Sequestrato il depuratore di Patti | Dieci indagati per reati ambientali - Live Sicilia

Sequestrato il depuratore di Patti | Dieci indagati per reati ambientali

Il tribunale di Patti

Tra il 2013 ed il 2014, attraverso l'analisi su campioni di reflui, la polizia e l'Arpa avevano accertato il superamento dei limiti batteriologici e chimici consentiti. (Nella foto la Procura di Patti)

nel messinese
di
2 min di lettura

PATTI (MESSINA) – Polizia di Stato e Capitaneria di Porto, coordinate dalla Procura di Patti, hanno sequestrato – su ordine del gip – l’impianto del depuratore comunale di Patti (che è affidato ad un custode giudiziale) nonché tre automezzi della ditta specializzata di Capo d’Orlando, concessionaria del servizio di prelievo e smaltimento dei reflui della rete fognaria di Patti. Sono 10 le persone indagate per getto pericoloso di cose e violazione delle Norme del testo unico ambientale e illecito smaltimento di rifiuti speciali liquidi. Tra il 2013 ed il 2014, attraverso l’analisi su campioni di reflui in uscita dal depuratore, la polizia con il personale specializzato dell’Arpa, aveva accertato il superamento dei limiti batteriologici e chimici consentiti, indice dell’inefficacia del processo di depurazione dell’impianto (che scarica in mare attraverso una condotta sottomarina a oltre 40 metri di profondità).

Secondo le indagini il malfunzionamento era ”riconducibile a precise condotte omissive degli amministratori del comune di Patti (i sindaci susseguitisi nel periodo tra il 2011 ed il 2014, un assessore e responsabili dell’Ufficio Tecnico competente) che, tralasciando di assolvere agli obblighi contrattuali e normativi in materia incombenti sull’ente comunale, e disattendendo le pur esplicite richieste e diffide rivolte loro dalle ditte private concessionarie della gestione dell’impianto comunale (segnatamente connesse alla fornitura dei mezzi per lo smaltimento dei fanghi), hanno impedito il corretto svolgimento del ciclo funzionale di depurazione e consentito lo scarico in mare di liquidi destinati a compromettere la salubrità delle acque marine e la salute delle persone che con esse vengono ordinariamente a contatto”. Durante le indagini è emersa – dicono gli investigatori – ”la ricorrente prassi della ditta incaricata del servizio di stasatura e pulizia della rete fognaria di smaltire i rifiuti liquidi raccolti immettendoli nell’impianto di depurazione comunale, peraltro privo di autorizzazione, ovvero sversandoli dentro un pozzetto della condotta fognaria”.otto controllo dell’Autorità Giudiziaria – le corrette procedure di trattamento dei fanghi da parte del gestore.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI