Lucia come Nelli Scilabra? | I doppi giochi della Sanità - Live Sicilia

Lucia come Nelli Scilabra? | I doppi giochi della Sanità

Crocetta difese a lungo la giovane titolare della Formazione, ma poi fu "costretto" a metterla fuori dalla giunta. Oggi l'assessore alla Salute si sente sola. A parte il governatore, nessuno l'ha difesa dagli attacchi del ministro Lorenzin. Sono partite le grandi manovre per sostituirla. E lei, che al momento 'galleggia' nell'indecisione su diverse questioni, dall'Ismett ai manager catanesi, potrebbe lasciare dopo aver chiuso il "caso Nicole".

L'assessore nel ciclone
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PALERMO – E se il destino di Lucia fosse simile a quello di Nelli? La storia sembra la stessa, con le dovute differenze nei dettagli di volti e nomi: Lucia Borsellino fuori dalla giunta, anche e soprattutto a causa del pressing romano e della “resa” del governatore. L’ipotesi non è più così fantasiosa e di sicuro non sarebbe un fatto inedito. Già la giovane studentessa, difesa da Rosario Crocetta con un fervore ammirevole, è stata alla fine accompagnata alla porta. C’era da fare un governo nuovo, quello della svolta. Qualche sacrificio si doveva pur fare. Stavolta cambierebbe solo lo strumento. Stavolta potrebbero davvero essere dimissioni.

Chi vive vicino a lei, i pochi che oggi riescono a comunicare con l’assessore, sono convinti che tra poco lascerà. Dieci giorni, due settimane. A meno che non giungeranno segnali che la invitino a ripensarci. Lucia Borsellino si sente sola. Una sensazione raccontata in modo chiaro oggi dal quotidiano La Sicilia, e avvalorata dalle condiderazioni dei suoi amici. Si aspettava, l’assessore, e ancora si aspetta qualcosa. Una voce, un intervento autorevole che funga da “contrappesso” nei confronti delle parole del ministro Beatrice Lorenzin, durissime nelle ore in cui si materializzava la tragedia della piccola Nicole. Ma dure ugualmente oggi (o meglio ieri, in tv), quando gli animi dovrebbero essere distesi. E l’emozione dovrebbe aver lasciato il posto alla politica. Politica che ha celebrato, nel weekend, la liturgia rottamo-riciclona della Leopolda, alla presenza della stessa Borsellino, applaudita al suo arrivo. Poi, poco più.

In mente solo l’Ismett

Si è parlato di Sanità alla Leopolda, però. Ma nessuno, a parte il governatore Crocetta che si era già espresso in questo senso nei giorni scorsi, ha preso le difese dell’assessore. Nessuno. Alla Leopolda si è parlato di Sanità, cioè dell’Ismett. Il centro di altissima specializzazione che sembra stare molto a cuore ai sottosegretari di Matteo Renzi, cioè Graziano Delrio e Davide Faraone: “In Sicilia – ha detto quest’ultimo – esistono due Sanità: quella dell’Ismett e quella delle aziende catanesi. Noi dobbiamo difendere la prima”.

“Firmeremo presto la convezione” ha ribadito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dal palco della Leopolda. Delrio ha raccolto l’appello lanciato da Ugo Palazzo, tra i partecipanti alla Leopolda e direttore sanitario dell’Istituto di cui la Regione siciliana, il ministero della Salute e l’università di Pittsburgh sono partner. “Non vorrei pagare lo scotto della rigidità – ha detto Palazzo – ci sono forze trasversali che vogliono mandare via il partner americano dalla Sicilia”. Delrio è intervenuto dicendo che “L’Ismett è una ricchezza”. Ma sull’Ismett, la cui convenzione con la Regione scadrà il 31 marzo prossimo, si starebbe giocando una partita più ampia di quello che le schermaglie sicule farebbero immaginare. Poche settimane fa, Faraone aveva parlato del rischio “normalizzazione” per quel centro, da parte del governo regionale. Un governo che sarebbe pronto a rinnovare la convenzione. Ma sforbiciando di un terzo il budget annuale finora assicurato e superiore ai 90 milioni di euro. Una soluzione che non piace ai “renziani”. E i dubbi sulla firma di quell’atto potrebbero investire Lucia Borsellino, aggiungendosi alle critiche già espresse in maniera chiara da Beatrice Lorenzin. Secondo i più vicini all’assessore, parole dovute anche alla “sintonia” del ministro del Nuovo centrodestra di Alfano, col mondo delle cliniche private siciliane.

E in effetti nulla il sottosegretario all’Istruzione ha detto sulla sua compagna di governo, nemmeno sulla paventata possibilità del commissariamento della Sanità siciliana. Nessuna parola, da Faraone. E Lucia sembra non aver gradito. Anche perché ormai l’assessore avverte una sorta di accerchiamento. E nemmeno le rassicurazioni pubbliche del governatore la rassicurano più.

Lucia come Nelli?

