PALERMO – Gli arabi prima, i messicani poi e infine i russi. Zamparini ci prova in tutti i modi a portare nuove liquidità nel club rosanero e la pista estera sembra essere l’unica percorribile, in un momento di piena crisi per l’Italia, non solo dal punto di vista calcistico. In quella che aveva tutti i crismi della serata di gala, sabato scorso al “Renzo Barbera”, il patron del Palermo si è presentato allo stadio per assistere all’incontro con la Juventus insieme ad alcuni imprenditori russi. Soci in affari del numero uno di viale del Fante, ma di affari che al momento trascendono il mondo del calcio, come lo stesso Zamparini ha ammesso al TGR Rai: “Con loro abbiamo parlato di altre cose che vanno al di là del calcio”, ha chiuso in maniera netta il presidente del Palermo, che però non fa mistero di voler trovare nuovi elementi da inserire in società per rendere più forte economicamente il club.
Più forte sì, ma più stabile no. Perché il Palermo è già stabile di suo, e anche senza iniezioni di capitale da parte di possibili nuovi investitori resta una società capace di muoversi con le proprie gambe. Un motivo di vanto per Zamparini, in un periodo dove anche in serie A si respira nuovamente aria di fallimenti: “In questo momento al Palermo non serve alcun aiuto. Si tratta di una società florida e i miei soci si stanno innamorando della piazza. Certo, l’importante è che poi mettano i soldi”. Ma con o senza soci, russi o messicani che siano, il Palermo è destinato a veder rimpinguare le proprie casse tramite l’unico vero mezzo di sostentamento per i club medio-piccoli, ovvero le plusvalenze. Per giugno è già messa in programma una valutazione monstre con la cessione di Paulo Dybala, che porterebbe il Palermo in una situazione economica di massima tranquillità: “Il Palermo dal punto di vista finanziario sta bene – ribadisce Zamparini – e quando cederà Dybala starà benissimo”.
Se economicamente il Palermo prosegue la sua marcia verso una piena stabilità, a livello societario si è caratterizzato per l’ormai solito viavai di dirigenti. Apparentemente terminata la fase di insofferenza nei confronti degli allenatori, adesso a farne le spese sono i direttori sportivi e gli amministratori delegati. A ottobre toccò a Franco Ceravolo, adesso ad aver fatto le valigie è Andrea Cardinaletti, che Zamparini portò a Palermo proprio per tenere d’occhio i conti della società. Senza l’ex presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Zamparini si ritrova nuovamente da solo a gestire la cassa: “Non cerco un nuovo amministratore delegato, sarò io a sostituire Cardinaletti. Spero semmai di trovare un economo palermitano che mi aiuti a veicolare le entrate e le uscite. Vorrei che sia un palermitano a farlo e ho già una lista con quattro-cinque nomi”.
Tutto dunque nuovamente nelle mani di Zamparini, che intanto pensa al Palermo del futuro. Un Palermo da plasmare insieme a Beppe Iachini, ancora alla guida dei rosanero, e con qualche nuovo elemento da lanciare: “L’obiettivo è di migliorare rispetto a quanto fatto in questa stagione, la squadra l’ho disegnata con Iachini e stiamo cercando altri giocatori. Arriverà gente di qualità, molti giovani e qualcuno meno giovane. Gerolin, il mio osservatore, è in Sudamerica e mi porterà una lista di 30-40 giovani, vedremo come fare”. Da questi giovani sudamericani si cerca l’erede di Paulo Dybala, la cui valutazione lievita ogni giorno che passa: “La mia valutazione del giocatore è sui 40 milioni, ma può darsi che valga di più. Ci sono squadre italiane e straniere”.
