Tentata estorsione al vicesindaco| A giudizio anche un ex deputato - Live Sicilia

Tentata estorsione al vicesindaco| A giudizio anche un ex deputato

Dovranno rispondere di tentata estorsione l’ex deputato regionale Nino Amendolia e i consiglieri comunali ripostesi Antonino Virgitto e Biagio Daidone.

CATANIA. Si aprirà il 18 ottobre del 2016 davanti al tribunale monocratico di Catania il processo che vede imputati, per tentata estorsione ai danni del vice sindaco di Riposto Gianfranco Pappalardo Fiumara, l’ex deputato regionale Nino Amendolia e i consiglieri comunali ripostesi Antonino Virgitto e Biagio Daidone.

Il Gup di Catania Daniela Monaco Crea ha quindi deciso ieri, al termine dell’udienza preliminare, il rinvio a giudizio per tutti e tre gli imputati. Assente in aula solo l’ex deputato all’Ars.

Per Enzo Guarnera, legale del vice sindaco Pappalardo Fiumara, costituitosi parte civile, non ci sarebbero dubbi sul tentativo di estorsione subito dal proprio assistito per motivi di contrasto politico. A dimostrarlo ci sarebbero i file audio registrati dalla stessa presunta vittima. Per questo l’avvocato di parte civile ha chiesto il rinvio a giudizio degli imputati.

Di tutt’altro avviso Enzo Iofrida, difensore di fiducia di Antonino Virgitto e Biagio Daidone, secondo il quale dagli atti emergerebbe chiaramente l’innocenza dei propri assistiti. Inconsistente, per il legale, la minaccia di una dura opposizione in consiglio, alla base del tentativo di estorsione, considerato che all’epoca dei fatti i due consiglieri comunali sedevano tra i banchi della maggioranza. Mancherebbero quindi i due presupposti fondamentali della tentata estorsione, ovvero la minaccia e la violenza. Niente di tutto ciò emergerebbe dagli atti. Le registrazioni audio invece testimonierebbero, sempre per la difesa, la richiesta di un prestito di denaro avanzata da Daidone a Pappalardo Fiumara. Nulla di insolito visti i legami di amicizia tra i due e i precedenti prestiti già avvenuti in passato. La somma di 5000 euro, inoltre, non sarebbe stata pretesa dai due consiglieri ma sarebbe stata offerta, dice in aula l’avvocato Iofrida, nel corso di una riunione di maggioranza avvenuta nello studio privato del sindaco di Riposto Enzo Caragliano. In quella circostanza, secondo la ricostruzione della difesa, già resa in sede di interrogatorio davanti al sostituto procuratore Agata Santonocito, il primo cittadino si sarebbe appartato con Antonino Virgitto, al cui gruppo politico spettava un posto in giunta, e gli avrebbe proposto di aspettare un po’, ottenendo in cambio una somma in denaro di 5000 euro. Ma Virgitto non avrebbe accettato quei soldi. La circostanza è stata negata, come riferito in aula dallo stesso Iofrida, dal sindaco Caragliano, sentito successivamente dal pm. Ma dai file audio registrati da Pappalardo Fiumara, questo ha sottolineato la difesa, si evincerebbe come la stessa presunta vittima fosse al corrente di quell’offerta.

Per questi motivi il legale della difesa ha chiesto una sentenza di non luogo a procedere. Stessa richiesta è stata avanzata per l’imputato Antonino Amendolia dal legale Luigi Latino, in sostituzione del difensore di fiducia Carmelo Peluso. “Mi aspettavo il rinvio a giudizio – commenta il legale Enzo Iofrida – Ma provvederemo a depositare una motivata istanza di anticipazione dell’udienza, perché se il trascorrere del tempo è certamente utile ai colpevoli, non lo è per chi è estremamente convinto della propria innocenza”.

Si dice soddisfatto per l’esito dell’udienza preliminare il vice sindaco di Riposto, che ripercorre la vicenda. “Da quando ho denunciato mi sento sereno – dichiara Gianfranco Pappalardo Fiumara – Non sento più l’angoscia di quei giorni. Quando sono iniziate le richieste di denaro, nel luglio del 2013, pensavo che si trattasse di uno scherzo. Quando poi hanno chiesto più volte quella somma, dicendomi che si trattava di una promessa del sindaco, come emerge dalle registrazioni, sono subito andato dal primo cittadino per chiedere chiarimenti. Ma lui ha negato tutto e mi ha consigliato di denunciare. Quando hanno capito – prosegue il vice sindaco – che non avrei dato loro quello che chiedevano, hanno iniziato una dura opposizione tra le fila della maggioranza. Adesso il processo chiarirà tutto. Mi affido, come ho sempre fatto, alla magistratura, qualsiasi sarà l’esito del procedimento. Il mio legale – conclude – chiederà ufficialmente al comune di Riposto la costituzione di parte civile poiché è stata lesa l’attività di un amministratore pubblico”.

Anche Giovanni Bonanno, presidente dell’Asaec di Catania, annuncia la richiesta di costituzione di parte civile. “Lì dove ci sono presunti illeciti – spiega Bonanno – l’Asaec da sempre si è costituita parte civile nei processi. Siamo sempre al fianco delle presunte vittime di estorsione. In questo caso – conclude – essendo tra l’altro Gianfranco Pappalardo Fiumara figlio di una nostra socia, riteniamo sia doveroso stargli vicino”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI