Altro flop: Lupo non si insedia | E tra i dirigenti uno buono... - Live Sicilia

Altro flop: Lupo non si insedia | E tra i dirigenti uno buono…

Il 13 gennaio la giunta decide di richiamare l'esterno per guidare il dipartimento Ambiente. Ma il burocrate, attualmente direttore all'Arpa di Roma, si libererà non prima di un mese. Tra tutti i dirigenti della Regione, però, non ci sarebbe nessuno che abbia i titoli necessari. Così, quegli uffici sono senza guida. Interim a Pirillo.

PALERMO – Hanno sollevato il dirigente in carica, spostandolo altrove. Hanno scandagliato in lungo e in largo il mare della dirigenza regionale, non trovando un solo dirigente che fosse in grado di svolgere quel compito. Infine, hanno trovato all’esterno chi potesse guidare quel delicato dipartimento. Ma dopo averlo nominato, si sono accorti che Marco Lupo non poteva insediarsi nell’assessorato guidato da Maurizio Croce. Non poteva andare a svolgere il ruolo di dirigente generale del dipartimento Territorio e ambiente. Almeno per un altro mese, mese e mezzo. Così, il governo di Crocetta domani sarà costretto a correre ai ripari. Un interim, per coprire la falla. Poi si vedrà.

Due settimane fa parlammo di “samba”. Ma la danza non è finita. Anzi, nuova piroetta, nuovo giro e nuovo flop di un governo che ha privilegiato rotazioni, valzer e qualche strafalcione rispetto alla volontà di fare davvero funzionare la macchina regionale. E dire che persino la Corte dei conti lo ha messo nero su bianco nel giudizio di parifica. La stessa Corte dei conti, per intenderci, che viene invocata dall’assessore all’Economia Baccei e dal governatore per giustificare i dolorosi interventi nei confronti del personale regionale. E invece, il monito dei giudici contabili, in certi casi viene del tutto ignorato. Nell’ultimo rendiconto, infatti, la Corte, riferendosi al tema cruciale della spesa dei Fondi europei, fa riferimento al “turn-over dei vertici politici di alcuni assessorati e, soprattutto, di quelli amministrativi con la conseguenza di una discontinuità strategica ed operativa che ha rallentato la lineare attuazione del Piano operativo. La stessa Commissione Europea – si legge nel giudizio di parifica – ha stigmatizzato le continue “rotazioni” dei vertici amministrativi dei dipartimenti regionali che impediscono quella continuità necessaria della governance per l’avanzamento dei piani operativi., specialmente in quest’ultimo anno della programmazione 2007/2013”.

E i balletti continuano. Spesso sulla scia dei nuovi equilibri politici che si vengono a creare. E il caso di Marco Lupo è peculiare. Il dirigente che fu uno dei più stretti collaboratori del ministro siracusano di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, infatti è un esterno. Non è, insomma, un dipendente regionale di ruolo. E anche sugli esterni la Corte dei conti ha parlato molto chiaramente: “Con riferimento ai dirigenti generali, – si legge sempre nel giudizio di parifica – continua a sussistere una particolare diversità di trattamento economico, poiché gli emolumenti di quelli interni all’Amministrazione regionale sono previsti dal contratto collettivo di lavoro, mentre quelli attribuiti agli esterni sono oggetto di libera determinazione entro un limite massimo, pari a 250.000 euro per anno”. Anche questa sottolineatura è stata ignorata dal governo Crocetta, che invece pare attento ad altre questioni stigmatizzate dalla Corte dei conti, come, solo per fare un esempio, la persistenza dell’ormai anacronistica clausola di salvaguardia (quella norma che garantisce al dirigente generale defenestrato per motivi politici od organizzativi, di mantenere intatto il proprio trattamento economico).

A Lupo, nello specifico, è stato proposto un contratto quinquennale. Un esterno, dicevamo. E la procedura seguita per attribuire l’incarico appare quantomeno inquietante. Stando alla relazione che accompagna la delibera di giunta del 13 gennaio scorso, infatti, il governo, prima di procedere all’incarico – come prescritto dalle norme nazionali, a partire dalla “legge Brunetta” – ha avviato lo screening del personale della Regione. Il governo, insomma, si è posto la domanda: c’è, tra i 1.800 dirigenti siciliani, uno, uno solo in grado di ricoprire il ruolo di direttore dell’Ambiente? La risposta, come detto, è sconcertante. L’unico dirigente generale di prima fascia “disponibile”, cioè Marco Salerno, avrebbe ricoperto finora “incarichi non attinenti alla materia e alle connesse problematiche dell’incarico da assegnare”. Allora, ecco che il governo è sceso alla seconda fascia. Ma anche lì, brutte sorprese: i 32 dirigenti individuati non sono adatti a svolgere quel compito. Nemmeno per i 28 dirigenti di terza fascia con i requisiti minimi, purtroppo, non c’è stato scampo: hanno finora guidato solo “unità operative di base”. Cioè l’articolazione più semplice dei dipartimenti regionali.

Uno buono tra quei 1.800, per il governo, non c’è. E allora, ecco la necessità di chiamare Lupo. Che però, come detto, non potrà insediarsi. Al momento infatti ricopre il ruolo di dirigente generale dell’Arpa, a Roma. Per rescindere quel contratto dovrà dare un preavviso. Per un altro mese, mese e mezzo, se non di più, non potrà quindi (ri)cominciare il proprio lavoro alla Regione (per anni è stato alla guida del dipartimento Energia). Il risultato? Dal 13 gennaio, mandato via Gaetano Gullo, il dipartimento ha un dirigente generale fantasma. Per oltre due settimane l’attività amministrativa, senza un vertice formalmente insediato, si è bloccata. Per il prossimo mese e mezzo del dipartimento si occuperà Maurizio Pirillo, che intanto regge anche il dipartimento dell’Urbanistica. Ma la Sicilia non ha fretta. Altro giro, altro flop.

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