D'Antrassi, delitto di mafia irrisolto |L'Asaes: "Si trovino i colpevoli" - Live Sicilia

D’Antrassi, delitto di mafia irrisolto |L’Asaes: “Si trovino i colpevoli”

L'imprenditore ucciso a Scordia nel 1989 è uno dei nomi inseriti nel lungo elenco delle vittime di mafia. I responsabili di questo efferato omicidio, però, non sono stati ancora individuati e assicurati alla giustizia.

SCORDIA – Erano le 19 del’11 marzo 1989. L’avvocato D’Antrassi, così lo chiamavano in paese, scende dalla macchina per andare a prendere un caffè al noto bar “La Bussola” di Scordia. Quella tazzina non arriva nemmeno a toccarla l’imprenditore agrumicolo perchè un sicario gli si avvicina alle spalle e lo fredda con un colpo di pistola alla testa. Nicola D’Antrassi è una delle tante vittime di mafia, che si commemorano oggi. Ma sulla sua lapide ancora non è stata scritta la parola giustizia.

Una verità processuale che tutta la città di Scordia chiede così come l’associazione antiestorsione dedicata alla memoria dell’imprenditore originario di San Felice Circeo, in provincia di Latina. Un uomo che ho portato nella piccola città della Piana di Catania un nuovo modo di fare impresa. “Aveva denunciato infiltrazioni malavitose nell’agrumicoltura” è quanto si legge vicino alla sua foto nel sito dedicato alle vittime di mafia.  Non sono mancate le minacce, i tentativi di intimidazione, le telefonate minatorie e le richieste di pizzo. Nicola non si piega. Nonostante gli atti incendiari al suo stabilimento. Non esterna mai le sue preoccupazioni ai cinque figli e alla moglie. Pochi giorni prima di quel drammatico 11 marzo aveva accenato all’idea di prendere dei “cani da guardia”.

Poi arriva la telefonata. “Ci vediamo per un caffè alla Bussola”. Ad attenderlo c’è il suo killer che oggi ancora non ha un volto. “Chiediamo che vengano assicurati alla giustizia i colpevoli e anche i mandanti di questo delitto”- è l’appello di Nino Pisasale, fondatore e ideatore dell’Asaes. L’organizzazione oggi è stata anche protagonista di un convegno sulla legalità a cui ha partecipato il presidente della Commissione Antimafia all’Ars Nello Musumeci. A Catania la commemorazione delle vittime di mafia sarà celebrata martedì con una particolare marcia. Lunedì sarà lo stesso sindaco Bianco con i rappresentanti di Libera a presentare l’iniziativa. A Bologna alla manifestazione nazionale a portare la voce di Catania oggi c’era l’assessore D’Agata.

Il fascicolo sul delitto D’Antrassi è aperto. Ci sarebbero anche degli indagati accusati da un collaboratore di giustizia. Troppo poco, però, per reggere in un processo. La magistratura non ha mai smesso di indagare: è un obiettivo comune quello di risolvere questo omicidio. Sull’uccisione dell’avvocato D’Antrassi all’inizio si cercò in un primo momento di escludere la mano della criminalità organizzata. Una sorta di depistaggio che emerge anche dalla lettura di alcuni articoli stampa. Ma poi non ci furono dubbi: ad uccidere l’imprenditore è stata la mafia. E i sospetti sono caduti sul capo della famiglia Campailla, quel Pippo Di Salvo, referente dei Santapaola a Scordia, che ingaggiò una cruenta faida con il clan Nardo. Ma parliamo di sospetti. Ora è tempo di giustizia. Anzi il tempo è già scaduto da tempo.


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