"Tagli? Non solo ai regionali |Il governo non ha una visione" - Live Sicilia

“Tagli? Non solo ai regionali |Il governo non ha una visione”

Mimmo Milazzo in redazione con Salvo Toscano

Il leader della Cisl, dopo la riunione delle segreterie dei confederali: "Ci auguriamo che si possa riannodare un confronto serio e costruttivo con la giunta"

Intervista a Milazzo (Cisl)
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4 min di lettura

PALERMO – Cgil, Cisl e Uil riprendono in Sicilia il filo di un discorso unitario dopo le divisioni dei mesi scorsi che hanno visto i confederali scendere in piazza separati. L’obiettivo comune è quello di incalzare il governo regionale “a cambiare rotta sulle politiche economiche e di bilancio e ad accelerare il passo sulle riforme”. Questo è quanto emerso da un vertice delle tre segreterie confederali, che ieri hanno fatto il punto sulle principali vertenze, sulle riforme al palo e sulla situazione economico-finanziaria della Regione. Mimmo Milazzo, segretario generale della Cisl siciliana, sottolinea il valore dell’iniziativa: “E’ innanzitutto – dice a Livesicilia – una ripresa dei rapporti unitari che in Sicilia si erano interrotti. Il nuovo clima ci fa sperare in un rapporto in cui coerenti e compatti ci confrontiamo col governo regionale. E non solo sul bilancio”.

Un confronto, quello con la giunta regionale, che a dire dei sindacati fin qui è stato carente.

“Il confronto non esiste a oggi. Oggi avremo nel pomeriggio un incontro con l’assessore al Lavoro Caruso su ammortizzati sociali e sportelli multifunzionali. Ci auguriamo che da ciò si possa riannodare un confronto serio e costruttivo, a partire dall’emergenza del pagamento della cassa integrazione in deroga. Oltre ai 15 milioni già erogati dalla Regione all’Inps ne necessitano secondo le nostre stime altri 75-80 milioni”.

Segretario, in questi giorni dal governo si manifesta l’intento di rivedere una serie di norme che garantiscono privilegi tutti siciliani, per esempio sul tema del pubblico impiego. Il sindacato mettendosi di traverso non apparirebbe come un baluardo della conservazione?

“Noi siamo abituati ad andare al merito delle questioni. Ci auguriamo però solo che l’atteggiamento non sia unilaterale considerato che investe componenti e dinamiche contrattuali. Nel merito discuteremo. I tagli si devono fare ma non solo in una direzione. Bisogna guardare anche ad altro, come la questione della spesa intermedia dell’amministrazione regionale riferita a consulenze, incarichi esterni, consigli di amministrazione di partecipate, nonché alla logistica, incluso il tema della centrale unica degli acquisti per la Regione e per gli enti sottoposti a controllo e vigilanza, una questione che nessuno affronta. Parliamo delle partecipate, della composizione numerica di consiglieri e assessori nei Comuni…”.

Insomma, lei dice non parliamo solo dei dipendenti regionali…

“Se dobbiamo trovare un allineamento con lo Stato dobbiamo farlo su diversi punti su cui la Regione ha legiferato in maniera difforme. Per i regionali, ricordo che ci sono contratti bloccati”.

Un tema riguarda le norme previdenziali più favorevoli per i regionali…

“Hanno avuto un passaggio diverso rispetto allo Stato. La Regione siciliana ha introdotto novità nel 2003, diversi anni dopo lo Stato”.

Ma non è che il sindacato come certa politica rischia di difendere una cerchia sempre più ristretta di garantiti a scapito di una maggioranza di non garantiti?

“Non è così. Noi come Cisl tradizionalmente abbiamo parlato di garantire non solo i lavoratori attivi ma di riattivare dinamiche interne della Regione, che deve essere un grande ente di programmazione sociale e di sviluppo. Con una particolare attenzione agli assetti delle autonomie locali, che devono subire un’evoluzione”.

Qual è il suo giudizio sul governo regionale?

“Non c’è una visione programmatica, al di la delle pie intenzioni mediatiche la rivoluzione non si è attuata. Vorremmo una discussione seria e pacata sulla situazione dei conti della Regione. E insieme proporre al presidente, con le altre forze sociali, un percorso di programma per attivare progetti di sviluppo. Non possiamo assistere immobili alla desertificazione industriale della Sicilia”.

Siamo ancora agli intenti, dopo due anni… E dire che il Crocetta ter doveva garantire proprio questa svolta. Che a suo giudizio quindi è mancata.

“Non mi sembra che questo governo dia la spinta propulsiva da noi auspicata. Al di là delle buone intenzioni di qualche assessore come quello ai Beni culturali, il resto langue”.

Metterete in campo iniziative di mobilitazione?

“Siamo in attesa di sviluppare questi attivi unitari e anche la mobilitazione sarà messa in campo se non si avranno rispose, o meglio fatti concreti”.

Ma questa crisi non potrebbe essere l’occasione per prendere coscienza che il “modello socioeconomico della Regione non è sostenibile?

“Noi siamo convinti che da ogni difficoltà nascono opportunità. Per esempio lo stato di attuazione dello Statuto va definitivamente chiarito con lo Stato. Lo Statuto va attualizzato, va visto in termini dinamici. Creando una Regione leggera, decentrando competenze e funzioni. Per questo giudico negativamente la riforma delle province che non ha definito le competenze dei nuovi enti”.


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