Un Godzilla-Amleto |per la campagna del Biondo - Live Sicilia

Un Godzilla-Amleto |per la campagna del Biondo

Il regista palermitano Riccardo Lupo firma “Turn off your phone, turn on your fantasy” (GUARDA), un invito a spegnere gli smartphone e ad accendere la fantasia.

PALERMO – “To be or not to be, that is the question”. Ma a recitare il monologo più famoso del teatro tragico non è il Principe di Danimarca. Nella nuova campagna video del Biondo l’Amleto di Shakespeare si trasforma in uno dei protagonisti della cultura cinematografica mainstream: Godzilla. Una clip virale di due minuti in cui il mostro del grande schermo interpreta, in un modo un po’ impacciato e inedito, Hamlet, costretto a interrompere lo spettacolo disturbato dalla suoneria di un cellulare.
Nasce così “Turn off your phone, turn on your fantasy”, un invito a spegnere gli smartphone e ad accendere la fantasia: un esempio di contaminazione di generi, codici e linguaggi volti a sensibilizzare gli spettatori a teatro o al cinema. Il video made in Palermo, firmato alla regia da Riccardo Lupo, rappresenta emblematicamente il comportamento di ognuno di noi. Una campagna per intrattenere e innovare il teatro grazie all’uso delle tecnologie hollywoodiane. Effetti speciali e animazione in 3D, comunicazione fresca e sceneggiatura ironica per un unico obiettivo: avvicinare le nuove generazioni a questa forma d’arte e riportare il pubblico in teatro, osservando il rispetto delle regole.
Un video che gioca molto con gli stereotipi legati alla drammaturgia dell’autore inglese. Nell’immaginario collettivo ad esempio il monologo “Essere o non essere” viene confuso con quello in cui Amleto scopre il teschio di Yorick, un buffone di corte molto probabilmente ricollegabile all’infanzia del principe. Nel trailer, invece, Salvo Piparo, con appuntato un cartellino con su scritto “Yorick”, viene fulminato e ridotto a ossa da Godzilla che inizia così il soliloquio. Il mostro hollywoodiano è una presa in giro alle regie altisonanti.
La scelta di Amleto non è del tutto casuale. “A 17 anni andai al Teatro Garibaldi a vedere l’Amleto di Carlo Cecchi – spiega Riccardo Lupo, il regista dell’iniziativa -. Studiavo giurisprudenza ai tempi, dovevo fare l’avvocato, ma quella situazione di degrado in cui versava ancora il Garibaldi unita all’interpretazione fu meravigliosa”. Una rappresentazione che gli cambiò la vita. “Ho scritto una sceneggiatura di Amleto – prosegue – che tuttavia si trova ancora in un cassetto. Ironia della sorte ho così scelto che dovesse essere proprio l’opera di Shakespeare ad essere interrotta”.
E a quanto pare Godzilla è il protagonista giusto per innovare la comunicazione di un teatro. Un mostro che si ricicla in un ruolo impegnato, anche se è un po’ impacciato e va in overacting. “In realtà è Cazzilla, il cugino di Godzilla – ironizza Lupo -. Era al cinema come blockbuster di riferimento. E da lì l’idea: in fondo il mostro è sul grande schermo dal 1954, ho pensato si fosse stancato delle pellicole e si volesse riciclare in teatro. Fa esattamente le stesse cose che Amleto dice di non fare ai suoi attori. Recita contro le regole stesse, vi contravviene. Non eccede la ‘modestia della natura’, come scrisse Shakespeare”.
Roberto Alajmo, direttore del teatro Biondo ha accolto entusiasta l’idea. Da scrittore-intellettuale, essendo al confine con i circuiti teatrali tradizionali, ha fatto del Biondo la casa della cultura dove tutte le tipologie di creatività hanno trovato spazio. “Insieme a lui – conclude il regista -, ai ragazzi del teatro, alla troupe e agli attori Salvo Piparo, Elisa Parrinello e Vincenzo Ferrera, abbiamo fatto un gran lavoro di squadra”.

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