Tutte le strade portano al Borgo| Un rione al centro di mille inchieste - Live Sicilia

Tutte le strade portano al Borgo| Un rione al centro di mille inchieste

Uno scorcio della piazza del Borgo Vecchio, a Palermo

L'omicidio Fragalà. Il delitto Di Giacomo. Il pizzo, le retate, gli avvicendamenti al vertice di Cosa nostra. Il nuovo numero di "S" in edicola, passa in rassegna i fatti e le inchieste che toccano il popolare quartiere al centro di Palermo. COMPRALO QUI

Dal mensile "S" in edicola
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PALERMO – Popolare quartiere e crocevia di intrecci mafiosi. Tutte le inchieste degli ultimi tempi sulla mafia palermitana passano da Borgo Vecchio. A puntare i riflettori su questo piccolo regno – chiuso al mondo esterno, strategicamente importante anche per la vicinanza alle vie del centro città, che sono lì a pochi passi – è il nuovo numero di “S”, in edicola da venerdì scorso.

C’era e c’è grande fermento al Borgo dove i boss, vecchi e nuovi, si sentono al sicuro. Le inchieste Apocalisse, 1 e 2, hanno dimostrato, ad esempio, che nel quartiere erano di casa personaggi come Pietro Magrì, Gregorio e Domenico Palazzotto, oggi al 41 bis perché considerati capimafia dell’Arenella. Per i summit sceglievano una taverna del Borgo pur vivendo dall’altra parte della città.

Le microspie hanno captato le conversazioni nei mesi antecedenti e successivi all’arresto di Antonino Ciresi, braccio destro del capo mandamento Alessandro D’Ambrogio che lo avrebbe voluto accanto a sé affidandogli la reggenza della famiglia di Borgo Vecchio. Si tratta di quel Ciresi che i carabinieri hanno più volte visto presenziare agli incontri che D’Ambrogio convocava al ristorante “Il Bucatino” di via Principe di Villafranca. Una trattoria diventata luogo di summit mafiosi e di recente sequestrata al proprietario Maurizio De Santis nella stessa misura di prevenzione che ha colpito il suocero Luigi Salerno. Giuseppe Di Giacomo, poi assassinato alla Zisa, aveva incaricato Alessandro D’Ambrogio di avvicinare Salerno per chiedergli un finanziamento da 100 mila euro per un traffico di droga.

E sono state sempre le intercettazioni in carcere fra i due fratelli ad alimentare il sospetto che proprio al Borgo Vecchio si debba scavare per trovare la verità sull’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà. “…Ma non è che sono stati quelli del Borgo?”, chiedeva Giovanni. “Sì”, rispondeva il fratello. Era il 19 luglio 2013. Per la verità proprio al Borgo hanno puntato le indagini sul caso archiviate di recente. Ma c’è anche dell’altro. Dal pizzo alle tracce degli emergenti. Dalle ultime retate agli avvicendamenti al potere. Perché tutte le strade portano al Borgo.

Il servizio completo, con le intercettazioni, gli scenari e i retroscena inediti, sul numero di S, in edicola. Clicca qui per acquistare la versione digitale.


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