Consegnata la candelora d'oro | a Fabrizio Pulvirenti - Live Sicilia

Consegnata la candelora d’oro | a Fabrizio Pulvirenti

Il sindaco Bianco: "Con lui premiamo anche tutti i volontari a partire da quelli di Emergency". Il medico catanese: "Ho intenzione di tornare in Sierra Leone, appena starò meglio".

CATANIA. “Quando si dà tutto per una causa si dice che si dà il proprio sangue e colpisce molto il fatto che i malati di Ebola saranno curati con il sangue del dottor Pulvirenti, ricco di anticorpi efficaci contro il virus secondo un principio simile a quello dei vaccini”. Con queste parole il sindaco di Catania Enzo Bianco, nella corte di Palazzo degli elefanti gremita di autorità e di persone comuni, ha consegnato la candelora d’oro, la massima onoreficenza della città, al catanese Fabrizio Pulvirenti, medico di “Emergency” che ha contratto l’Ebola in Sierra Leone ed è guarito.

“Con Fabrizio Pulvirenti – ha sottolineato Bianco, che ha aperto la cerimonia formulando gli auguri di buon lavoro per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – premiamo anche tutti i volontari a partire da quelli di Emergency, fondata da Gino Strada e presieduta dalla figlia Cecilia. Quando Pulvirenti si ammalò tutta l’Italia si interessò alle sue condizioni, ma il nostro concittadino ha sottolineato come, se avesse avuto la pelle nera, sarebbe morto nell’indifferenza generale. Ha ragione: non ci si può voltare dall’altra parte. Pulvirenti ha detto di non considerarsi un eroe ma un soldato ferito in battaglia. E proprio questa modestia ce lo fa considerare tra le eccellenze italiane, come sottolineato dal presidente Napolitano nel suo discorso di fine d’anno. Con il suo impegno, insomma, Fabrizio Pulvirenti è diventato un alfiere della migliore sicilianità, offrendo al mondo un’immagine assai positiva della nostra terra e della nostra Città. E dichiarando di voler tornare in Sierra Leone ha dimostrato di voler proseguire nel suo cammino di solidarietà con una dedizione totale, che coincide perfettamente con lo spirito agatino”.

“Ringrazio il sindaco Bianco e la città di Catania – ha detto Pulvirenti – per questa alta onoreficenza che condivido idealmente con tutti gli altri volontari. La Sierra Leone è un Paese meraviglioso, dalla natura lussureggiante, ma, dopo la guerra civile, il suo sistema sanitario era troppo fragile per reggere all’uragano Ebola. È stato grazie a Emergency e alle altre associazioni di volontariato che siamo riusciti a salvare qualche persona in più. È la forza del volontariato. Attenzione però a non scambiare volontariato con volontarismo: in queste cose l’improvvisazione è rischiosissima e invito chi vuole prestare la propria opera a non compiere gesti sconsiderati e rivolgersi a organizzazioni rodate. Io ho intenzione di tornare laggiù, appena starò meglio”. Anche l’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, ha ricordato come i catanesi avessero pregato Sant’Agata per la salute del dottor Pulvirentio, “e dunque all’intercessione della Patrona possiamo ascrivere la guarigione del dottore e gioiamo con i suoi familiari, soprattutto con la mamma qui presente che gli ha dato il dono della vita e ha trepidato per lui”.

Prima della cerimonia di premiazione il Sindaco e l’Arcivescovo avevano acceso la lampada votiva in onore di Sant’Agata. Subito dopo il corteo storico municipale del mazziere, dei tamburinai, dei trombettieri e dei valletti in alta uniforme di gala settecentesca, si è riversato nella piazza del Duomo dove è avvenuto il tradizionale omaggio floreale dei Vigili del fuoco alla statua della Patrona posta sulla facciata della Cattedrale.


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