"Bruceremo il Mediterraneo" | Isis, minaccia alla Sicilia - Live Sicilia

“Bruceremo il Mediterraneo” | Isis, minaccia alla Sicilia

All'inizio della storia, l'Isis era un'ombra scura, confusa nel cromatismo emotivo dei telegiornali. Poi arrivò l'orrore delle decapitazioni, ora la minaccia riguarda la Sicilia e il gasdotto che la collega al Nordafrica.

la crisi a pochi passi
di
2 min di lettura

Il vantaggio strategico della barbarie nei confronti della civiltà risiede nell’idea del limite. Quel confine che, secondo gli uomini civili, non potrà mai essere oltrepassato. Quella fragile linea tra orribile e indicibile che i barbari attraversano in fretta, perché il suo superamento sta inscritto nella natura di ciò che sono e fanno.
All’inizio della storia, l’Isis era un’ombra scura, confusa nel cromatismo emotivo dei telegiornali. Il profilo del rischio si è ingrossato, con una escalation che ha un evidente scopo di choc psicologico.

E vennero gli innocenti sgozzati mentre imploravano grazia – chi rammenta più i loro nomi? -, l’americano, il giapponese, l’occidentale, nell’atroce manuale delle barzellette del Califfato. Tutti protagonisti nel ruolo della vittima inginocchiata in attesa della fine. E venne il pilota bruciato vivo. E vennero i cristiani decapitati in riva al mare. E vennero i curdi, mostrati in gabbia, con tanto di speaker microfonato, come in un Festival di Sanremo dell’inumanità.

E venne, infine, la minaccia alla Sicilia e al suo gasdotto. L’orribile – l’orrore che almeno può essere detto – ce lo siamo già lasciati alle spalle; viaggiamo spediti verso l’indicibile. Tra le ultime aggressioni verbali in rete, dunque, non c’è solo il Colosseo deturpato e sormontato dalla bandiera nera di Al Baghdadi, spicca una mappa con il gasdotto siculo-libico che unisce Gela e Tripoli. Si chiama ‘Greenstream’; arriva dai giacimenti di Wafa. L’epigrafe di twitter recita: “Le onde ancora ci separano, ma questo è un mare piccolo, è una promessa al nostro Profeta. State attenti, ogni stupido passo vi costerà caro. Ogni stupido passo incendierà tutto il Mediterraneo”.

Due sono gli estremismi da rifuggire: né il panico, né l’indifferenza ci soccorreranno. Ogni ombra all’orizzonte esprime un suo funzionale codice del terrore. Le efferatezze in serie dell’Isis altro non sono che marketing e show. Servono per creare un’immagine associata alla paura, perciò bisogna mantenersi freddi. Ma non sarebbe nemmeno consigliabile fare spallucce al cospetto dei barbari: opera che sta superbamente riuscendo a questa nostra irresponsabile classe politica isolana che non ha mai messo la questione al centro del suo discorso pubblico. Si amministrano prebende e consulenze, ma a nessuno degli ottimati, tra Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni, è venuta in mente una approfondita riflessione sul problema.
L’Isis, intanto, pianta le sue bandiere. Ha mezzi, uomini e soldi. E’ incredibilmente vicino. E ha già passato quel limite che solo le nostre illusioni considerano invalicabile.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI