Manovra, l'allarme della Uil |"Dove sono le risorse?" - Live Sicilia

Manovra, l’allarme della Uil |”Dove sono le risorse?”

Il segretario generale Barbagallo a Palermo: "Occorrono investimenti". I dubbi di Barone sulla manovra di Baccei

Barbagallo a Palermo
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PALERMO – “Stanno distruggendo le speranze dei giovani”. E’ il grido d’allarme lanciato questa mattina, a Palermo, dal segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo in occasione della prima visita, nel capoluogo siciliano, dopo la sua elezione.

Il mancato utilizzo delle risorse europee risulta uno dei problemi della Sicilia. “Abbiamo incontrato, a Roma, Jyrki Katainen, il vice del presidente della commissione europea Junker e ci ha tragicamente fatto presente come l’Italia utilizzi in maniera pessima i finanziamenti e la Sicilia sia una delle ultime regioni d’Italia”.

“Occorre fare investimenti – rilancia Barbagallo – la Regione deve rivendicare i trasferimenti pubblici e privati e tutte le regioni dovrebbero fare fronte comune contro l’austerità che ci ha imposto il governo della Merkel”.

Le cifre che preoccupano il sindacato sono quelle che riguardano la richiesta della cassa integrazione. Nel 2014 sono state autorizzate in Sicilia 36 milioni e 800 mila ore di CIG, l’8,4% in meno rispetto al 2013. In Sicilia oltre 18 mila persone usufruiscono dell’ammortizzatore sociale e soltanto a Palermo c’è stata una crescita del ricorso alla CIG del 38%. Le richieste per accedere all’ammortizzatore sociale sono molte e non tutte vengono soddisfatte per mancanza di risorse.

“Il 2015 è l’anno dei contratti per il pubblico impiego e per il settore privato – annuncia il segretario generale – lunedì prossimo, nel corso di un incontro, la Uil proporrà un nuovo modello di contratto che offriremo a Cgil e Cisl per una valutazione generale. Riteniamo che il Job Act sia la più grande illusione del governo nazionale, stiamo aspettando di avere tutto il pacchetto. Ancora non sappiamo, ad esempio, se toglieranno dalla delega i licenziamenti collettivi perché quelli ci impediranno di risolvere i problemi delle aziende in crisi”.

Sul tema delle pensioni Barbagallo va giù duro: “Ieri sera ho chiesto ufficialmente al ministro del lavoro Poletti di convocarci e la sua unica risposta è stata che è un problema sociale. Abbiamo precisato che presto diverrà un problema tragico e attendiamo di essere convocati altrimenti metteremo in atto iniziative”.

Critico verso il governo regionale e la manovra dell’assessore all’economia Baccei si schiera il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone “occorre un miliardo e mezzo di euro per approvare il Bilancio regionale e chiudere la Finanziaria e ad oggi non ci sono le condizioni. Aleggia il fantasma del commissariamento della nostra regione ma in verità non lo vuole nessuno né a livello regionale perché c’è il terrore di tornare a votare, né a livello nazionale perché nessuno vuole prendersi la responsabilità di governare”.

Tra le vertenze siciliane che preoccupano maggiormente Claudio Barone, c’è l’accordo con l’Eni a Gela: “Sono previsti due miliardi di euro in seguito alla chiusura della raffineria. Soldi che devono essere spesi in centrali per biomasse e prospezioni petrolifere cioè lavoro per chimici, edili, metalmeccanici e agricoltura. Il governo regionale non ha nemmeno richiesto il riconoscimento dello stato di crisi per Gela, necessario per fare partire gli investimenti”. A preoccupare seriamente il sindacato è anche il cantiere navale di Palermo. E’ ancora fermo l’appalto per la costruzione di un super bacino galleggiante da 80 mila tonnellate per realizzare trasformazioni navali e offshore. “Se questo progetto non partirà – conclude Barone – il cantiere che è un polo di eccellenza rischia di chiudere”.

La Uil ha intenzione, per il prossimo 1° maggio, di andare a Lampedusa con un traghetto sia per esprimere la propria solidarietà alla popolazione che per “porre le basi per una politica di cooperazione anziché esportare democrazia con i carri armati e importare terroristi on i barconi”.

Amara la costatazione con la quale Barbagallo chiude l’intervento: “Occorre investire in infrastrutture e tecnologia purtroppo però nel nostro Paese si spende di più per i ricercati che per la ricerca”.

 


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