Il debito, il boss e quella rapina | Intrecci pericolosi a Porta Nuova - Live Sicilia

Il debito, il boss e quella rapina | Intrecci pericolosi a Porta Nuova

Un'immagine di videopoker

Prima avrebbe tentato di farsi aiutare dallo zio boss per evitare di pagare il debito accumulato ai videopoker. Poi, si sarebbe rivolto al giudice. La vicenda ricostruita nei giorni scorsi da Livesicilia si arricchisce di un nuovo capitolo. E spunta un possibile collegamento con una rapina a un ex carabinieri finita nel sangue. Il cliente si difende: "Vittima di un raggiro" (clicca qui per leggere).

PALERMO - MAFIA
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3 min di lettura

PALERMO – Prima avrebbe tentato di farsi aiutare dallo zio boss per evitare di pagare il debito di gioco. Poi, fallito il tentativo, si sarebbe rivolto al giudice per evitare che i suoi assegni venissero messi all’incasso. La vicenda ricostruita nei giorni scorsi da Livesicilia (clicca qui per leggere il servizio) si arricchisce di un nuovo capitolo e spunta un possibile collegamento con una rapina dai contorni ancora misteriosi.

A ricostruire l’epilogo della storia è il legale della Cesar Luxury Palace di via Cavour che ha presentato meno di due mesi fa una querela contro l’uomo che avrebbe accumulato un debito da 92 mila euro alle macchinette elettroniche. Sarebbe stato il debitore a chiedere l’intervento dello zio, Settimo Mineo, settantacinquenne mafioso di Pagliarelli da due anni in libertà dopo avere scontato una condanna per avere fatto parte di Cosa nostra. Un parente del gestore, con una scusa, avrebbe fatto incontrare il titolare della sala scommesse con Mineo nel retrobottega di un negozio di detersivi. Qui Mineo gli avrebbe proposto di chiudere la partita con la promessa di consegnargli 20 mila euro. In cambio il titolare avrebbe dovuto restituire gli assegni dati dal debitore in pagamento per coprire il debito.

L’uomo si era rivolto alla Squadra mobile, raccontando quanto successo, e a settembre aveva messo il primo degli assegni all’incasso. A quel punto il cliente della sala, fallita la mediazione dello zio, sarebbe passato alle vie legali. Si è rivolto al giudice chiedendo che inibisse al creditore la possibilità di versare gli altri assegni in scadenza, sostenendo che fossero irregolari. In particolare, si reputava una vittima, costretto a consegnare dei titoli in bianco “aggravando la sua dipendenza patologica dal gioco e approfittando del suo stato”. Il giudice civile Giovanna Nozzetti ha respinto la richiesta cautelare, ha dato ragione al legale dell’imprenditore, l’avvocato Giuseppe Andò, e ha condannato il debitore a pagare le spese legali. Non è tutto perché il gestore della sala ha deciso di querelarlo.

Fin qui gli aspetti ufficiali della vicenda. C’è un capitolo, però, piuttosto inquietante e ancora da chiarire. Il 5 ottobre 2014 Mariano Ferro, ex carabiniere, viene colpito all’uscita della sala scommesse. Con l’accusa di rapina e tentato omicidio è finito in cella Anes Boukadyda, 45 anni, tunisino senza fissa dimora. L’extracomunitario è stato rintracciato analizzando le immagini di una telecamera di videosorveglianza piazzata davanti alla sala di via Cavour dove una domenica notte è stato colpito Ferro. Il tunisino sarebbe stato ripreso accanto ad un uomo che impugnava una calibro 7,65 e che fece fuoco contro l’ex carabiniere. Anes ha sempre negato di avere partecipato alla rapina e ha detto di non conoscere l’uomo armato. Eppure alcuni testimoni confermerebbero che c’era anche lui alle 4 della notte davanti alla sala Cesar Palace.

Gli investigatori hanno sempre considerato anomala la rapina. La fortuna quella notte aveva girato le spalle a Ferro che era andato via dopo avere perso tutto. Una volta vicino alla macchina sarebbe stato avvicinato da due uomini a cui Ferro avrebbe consegnato il borsello. A quel punto sono stati esplosi i colpi, tre in tutto, che hanno raggiunto l’ex carabiniere alla spalla, alla gamba e al braccio. Che necessità avevano i rapinatori di fare fuoco una volta impossessatisi del borsello? E poi perché rapinare qualcuno all’uscita di una sala con il rischio, poi materializzatosi, di trovarlo squattrinato? Gli agenti della Mobile stanno cercando possibili collegamenti fra la rapina e la vicenda del debito di gioco.


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