Pesce scaduto da un anno| Sequestrate 5 tonnellate di prodotti - Live Sicilia

Pesce scaduto da un anno| Sequestrate 5 tonnellate di prodotti

La Capitaneria di porto ha effettuato controlli per venti giorni e trovato merce scaduta tra l'ottobre e il dicembre del 2013. Al setaccio supermercati, pub, sushi-bar e ristoranti in città e provincia.

Palermo, operazione "Labyrinth"
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PALERMO – Osterie, trattorie, ristoranti, pub etnici e supermercati al setaccio nel corso di un’operazione della Capitaneria di porto che ha portato al sequestro di oltre cinque tonnellate di pesce scaduto. I controlli sono scattati nei locali di diverse zone della città, a partire da corso Calatafimi, per terminare a corso dei Mille: i nuclei ispettivi pesca della guardia costiera hanno trovato prodotti ittici scaduti anche da un anno. Pesce messo in vendita nelle pescherie o a disposizione degli amanti del sushi che avrebbe messo seriamente in pericolo la salute del consumatore. E così, l’operazione “Labyrinth” coordinata dalla direzione marititma di Palermo ha permesso di scovare depositi e magazzini nei quali congelatori giacevano anche prodotti non tracciati e privi di etichetta.

In particolare, all’interno del locale utilizzato da un grossista palermitano, il pesce era scaduto nel dicembre del 2013. Non consumato durante le festività dello scorso anno, insomma, sarebbe stato venduto ai clienti nonostante non fosse più commestibile. Origine ignota anche per i prodotti trovati nel negozio di un altro rivenditore di Villabate, dove sono finiti sotto sequestro ottocento chili di pesce, altri cinquanta a Misilmeri. Sequestrati, inoltre, 1600 chili di filetto di nasello della Patagonia che si trovava nel deposito di un grossista di Carini: era stato rietichettato come “nasello dell’oceano Atlantico” – ovvero più pregiato – e si ipotizza quindi il reato di frode in commercio.

Ma a Carini i controlli hanno condotto gli uomini della Guardia costiera anche ad un ulteriore sequestro, visto che in un centro di stoccaggio sono stati rinvenuti diversi esemplari interi di pesce spada non tracciabili e circa trenta vasetti di polpa di ricci congelata di senza le indicazioni di provenienza e di scadenza. In provincia è finito nel mirino anche un negozio di vendita al dettaglio di prodotti surgelati. A Terrasini è infatti stato multato il titolare di un punto vendita per violazione degli obblighi di rintracciabilità del pesce e per l’utilizzo di sacchetti anonimi preconfezionati privi di alcuna informazione (filetti di platessa, pesce pagello, pesce spada, merluzzo e seppie). Una irregolarità riscontrata anche in due negozi di surgelati di Palermo.

In città, d’altro canto, sono stati controllati, specie in prossimità dei grandi cenoni natalizi e di Capodanno, numerosi pub ed hotel con ristorazione: alla Zisa e nella zona dell’Acquasanta i titolari di due  locali sono stato multati. I controlli non hanno risparmiato i supermercati, in uno di corso Calatafimi venivano venduti prodotti ittici sfusi senza alcuna informazione per il cliente, in un altro a disposizione degli acquirenti c’era del salmone che non riportava la data di scadenza. Indicazione che appariva invece sulle confezioni di pesce venduti da un minimarket di crso dei Mille, ma in questo caso il salmone era scaduto da venti giorni. Ma non finisce qui, perché la Capitaneria di porto, insieme alla Questura di Palermo, ha rilevato gravissime irregolarità anche in diversi locali etnici, gestiti da cittadini di origini bengalesi.

In questi ultimi sono state riscontrate gravi carenze igienico-sanitarie e sono stati sequestrati oltre cento chili di alimenti scaduti tra ottobre e novembre del 2013. Al setaccio anche il mercato ittico di Porticello, alle porte della città, dove sono stati controllati i veicoli su cui vengono trasportati i prodotti. L’operazione è durata in tutto venti giorni ed è stata effettuata grazie alla sinergia tra la Guardia Costiera di Palermo, di Trapani, di Mazara del Vallo, Porto Empedocle e Gela, dove i controlli ammontano a 381. Gli illeciti amministrativi contestati sono 63 per un valore di 106 mila euro. Cinque le tonnellate di prodotti sequestrati e sei le denunce scattate.

 


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