia mai stato visto in Sicilia”. Un quadro a tinte fosche, confermato dall’ex presidente della commissione bilancio Riccardo Savona: “Stando così le cose – dice – il governo garantirà solo i dipendenti regionali e dell’Ars. Tutti gli altri, dal primo maggio, si troveranno in mezzo a una strada. Penso ai precari dei Comuni, ai Forestali, ai lavoratori delle partecipate, a quelli dell’Esa. Uno scenario mai visto. Da vera e propria guerra civile”.


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