L'omicidio Mazzè e gli spari allo Zen | Scatta un secondo fermo - Live Sicilia

L’omicidio Mazzè e gli spari allo Zen | Scatta un secondo fermo

La polizia ha fermato Stefano Biondo, 53 anni, con precedenti per droga e detenzione di armi. Ieri c'era stato un primo fermo: in carcere era finito Fabio Chianchiano, che era stato accusato del tentato omicidio di un amico della vittima, avvenuto subito dopo il delitto Mazzè. Ora l'accusa è stata riformulata per entrambi.

PALERMO – Nuova svolta nelle indagini sull’omicidio di Franco Mazzè, il pregiudicato per mafia assassinato domenica, a colpi di pistola da due killer, nel quartiere Zen di Palermo. Durante la notte la polizia ha fermato un uomo, Stefano Biondo, 53 anni, contestandogli l’accusa di omicidio. Biondo ha dei precedenti per droga e detenzione di armi.

Ieri c’era stato un primo fermo: in carcere era finito Fabio Chianchiano, che era stato accusato del tentato omicidio di un nipote della vittima, avvenuto subito dopo il delitto Mazzè. Ora anche per Chianchiano l’accusa è cambiata: assieme al nuovo fermato avrebbero ucciso Franco Mazzè. Il secondo indagato avrebbe guidato la macchina dallla quale sarebbe sceso Chianchiano per fare fuoco contro la casa di Michele Moceo.

I poliziotti della Squadra mobile e del commissariato San Lorenzo, guidati dal capo della Mobile Maurizio Calvino e dal dirigente del commissariato Luca Salvemini, lo hanno cercato per un giorno intero. A metterlo nei guai un particolare decisivo: l’auto ripresa dalle telecamere davanti alla casa di Moceo sarebbe la Panda blu intestata alla moglie di Biondo. Poi, una volta rintracciato ha fornito un alibi smentito dal racconto della moglie. Anche la sua posizione passa ora al vaglio del Giudice per le indagini preliminari che dovrà convalidare o meno il fermo.


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