Madre e figlia morte folgorate | Tre condanne e tanta amarezza - Live Sicilia

Madre e figlia morte folgorate | Tre condanne e tanta amarezza

Giovanna e Rebecca Pecorella

Giovanna e Rebecca Pecorella furono uccise da una scarica elettrica in bagno. Hanno patteggiato con la sospensione della pena la proprietaria di casa e gli elettricisti che fecero l'impianto nell'abitazione di Partanna-Mondello. I familiari delle vittime: "Questa non è giustizia".

PALERMO – C’è amarezza nelle parole dei familiari delle vittime per una sentenza che, dicono, “è tutto tranne che giusta, anche perché non servirà ad evitare episodi uguali in futuro”. Si è chiuso con un patteggiamento il processo per la morte di Giovanna e Rebecca Pecorella, madre e figlia. Avevano 25 anni la mamma e appena un anno e mezzo la piccola e furono uccise da una scarica elettrica nel bagno di casa.

Il giudice per l’udienza preliminare Agostino Gristina ha condannato con il patteggiamento a due anni Anna Giacalone, proprietaria dell’appartamento, e ad un anno e undici mesi ciascuno Giuseppe e Roberto Gambino, gli elettricisti che fecero l’impianto. Le pene sono state sospese per tutte e tre gli imputati di omicidio colposo  Un altro Gup, pochi mesi fa, respinse la richiesta di patteggiamento, sempre a due anni, avanzata dalla Giacalone. Una pena ritenuta allora insufficiente per chiudere il conto con la giustizia.

Una morte assurda. Nel febbraio 2013, in via Dionisio, nella borgata di Partanna Mondello, la donna aveva finito di fare il bagno alla bimba che fu raggiunta da una scarica elettrica non appena toccò il bordo della vasca. Il contatto fu fatale anche per la madre. Secondo l’accusa, l’impianto elettrico dell’abitazione non era a norma. In bagno mancava il filo di terra che avrebbe evitato la dispersione di corrente. Sarebbe stato tolto durante i lavori di rifacimento dell’impianto.

Gli avvocati Vincenzo Pillitteri, Laura Sanfratello, Floriana Magro, Simona Catalano e Francesca Cellura che assistono le parti civili, a cominciare da Alessandro Giordano, marito e padre delle vittime, si rivolgeranno alla Procura generale per chiedere il ricorso in Cassazione. Ai familiari con questa sentenza spetta solo il risarcimento delle spese legali.

 


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