Concussione, condannato Caravà - Live Sicilia

Concussione, condannato Caravà

Avrebbe chiesto soldi a un imprenditore per il via libera a un albergo.

l'ex sindaco di campobello di mazara
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MARSALA (TRAPANI) – Ci sono voluti quasi 6 anni ma alla fine la sentenza di condanna è arrivata. L’ex sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, è stato condannato dal tribunale di Marsala a quattro anni e mezzo di carcere per concussione. Caravà, quando era sindaco, avrebbe chiesto denaro all’imprenditore Vito Quinci affinchè questi potesse vedere finalmente approvato un suo progetto di natura edilizia. Stessa accusa per due consiglieri comunali Antonio Di Natale e Giuseppe Napoli, pure loro oggi condannati. Alla base della presunta pretesa dei tre ci sarebbe il voto favorevole in Consiglio comunale per la delibera relativa alla concessione edilizia per la realizzazione di un albergo con 220 camere, da costruire su un’area di circa 80 mila metri quadrati, nella frazione balneare di Tre Fontane.

Di Natale e Napoli avrebbero preteso 21mila euro. Quinci accusò, poi, anche Caravà di avergli chiesto, nel 2005, quando Caravà era ancora consigliere comunale, una o più ‘mazzette’, per circa 30 mila euro, per votare, e far votare anche ad altri colleghi, favorevolmente la delibera relativa al medesimo progetto. Il Tribunale di Marsala, collegio presieduto da Sergio Gulotta, ha accolto dunque le tesi del pm Nicola Scalabrini: per Caravà condanna per concussione a 4 anni e 6 mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici, confisca di beni per equivalente. Di Natale è stato condannato a 3 anni e 6 mesi, Napoli a 2 anni: nei loro confronti i giudici hanno modificato il capo di imputazione, da concussione a 319 quater, ossia da pubblici ufficiali avrebbero abusato della loro qualità per indurre l’imprenditore a pagare la mazzetta richiesta. “Si tratta dell’applicazione della nuova legge Severino che dal reato di concussione ha scorporato – spiega l’avvocato Lillo Fiorello, difensore di Di Natale – l’aspetto induttivo, adesso punito con la nuova fattispecie di reato che si chiama ‘induzione indebita’, che prevede anche la condanna per il soggetto indotto”. Nel caso di Quinci, però, la legge non sarà applicata perché il reato sarebbe stato commesso prima che la stessa entrasse in vigore.

Il Tribunale ha anche riconosciuti come danneggiati il Comune di Campobello di Mazara e l’associazione antiracket Sos impresa. Quinci è stato presente al processo quale parte offesa ed è stato assistito dall’avvocato Carmelo Miceli.


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