Protestano i lavoratori |da mesi senza stipendio - Live Sicilia

Protestano i lavoratori |da mesi senza stipendio

Tredici lavoratori quest’oggi hanno protestato dinanzi la sede dell’ente. Dalla loro parte una sentenza – secondo i lavoratori – mai ottemperata, che obbligherebbe l’ente ai pagamenti delle spettanze.

Consorzio di Bonifica
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CATANIA. Un’ennesima protesta dei lavoratori del Consorzio di Bonifica 9 quest’oggi dinanzi la sede dell’ente, in via Centuripe. Una vicenda ancora una volta complicata e finita in tribunale che vede tredici famiglie senza stipendio da parecchi mesi e con in mano una sentenza che intimerebbe l’ente etneo al pagamento di tutte le spettanze. Secondo i lavoratori, infatti, il consorzio non avrebbe ancora ottemperato alle disposizioni contenute nell’ordinanza emessa dal Tribunale del Lavoro nel febbraio 2014. “Siamo stanchi di essere presi – spiega Umberto Parisi, uno dei dipendenti – in giro dalle Istituzioni. Crocetta parla di legalità, ma poi è la Regione in primis a non ottemperare ad una sentenza esecutiva, emessa da un giudice”. La protesta di oggi, si sarebbe risolta con un nulla di fatto. I lavoratori avrebbero incontrato la dirigenza del consorzio la quale avrebbe riferito loro che la questione dovrebbe risolversi in seno alla regione e con l’intervento del Commissario Unico.

Per farla breve: assunti come precari nel lontano 2006, ricorrono al giudizio del Tribunale del Lavoro al fine di ottenere la stabilizzazione contrattuale. I tredici lavoratori stagionali in questione, in base alle ore di lavoro svolte e alla qualifica posseduta, chiedevano al consorzio l’assunzione a tempo indeterminato e la dichiarazione di nullità del rapporto lavorativo cui erano soggetti. E la sentenza avrebbe dato loro perfettamente ragione, riconoscendo l’illegittimità dei contratti temporanei e ordinando al Consorzio di Bonifica 9 di ricostruire le carriere dei lavoratori sul piano giuridico. “Tutti i contratti – racconta a LiveSiciliaCatania, Mario Fallica, avvocato dei tredici dipendenti – contenevano una clausola che non giustificava il contratto a termine. Ai dipendenti, infatti, era già riconosciuta anche l’anzianità a partire dal 2007. Ma l’amministrazione regionale non mai ha dato esecuzione alle disposizioni della sentenza”.

Il Consorzio dal canto suo sarebbe ricorso in appello chiedendo la revoca dell’ordinanza. Inoltre, avrebbe motivato il ricorso a tali formule contrattuali, “non per far fronte – si legge nella sentenza – a momentanee carenze di organico o per comprovate ragioni organizzative e produttive di carattere momentaneo, ma per sopperire a una fisiologica e strutturale carenza di organico; che era stato violato l’art 4 del D. Lgs. 368/2001 che consentiva la proroga dei contratti a termine per esigenze sopravvenute alla stipulazione del contratto”.

“Per ben due volte – aggiunge Fallica – è stata rigettata l’istanza di sospensiva della sentenza avanzata dal Consorzio. I lavoratori dal canto loro continuano a maturare retribuzioni dal febbraio 2014 ad oggi, cioè 14 mesi, malgrado l’ente non li abbia più fatti lavorare. Retribuzioni, tutte, che l’ente dovrà pagare con evidente danno erariale a carico delle casse dello stato”. Tecnicamente, dunque, sulla base della sentenza e della loro situazione contrattuale i lavoratori avrebbero continuato a maturare retribuzioni, malgrado però non abbiano più lavorato, se non per due soli mesi come stagionali. “Non godono del diritto – spiega ancora l’avvocato – ad essere assunti o contrattualizzati, ma hanno diritto alle retribuzioni maturate ma il consorzio continua a non farli lavorare. E’ una vicenda assurda”.

 

 

“Abbiamo chiesto vari incontri – continua – con la Regione, ma non ci è mai stata data alcuna risposta. Ci sono anche due querele, un esposto alla Corte dei Conti e svariate comunicazioni alla politica. Il Consorzio ci dice che la questione è di competenza regionale. Ma Crocetta non ci ha mai ricevuto o risposto, ma neanche il capo gabinetto o l’assessorato regionale. Intanto sono tredici famiglie mono reddito, e non sanno come andare avanti”.

 

 


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