Carmen Consoli: |“Catania può farcela” - Live Sicilia

Carmen Consoli: |“Catania può farcela”

“Una città che sognava e guardava in prospettiva”, ricorda Carmen, nostalgica di una certa "energia”, ma ancora piena di speranza. IL VIDEO

“L'ABITUDINE DI TORNARE”
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CATANIA – Carmen Consoli presenta il suo nuovo disco. Impossibile non parafrasare il titolo dell’ultimo album per parlare del suo attesissimo ritorno sul palcoscenico, “l’abitudine di tornare” la cantantessa non l’ha perduta. Così dopo cinque anni ci consegna un nuovo capitolo del libro musicale che contiene nuove storie, note rock e ballate, testi graffianti e ironici. Il frutto di un lavoro certosino e non casuale. “Scrivo soltanto quando ho qualcosa da dire”, spiega la cantantessa ai giornalisti catanesi. Oggi è qui, in quella che considera “a so casa”, il luogo in cui vive. Una città “sottotono” se paragonata alla “raggiante Catania” degli anni novanta popolata “da locali dove si poteva suonare proponendo repertori arditi”.

“Una città che sognava e guardava in prospettiva”, ricorda Carmen, nostalgica di una certa “energia”, ma ancora piena di speranza (“nonostante il piccolo declino legato forse alla crisi”). La cantantessa guarda soprattutto ai giovani (“hanno gli occhi profondi e il terrore di andare via, vorrebbero costruire qui”), mette in guardia dalle lamentele (“u lamento”) sterili e improduttive e inneggia a “Malarazza” come speranza di ribellione rispetto allo status quo grazie a energie che ci sono, ma sembrano nascoste “sotto la lava”. Lei “catanese” in tutto: vulcanica e malinconica allo stesso tempo.

Carmen Consoli

Unica e inconfondibile. Come la sua voce, che incanta ancora. E di storie da raccontare ce ne sono tante: la crisi economica (“E forse giorno”), gli sbarchi e le speranze dei migranti (“La notte più lunga”), una storia d’amore tra due donne fatta di “gote rosse e scuse” e voglia di autenticità e pienezza (“Ottobre”). E ancora una relazione extraconiugale tra una donna e un uomo “annoiato dai ritmi di sempre (“L’abitudine di tornare”), una ballata romantica (Oceani deserti”), un amore soffocato dalla routine (“Sinfonia imperfetta”), l’incanto che nasce da una nuova vita (“Questa piccola magia”), “una parabola d’amore” (“San Valentino”), ma anche una storia di femminicidio raccontata con parole dure (“La signora del quinto piano”): “I funzionari della questura continuano a dire che non c’è alcuna ragione di avere paura”. Un testo forte, ma necessario. “Nelle nostre piazza abbiamo visto fin troppe scarpette rosse”, ricorda la cantantessa. Una denuncia forte che cozza con la dittatura del silenzio, quell’omertà di cui parla in “Esercito silente”. Nello specifico il silenzio è quello che caratterizza un corteo di gente comune, indignata.

La città “baciata dal sole e dal mare” è Palermo, ma potrebbe benissimo essere Catania. “Davvero si può credere che questa città baciata da sole e mare saprà dimenticare/le offese gratuite e le agonie sofferte/le lotte storiche di chi sfidò la malavita a suon di musica e poesia/gli sguardi attoniti della gente che non ha mai visto né sentito niente”, canta la Consoli. E la pelle d’oca è dietro l’angolo, le emozioni di certo non mancano e sono sapientemente legate all’impegno. “Ho sempre pensato a Palermo come la mia città in quanto capoluogo di regione, ho il diritto di sentirmi anche palermitana come un francese ha diritto di sentirsi parigino”, dice la cantantessa. Una città che “sente molto” e che ha influenzato la sua musica.

La cantantessa lamenta le enormi distanze e i tempi di percorrenza biblici causati dal cattivo funzionamento delle infrastrutture (“ste strade allucinanti”). La cantantessa è così, armata “di umorismo” prova a sorridere delle difficoltà perchè continua a sperare. “Ma la primavera tornerà nei nostri poveri cuori avviliti”, dice uno dei personaggi che abita il nuovo album ed è in cerca di “una dose legittima di sana speranza”. Ed è molto più di un ritornello orecchiabile, è lo scorcio di un mondo esistenziale, lo spaccato di una pienezza che necessita di una bella dose di coraggio: è il punto di approdo di un percorso artistico ed esistenziale di una grande cantautrice che non smette mai di appassionare e appassionarsi. La stessa donna che ha a cuore un prezioso insegnamento per il figlio Carlo Giuseppe: “Deve sapere che sua madre fa musica soltanto perchè ci crede”.


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