Perché in effetti pare di assistere a un film già visto. Quello che contava, nel ruolo di protagonista, un altro assessore-simbolo della rivoluzione crocettiana. Il presidente nei mesi scorsi, infatti, ha pubblicamente e in tutte le sedi difeso la “intoccabile” Nelli Scilabra. Almeno, appunto, nelle dichiarazioni pubbliche. Ha fatto da scudo alla mozione di censura che era stata presentata contro la studentessa in giunta, dalle opposizioni. Alla fine, l’ha dovuta “sacrificare”, sull’altare della real politik e dei rapporti necessari con Roma, per provare a mettere su la giunta “di alto profilo” e soprattutto assicurarsi i margini per chiudere il bilancio della Regione. A sottolineare, però, l’”apparenza” di certe prese di posizione del presidente, ecco la scelta di Crocetta di richiamare pochi giorni dopo, nel ruolo a lei più gradito cioè al vertice del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello. La dirigente, cioè, che aveva apertamente delegittimato, anche in occasione di una drammatica commissione a Palazzo dei Normanni, la giovane assessora colpevole, secondo la burocrate, di aver sacrificato sull’altare della propria smania di visibilità, il destino dei tanti giovani partecipanti al click day. Il rientro di Anna Rosa Corsello altro non è stato se non la vittoria, gustata “fredda”, del potentissimo cerchio magico del governatore e in particolare della plenipotenziaria di Palazzo d’Orleans, cioè Patrizia Monterosso.

Il cerchio magico della Sanità

Il film sembra proprio lo stesso. Con tanto di nuova mozione di censura a pendere sul capo dell’assessore, le difese “d’ufficio” del governatore, e l’ombra del “cerchio magico” ad allungarsi sul governo. Stavolta il cerchio ristretto e specialistico della Sanità crocettiana. Quella che per lungo tempo ha poggiato sul fortino dell’ospedale Villa Sofia-Cervello, guidata dal commissario fedelissimo del governatore Giacomo Sampieri, indagato nel marzo scorso, anche per le modalità di nomina del primario Matteo Tutino, anche lui vicinissimo al presidente. Il manager, dopo l’avvio delle indagini, è stato al centro di una reazione forte della commissione Salute all’Ars guidata da Pippo Digiacomo e dello stesso assessore Lucia Borsellino. Pronta, in quell’occasione, a revocare l’incarico a Sampieri. Un atto che avrebbe pregiudicato, per il manager, l’attribuzione di nuovi incarichi nei mesi successivi. In quell’occasione, Crocetta ofrrì a Sampieri il salvacondotto delle “dimissioni spontanee”. Un passaggio che oggi appare persino ironico. Visto che è proprio il nome di Sampieri quello più accreditato a sostituire Lucia Borsellino. E anche qui, sembra un film già visto. Quando il governatore fu costretto a liberarsi di Nelli Scilabra, impose nello stesso assessorato una sua fedelissima come Mariella Lo Bello. C’è questo, sul tavolo scottante dei rapporti Regione-Stato riguardo anche sulla Sanità. Una concertazione che si incrocia anche con i dialoghi utili a chiudere il bilancio. Crocetta vuole far “pesare” il tema della convenzione con Ismett, ad esempio, per garantirsi uno “sforzo” più generoso dell’esecutivo di Renzi nel riconoscimento dei fondi alla Regione. Il primo, vero pensiero del governatore al momento è quello. Poi, c’è anche l’eventuale “dopo-Borsellino”. E se Roma lo costringerà a dire addio all’assessore o se quest’ultima deciderà di gettare la spugna, vorrà piazzare un fedelissimo. E il nome, è proprio quello dell’ex commissario di Villa Sofia.

L’assessore “galleggia”

Lucia Borsellino, intanto, “galleggia”. Un po’ su tutto. Anche sulla vicenda dell’utilizzo in Sicilia dei farmaci per la cura dell’Epatite C, già diffusi in molte Regioni d’Italia. Anche su questo punto, il ministro Lorenzin ha invitato “a far presto”. Ma nell’Isola il medicinale in grado, pare, di sconfiggere la malattia, ancora non c’è. E non sarebbero stati individuati i soggetti che dovranno somministrarlo, come denunciato anche dal Movimento cinque stelle all’Ars.

Lucia al momento ha la mente alla piccola Nicole. Bisogna chiudere quella storia. Il resto, per adesso, può attendere. Anche quella coplicata vicenda dei manager della Sanità catanese Paolo Cantaro e Angelo Pellicanò. La loro nomina è saltata dopo una interpretazione personale (suggerita dall’Avvocato dello Stato) del decreto Renzi che stoppa gli incarichi per i pensionati. Si attende nei prossimi giorni una specie di giudizio “brevissimo” del Tar. Quindi, si attende. Ma anche in questa vicenda, l’assessore si è sentita sola. Ha chiesto alla giunta di deliberare la revoca di quelle nomine. E si è scontrata con la diffidenza dei colleghi in giunta: “Se vuole, sia lei a prendersi questa responsabilità”. Erano i giorni in cui il dirigente Salvatore Sammartano veniva inviato alla Ragioneria generale, e qualche settimana dopo l’addio alla Seus di Angelo Aliquò, che aveva già incontrato ostacoli di ogni tipo per giungere alla guida della società che gestisce il 118. Tutti motivi che, come avevamo raccontato alcune settimane fa, avevano già raffreddato i rapporti tra l’assessore e Rosario Crocetta.

Le dimissioni però, stando alle poche parole della Borsellino, erano solo “un annuncio”. L’assessore si riserverà successivamente di prendere una decisione. E pare che oggi gli elementi che possano entrare nella riflessioni di Lucia siano essenzialmente due. Il primo, è la risoluzione del “caso Nicole”. Il secondo, una presa di posizione forte del governo Renzi sulle ipotesi di commissariamento e sulle durissime critiche del ministro Lorenzin. Se questa “difesa” non arriverà, Lucia è pronta a lasciare. In tanti, non solo tra chi l’ha attaccata finora, ma anche tra quelli che apparentemente la difendono, sono pronti a stappare una bottiglia.


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