L’ultimo saluto a Flavia Magro |“I suoi occhi splendidi..." - Live Sicilia

L’ultimo saluto a Flavia Magro |“I suoi occhi splendidi…”

Lacrime, commozione ma anche rabbia oggi pomeriggio ai funerali della 19enne deceduta lunedì notte in un tragico incidente a Catania.

GIARRE. E’ un’interminabile fila di corone bianche, portate in mano dagli amici, a precedere l’arrivo del feretro davanti alla Chiesa Gesù Lavoratore di Giarre. Ad attendere Flavia, per l’ultimo saluto, c’è un’intera comunità che ha voluto stringersi attorno a Maria e a Marcello Magro, i genitori, e a Gianluca, il fratello, abbracciati in un dolore inconsolabile. Nell’attesa solo silenzio e incredulità, e poi un lungo applauso. La chiesa non basta a contenere l’enorme folla presente. In tantissimi rimangono fuori.

E’ padre Nino, parroco della chiesa frequentata dalla 19enne, a celebrare il funerale. Nessun accenno a quel lunedì notte trasformatosi in un istante in tragedia. Ma un appello, quello sì, rivolto soprattutto ai tantissimi giovani dal volto straziato dalle lacrime. “Dobbiamo far sì che la vita sia amata, sostenuta, che non sia messa mai in pericolo – dice padre Nino – Amiamo la vita, custodiamola, come l’hanno custodita certamente i genitori di Flavia. Facciamo in modo che nessuna vita venga mai spezzata – prosegue – in un momento tragico in cui ci si trova in un contesto di allegra, di gioia e si perdono alcuni parametri di sicurezza e di consapevolezza”.

Flavia amava truccare i propri occhi, grandi e luminosi. “I suoi occhi splendidi – così ricorda una delle sue insegnanti dell’istituto alberghiero “ G.Falcone” – che difficilmente chi la ha amata riuscirà a dimenticare”. Trovare un senso ad una morte così assurda non è facile, quasi impossibile. Ma quanto successo può e deve servire a qualcosa. “Lo dico a tutti i ragazzi presenti – prosegue la docente – Non vi giocate la vita per niente, non ve lo scordate perché altrimenti le vostre lacrime, buttate in questi giorni per Flavia, saranno inutili”.

E poi quelle parole, improvvise, rivolte a chi quella sera non l’ha protetta come avrebbe dovuto, riportano la mente a quel drammatico incidente ancora tutto da chiarire. “Noi l’abbiamo amata, l’abbiamo protetta – prosegue l’insegnante tra le lacrime – Chi è venuta dopo non l’ha fatto. Io lo dico qui apertamente, da me non avrà mai perdono. Mi spiace doverlo dire qui in un posto sacro, ma è questo quello che penso”.

Parole condivise. A dimostrarlo è l’interminabile e liberatorio applauso.

“Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace”. E’ l’ultimo verso della poesia tanto amata da Flavia, letta oggi in chiesa dai suoi compagni di classe. “La morte non è niente” di Henry Scott Holland. Lei, sempre allegra e sorridente, credeva in quelle parole.

Ma oggi davanti a quella bara, tra fiori e palloncini bianchi, ci sono solo lacrime.


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