Ismett, la paura dei malati: | "Non toglieteci l'ultima speranza" - Live Sicilia

Ismett, la paura dei malati: | “Non toglieteci l’ultima speranza”

L'Ismett

La convenzione dell'Ismett scadrà il prossimo 31 marzo. Mentre la politica discute, fra promesse, accenni e intenti, c'è chi soffre per l'incertezza, perché il domani ha assunto i colori della rassegnazione.

La convenzione e l'attesa
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PALERMO- Spostate un quadro da una parete all’altra, nella stanza di un malato. Gli avrete capovolto il mondo. La sofferenza ha almeno bisogno di una prospettiva certa su cui poggiare. Ha bisogno che ogni cosa, intorno, rimanga al suo posto, per non trasformarsi in cupa disperazione.
Invece, si respira un crepuscolare sentimento di rassegnazione tra le corsie dell’Istituto Mediterraneo Trapianti. La convenzione tra l’Ismett e la Regione è scaduta il 31 dicembre, poi è stata prorogata fino al 31 marzo. Quale sarà lo scenario del prossimo primo di aprile? “La firma arriverà presto”, ha giurato, dal palco delle Leopolda, il plenipotenziario renziano, Graziano Delrio. Il presidente Crocetta nicchia, ma si dice pronto anche lui a firmare.

Intanto, nel balletto della politica, sfuma il vero centro del discorso: l’inquietudine dei pazienti. Sulle loro teste si sta spostando qualcosa di molto più grande di un quadro. Di giorno in giorno, la sofferenza aumenta, perché non trova più i consueti punti d’appoggio. “Lei dovrebbe guardare gli occhi delle persone, come li guardo io. Tutti vogliono sapere cosa succederà. E vogliono saperlo da me, quando vado in ospedale. Cosa sarà dopo il primo aprile? Leggo molte dichiarazioni di intenti, ma nessuno ha una risposta definitiva e finora la nuova convenzione non c’è”. A parlare è Salvatore Camiolo, presidente dell’Astrafe – l’associazione che segue i trapiantati di fegato –;  lui stesso ha subito un trapianto molti anni fa: “E sarò eternamente grato al mio ignoto benefattore. So che, all’epoca, era più giovane di me e che fu molto più sfortunato di me. Le persone come noi, quelli che sono sopravvissuti grazie alla generosità di un altro uomo che non c’è più, vanno avanti come per pagare un debito”.

“La gente vuole sapere – continua Salvatore –. Ha interventi da programmare, scadenze e aspettative. Le vaghe promesse non bastano più”. C’è una petizione sul web, già siglata migliaia di volte. Si legge: “Ismett, istituto mediterraneo trapianti e terapie di alta specializzazione è un centro di eccellenza per la sanità siciliana, il personale è competente, l’ambiente pulito, ordinato ed accogliente, non sembra neanche di essere in una struttura di cura per gravi patologie. I pazienti sono seguiti scrupolosamente e accompagnati nel loro percorso, per la gran parte sono persone destinate al trapianto di un organo. Nonostante i risultati documentati, la fama internazionale, l’attività di ricerca in collaborazione con l’Università di Pittsburgh, il presidente Crocetta ha lasciato scadere la convenzione, lasciando nel panico tutti i pazienti in cura, le loro famiglie, il personale tutto. Noi non ci stiamo e chiediamo l’immediato rinnovo della convenzione con la Regione siciliana”.

“Ricordo i tristi tempi passati – spiega Salvatore -. Per affrontare i costi di un trapianto era necessario disporre di ingenti possibilità economiche. Era obbligatorio partire, sostenendo le spese dell’alloggio fuori. Chi non poteva permetterselo, moriva. L’Ismett rappresenta una opzione disponibile per i siciliani. All’epoca la sua nascita fu un miracolo; la politica seppe creare terreno fertile nel segno dell’interesse generale. Ora, non vorrei che un patrimonio del genere si perdesse per calcoli di basso spessore”.

Perché, in fondo, ogni vicenda di Sanità isolana è sempre una storia di voti, di conti e di consenso; di cappelli da mettere su questo o quel pezzo, specialmente quando funziona. Ed è fatale che sia così anche per l’Ismett, che ha come soci la Regione, il ministero della Salute e l’Università di Pittsburgh. Ma qui il potere è appena un dito di polvere sulla parete che regge le speranza appesa al chiodo della sofferenza. Qualcuno saprà tenerlo a mente?

 


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