Territorio, precari senza stipendi | Il "pasticcio" continua - Live Sicilia

Territorio, precari senza stipendi | Il “pasticcio” continua

Gli esterni dell'assessorato regionale al Territorio

C'è una nuova tappa nella surreale vicenda dei 36 precari regionali. Non solo continuano a lavorare senza intascare lo stipendio, ma ora qualcuno rischia il benservito.

PALERMO – C’è una nuova tappa nella surreale vicenda dei 36 precari dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente. Non solo continuano a lavorare senza beccare un centesimo di stipendio, ma ora qualcuno rischia il benservito.

La Ragioneria generale della Regione ha scritto una nota all’ormai ex dirigente dell’assessorato Gaetano Gullo. Come quest’ultimo conferma si devono cercare eventuali incompatibilità dei precari, fare uno screening dei loro guadagni e valutare se è il caso di sospendere i rapporti di lavoro. Il tutto dopo che i precari hanno prestato servizio per un anno interno, con tanto di busta paga, negli uffici regionali dove sono stati impiegati a lungo senza neppure avere un contratto di lavoro.

Un pasticcio che non ha fine. Di quali incompatibilità si tratta? Dal 2003 ad oggi, di proroga in in proroga, i precari, tutti laureati e con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, si sono occupati delle valutazioni d’impatto ambientale e delle analisi di rischio idrogeologico fondamentali per l’avvio dei cantieri pubblici e privati. Nel 2013, tagliati fuori dalla proroga dei contratti dal Commissario dello Stato, agirono contro la Regione siciliana, tentando la conciliazione presso l’Ufficio provinciale del lavoro. L’obiettivo era dimostrare che non erano stati impiegati con contratti di collaborazione, ma assunti a tempo determinato in modo da rientrare nella proroga riservata ai precari. L’amministrazione regionale, dopo avere sentito il parere dell’avvocatura dello Stato, decise di conciliare riconoscendo quanto richiesto dai lavoratori.

E qui la questione si complica: se sono stati davvero dei contrattisti a tempo determinato erano e sono soggetti a dei limiti. Intanto non potevano prestare servizio contemporaneamente per due enti pubblici e, qualora avessero svolto attività professionale privata e soggetta a partita Iva, dovevano chiedere l’autorizzazione all’ente di appartenenza. Ed ancora dovevano avere operato in settori diversi da quelli seguiti per conto della Regione, onde evitare conflitti di interesse. Molti dei precari in questi anni, mentre erano in assessorato, lavoravano part time nel mondo della scuola pubblica. Altri sono stimati professionisti che hanno prestato la loro opera al servizio dei privati, ma negli stessi ambiti del loro lavoro alle dipendenze regionali. Ecco perché ora il Bilancio chiede al dirigente generale di fare chiarezza.

La patata bollente passa al neo arrivato Marco Lupo che ha preso il posto di Gaetano Gullo. Quest’ultimo è stato il dirigente generale che ha fatto registrare i contratti sotto la propria responsabilità dopo che la ragioneria li aveva spediti due volte indietro perché ritenuti illegittimi. Di fatto i precari per mesi sono stati lavoratori in nero della pubblica amministrazione. Il 6 febbraio scorso sono stati assunti dalla Regione con un contratto triennale da poco più di mille e 900 euro al mese. Il problema del contratto, dunque, lo hanno risolto, non quello del mancato pagamento degli stipendi che li ha costretti ad occupare, nelle scorse settimane, gli uffici dell’assessorato. Ora il “si valuti l’opportunità di proseguire il rapporto di lavoro” fa suonare il campanello d’allarme.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI