Rebus due: Lucia si dimette?| L'assessorato e il rischio limbo - Live Sicilia

Rebus due: Lucia si dimette?| L’assessorato e il rischio limbo

A una settimana dall'annuncio delle dimissioni, sul futuro di Lucia Borsellino non c'è ancora chiarezza. Un'incertezza che la Sanità siciliana non si può permettere duri troppo a lungo

PALERMO – C’è un dettaglio forse non proprio da poco che nel marasma mediatico e politico in cui è precipitata negli ultimi giorni la Sanità siciliana non appare chiaro. E sul quale sarebbe legittimo, alla luce della gravità dei fatti in questione, ottenere qualche parola di chiarezza. Il “dettaglio” si riassume brutalmente in un interrogativo abbastanza elementare: l’assessore regionale alla Salute è dimissionario o no?

Il rebus al momento resta senza soluzioni. Giusto una settimana fa, era il 13 febbraio, Lucia Borsellino dichiarò all’Adnkronos, dopo le parole durissime del ministro Lorenzin sul caso della morte della piccola Nicole: “Ritengo che non ci siano più gli elementi minimi perché io possa proseguire il mio mandato, ecco perché annuncio le mie dimissioni”. Puntuale come un orologio, secondo un consumato copione del gran teatro della politica, era subito scattato il coro di “ripensaci Lucia”. Lucia ci ha ripensato? La domanda non ha ancora una risposta netta e definitiva: siamo ancora nel limbo dell’indeterminatezza, del forse sì o forse no

Due giorni fa, parlando a sala d’Ercole, l’assessore non ha toccato il tema dimissioni. Il suo monologo a cui non è seguito un confronto, è stato applaudito da quella stessa politica che da tempo si ritrova sul banco degli imputati per aver reso la sanità siciliana terra di conquista. Dopo il passaggio d’Aula, il governatore Rosario Crocetta aveva detto ai giornalisti di considerare “rientrate” le dimissioni della Borsellino. “Le mie dimissioni non sono ancora rientrate, non ho ancora deciso. Per ora mi sto occupando del caso della piccola Nicole”, aveva invece detto l’assessore all’Adn. E l’indomani, i retroscena dei giornali davano la faccenda tutt’altro che chiusa, raccontando di una Borsellino propensa al passo indietro, ma determinata prima a fare chiarezza sulla tragedia di Catania.

Una settimana è trascorsa e l’incertezza resta. Lasciando l’assessorato di piazza Ottavio Ziino in una bolla di precarietà, con alla testa un assessore che potrebbe aver stampata la data di scadenza. Ma quanto a lungo la Sanità siciliana, tanto più in un momento come questo, può permettersi di rimanere appesa ai capricci della politica politicante?

L’assessore Borsellino si trova certo di fronte a un difficile bivio. E le sue dichiarazioni di venerdì scorso rendono più scomoda la sua già non semplice posizione. Perché se alla fine Lucia sceglierà di restare al suo posto, entrerà suo malgrado in quell’affollatissimo club che annovera quanti non danno le dimissioni ma le annunciano, salvo poi rimanere sulla propria poltrona a gentile e corale richiesta. Una sequenza che rievocherebbe pantomime da deputaticchi di terz’ordine e che poco si concilierebbe forse con quell’immagine di diversità, con quello specialissimo status di cui la Borsellino ha goduto nel panorama dei Palazzi siciliani, in forza della sua vicenda umana e familiare, da lei sempre trattata con una cifra di sobrietà e pudore universalmente apprezzata. Così è stato anche quando la sanità siciliana si è trovata al centro di bufere mediatiche e politiche, come nei giorni del caso Humanitas. Un ripensamento sulle dimissioni potrebbe far sbiadire quella linea di demarcazione, e collocare Lucia Borsellino nel lungo elenco degli assessori che non hanno saputo sottrarre la Sanità, con tutto ciò che significa per la vita dei cittadini, ai giochi perversi del sottobosco politico.

D’altro canto, forse lei stessa ritiene che le dimissioni scatenerebbero una nuova e più spregiudicata guerra di potere in una Sanità che suscita sempiterni appetiti. Certo, qualsiasi scelta non sarà semplice. Ma ogni giorno che passa, tanto più in mezzo alla bufera che si è scatenata dopo il caso Nicole, suggerisce di assumere quella decisione, quale che sia, senza perdere ancora troppo tempo. Il maledetto metodo del dire e non fare, cara Lucia, lasciamolo a Rosario Crocetta e alla sua indecente visione della cosa pubblica.


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