Direzione a “porte semi aperte”| Sugli ingressi parola ai circoli - Live Sicilia

Direzione a “porte semi aperte”| Sugli ingressi parola ai circoli

Più che le parole dette, è il non detto che occupa la scena del lungo e tedioso pomeriggio democratico. I mal di pancia per l’allargamento ci sono, ma restano spesso ufficiosi.

Partito democratico
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CATANIA – Pd: direzione a porte semi aperte. Alla fine i dirigenti democratici fanno retromarcia e, a parte qualche debole richiamo, lasciano entrare i giornalisti in sala. Del resto, il partito ha già dimostrato di essere più che accogliente, celebrando l’ingresso dei deputati di Articolo 4 prima ancora che la questione fosse sottoposta alla valutazione degli iscritti. C’è chi parla di un diktat subito dall’alto, Renzi e Faraone in testa, o almeno così si mormora tra i corridoi dello Sheraton, e chi invece addebita alla segreteria provinciale una gestione maldestra del processo. Più che le parole dette, è il non detto che occupa la scena del lungo e tedioso pomeriggio democratico. I mal di pancia per l’allargamento ci sono, ma restano spesso ufficiosi; i più sostengono che la vecchia cara forma partito riuscirà a non trasformare l’invasione dei renziani dell’ultimissima ora in totale conquista.

Il leitmotiv più ricorrente è la risposta politica, portare al centro i temi salienti del dibattito per tenere le fila della truppa. Tra un sorriso di circostanza e una battuta al vetriolo, i corridoi sono un via vai di militanti e dirigenti, ognuno con una versione diversa sui temi all’ordine del giorno e dei papabili nuovi democratici. In pochi ammettono che gli ingressi di campioni di preferenze pongono problemi concreti nell’ottica di future candidature, tuttavia questo è innegabilmente un nodo non semplice da sciogliere. Tanto a livello regionale (con un numero ridotto di seggi e la doppia preferenza di genere), quanto a livello nazionale (con le liste quasi del tutto “sbloccate”) gli equilibri consolidati subiranno non pochi scossoni. Intervengono soprattutto i rappresentanti dei circoli che manifestano molte perplessità. Tra i big, si registrano gli interventi di Giuseppe Berretta, Giovanni Burtone e Concetta Raia. L’ex Sottosegretario ricorda alla platea che “il governo è un mezzo e non il fine”, che ci sono delle difficoltà da gestire e addebita alla segreteria la facilità con cui si può aderire al partito perché “non sono state fatte delle scelte”, ma dice di non avere paura del confronto con chi proviene da storie diverse se si riparte dai temi politici. Burtone rinnova le “perplessità” circa le nuove adesioni, contrapponendo l’incontro tra culture diverse che sta alla base del Pd ai nuovi scenari senza però sfilarsi dalla maggioranza che attualmente governa il partito etneo: “Saranno i circoli a decidere”.

La deputata regionale, invece, è meno netta dei parlamentari che l’hanno preceduta, ripropone la metafora del partito autobus e della risposta politica per arginare fenomeni “di trasformismo”. Alla fine arriva la parola conclusiva del segretario regionale, Fausto Raciti, che sposta la questione alla contrapposizione tra due modelli di partito a livello regionale: quello che ingloba e governa i processi unitari (da lui sostenuto) e quello che si confronta con soggetti federativi. Insomma, al netto dell’ordine del giorno (presentato dai berrettiani) accolto a maggioranza (con un voto contrario) che impegna a chiedere “lo scioglimento e il commissariamento del Consorzio che gestisce il Cara Mineo”, la politica fa di rado capolino.

Alla fine vengono fuori due documenti sul caso Articolo 4 che rimandano entrambi ai circoli la decisione di valutare, caso per caso, gli ingressi nei territori come del resto prevede lo statuto. Uno dei due documenti, quello presentato da civatiani e berrettiani, chiede in più di censurare l’operato del segretario Napoli. Una censura poi ritirata al momento del voto. Il documento però va sotto. Passa all’unanimità (con la sola astensione di Giulio Seminara), invece, il documento presentato dalla maggioranza e sostenuto in seconda battuta dal resto dell’assise. Vecchi dissapori sulla gestione del partito, insomma, tornano ad essere protagonisti della scena nonostante le parole del segretario Enzo Napoli che a caldo commenta: “Sono soddisfatto della discussione che si è dimostrata serie ed equilibrata”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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