Agrigento, lo scandalo commissioni | Si dimette un solo consigliere - Live Sicilia

Agrigento, lo scandalo commissioni | Si dimette un solo consigliere

Uno degli attimi concitati durante il Consiglio comunale di Agrigento

Bagarre in aula: il vicepresidente del Consiglio, Giuseppe Di Rosa, si scaglia contro l'ex sindaco Zambuto per una vicenda legata all'affidamento di un campo di atletica GUARDA IL VIDEO

AGRIGENTO – Il giorno più lungo per il Consiglio comunale di Agrigento termina quasi alle due di notte, dopo una seduta durata circa otto ore, dove non sono mancati i colpi di scena. Un’assemblea arrivata dopo la clamorosa protesta di martedì, quando più di mille persone sono scese in piazza per protestare contro la “malapolitica” agrigentina che ha speso quasi 300 mila euro in commissioni comunali (per l’arco del 2014 si attestano a 1.133). Le tanto attese dimissioni però sono state rinviate e a dimettersi è stato solo il consigliere Aurelio Trupia, che ha rassegnato il mandato all’inizio del Consiglio. A surriscaldare ulteriormente gli animi, un’accesa discussione tra il vicepresidente del Consiglio, Giuseppe Di Rosa, e un cittadino presente in aula: al centro della contesa una storia legata all’affidamento di un campo di atletica. Chiamato in causa anche l’ex sindaco, Marco Zambuto, comunque non presente in aula. GUARDA IL VIDEO

Davanti a numerose persone e a tanti giornalisti, la seduta è cominciata in un clima di tensione generale, sfociata più volte in protesta da parte dei cittadini presenti che hanno inveito contro i consiglieri: due persone sono state allontanate dai vigili urbani, presenti insieme a numerose forze di polizia. Dopo aver approvato numerosi punti (regolamento taxi, diritti dei disabili, fermate Tua e altro ancora), la seduta si è bloccata sul Piano regolatore generale: il consigliere Giuseppe Di Rosa minaccia di occupare l’aula se la seduta non andrà avanti. La seduta sembra sbloccarsi dopo l’arrivo della visura camerale, necessaria per proseguire con la trattazione del punto all’ordine del giorno, ma mancano tutti gli altri atti necessari, sequestrati mercoledì dalla guardia di finanza. A questo punto l’assemblea si ridà appuntamento a giovedì. Termina così, all’1.48, una seduta incredibile, tenutasi in un clima di altissima tensione, con accuse reciproche e colpi di scena continui, ma le attese dimissioni non sono arrivate.


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