Confermata la decadenza| Caputo resta fuori dall'Ars - Live Sicilia

Confermata la decadenza| Caputo resta fuori dall’Ars

L'ex deputato regionale Salvino Caputo

Caputo nel 2013 fu costretto a fare le valigie da Sala d'Ercole dopo che nei suoi confronti divenne definitiva una condanna ad un anno e cinque mesi per tentato abuso d'ufficio. Al suo posto è subentrato Pietro Alongi.

PALERMO - LA SENTENZA
di
2 min di lettura

PALERMO – “Va confermato, in definitiva, il giudizio di manifesta infondatezza di tutte le eccezioni di illegittimità costituzionale riproposte dall’appellante”. La prima sezione civile della Corte d’appello conferma la decadenza dell’ormai ex deputato regionale del Pdl, Salvino Caputo. Hanno avuto la meglio la stessa Ars e la Presidenza della Regione contro cui era stato presentato il ricorso. E soprattutto ha avuto la meglio Pietro Alongi – subentrato a Caputo – assistito dall’avvocato Santi Geraci.

Caputo nel 2013 fu costretto a fare le valigie da Sala d’Ercole dopo che nei suoi confronti divenne definitiva una condanna ad un anno e cinque mesi per tentato abuso d’ufficio: cercò di fare annullare alcune multe quando era sindaco di Monreale. Fu la commissione Verifica dei poteri, presieduta da Giovanni Ardizzone e composta da dieci deputati, a sancire la decadenza di Caputo, anche in virtù del parere legale fornito dal consulente per gli affari legali ed ex presidente degli avvocati palermitani, Enrico Sanseverino.

Caputo fu il primo, in Italia, a dover lasciare il proprio scranno in conseguenza della legge Severino. Una norma balzata agli onori della cronaca a causa dell’applicazione nei confronti di Silvio Berlusconi. Nel suo ricorso l’onorevole e avvocato Caputo aveva sostenuto che il decreto fosse illegittimo sotto diversi punti di vista. Innazitutto per la retroattività della norma, intervenuta con una sanzione che non era prevista al momento in cui era stato commesso il reato.

La Corte d’appello, però, ha ritenuto infondata la questione. Così come il collegio presieduto da Rocco Camerata Scovazzo non ha accolto la tesi della difesa secondo cui, c’era un precedente in favore di Caputo ed era l’annullamento da parte del Tar della Campania della decadenza del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “I due casi sono nettamente diversi anche perché nell’ipotesi del Caputo – si legge nella motivazione – si discute di una sentenza di condanna definitiva, mentre nell’ipotesi di interesse in Campania si è discusso di un provvedimento di sospensione adottato a seguito e per effetto di una condanna penale non definitiva, come ben hanno evidenziato gli stessi giudici amministrativi che hanno così chiosato: ‘E che si tratti di una situazione del tutto diversa si evince non solo dai differenti effetti che conseguono, anche dal punto di vista della disciplina penale, dall’emanazione di una sentenza di primo grado, rispetto alla sua successiva condizione di irrevocabilità, ma anche dal fatto che una lettura costituzionalmente orientata del dato normativo non autorizza l’interprete a presumere la sussistenza di una situazione di indegnità morale che legittimi l’inibizione dell’accesso ad una carica pubblica o la sua perdita’. Sicchè le valutazioni – conclude il collegio – operate dal giudice amministrativo non incidono minimamente sulle questioni devolute a questa Corte”. Caputo, dunque, resta fuori dall’Ars.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI