Sette franchi tiratori| Stop al ddl Province - Live Sicilia

Sette franchi tiratori| Stop al ddl Province

Clamorosa figuraccia di governo e maggioranza: col voto segreto viene approvato l'emendamento che sopprime il primo articolo della legge. Tutto rimandato. Adesso si lavorerà alla proroga dei commissariamenti. Raciti: "Subito un vertice di maggioranza".

PALERMO – Governo e maggioranza fanno una clamorosa figuraccia. Grazie al voto segreto viene approvato l’emendamento che sopprime il primo articolo della legge sulle Province, la famosa riforma. Tutto rimandato. E le conseguenze politiche di questa ‘eclissi’ della maggioranza sono pesantissime. Tuona il segretario del Pd, Fausto Raciti: “Il voto dell’Ars sulla riforma delle Province lascia un segno in questa legislatura, bisogna aprire una riflessione molto seria. A questo punto serve un vertice di maggioranza alla presenza del presidente Crocetta: ci si deve guardare negli occhi, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità”. Dal canto suo, il presidente contrattacca: “Chi non vuole approvare la legge sui liberi consorzi non ha forse capito che, comunque, le città metropolitane e i liberi consorzi di comuni, in Sicilia sono stati istituiti con legge regionale. Le province, dunque, non resusciteranno”. Le opposizioni vanno all’attacco. Riunione serale, in un clima molto teso, tra Crocetta, Cracolici e Ardizzone.

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21.00. “Lo ‘stato di calamità istituzionale’ è quanto ogni giorno viene messo in atto nelle vicende che coinvolgono la Regione Siciliana ed è ancora di più confermato dall’assenza di una maggioranza che impone da parte di tutti una straordinaria assunzione di responsabilità” ha dichiarato Leoluca Orlando presidente di Anci Sicilia alla notizia della bocciatura da parte dell’Ars del ddL di riforma delle Province siciliane. “Non è più tempo di indegni e sterili incontri e vertici tra partiti, ormai tanto irresponsabili quanto inconsistenti, con annunciati interventi salvifici di “ascari” di un governo e di un sistema politico nazionale che sembra aver decretato la assoluta marginalità della Sicilia, in un quadro di disinteresse per i Comuni e per il Mezzogiorno. E’ necessario – continua Orlando – un intervento urgente da parte del Commissario dello Stato e da parte del Governo nazionale perché finisca questo insopportabile “annacamento” e questa agonia per ridare ai siciliani il diritto alla democrazia e allo sviluppo”. “La stessa autonomia speciale della Regione siciliana è ormai tanto mortificata da apparire un ostacolo e non una risorsa per lo sviluppo della Sicilia”. L’AnciSicilia – conclude il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – che da oltre un anno denuncia, spesso inascoltata e insultata, la gravità della situazione, ha deciso di promuovere una Assemblea per il 21 aprile a Caltanissetta per far nascere dai Territori una resistenza civica e un’alternativa progettuale”.

20.43. “Il governatore Crocetta è stato messo in ridicolo dalla sua stessa maggioranza. La Sicilia è evidentemente priva di un governo che possa guidarla verso la via della crescita economica. Il Pd sta portando l’Isola verso il baratro, e il suo stesso capogruppo insieme al presente della prima commissione, dopo questa clamorosa sconfitta, come atto di responsabilità, dovrebbe dimettersi. Non sarà l’ennesimo vertice di maggioranza a salvare una condizione agonizzante per gli stessi siciliani”. Lo dice il deputato regionale del Pds-Mpa all’Ars, Giovanni Greco.

20.33. “Il progetto di riforma delle Province del presidente Crocetta era fallimentare fin dall’inizio. Ora è stato certificato. E’ arrivato il momento che il governatore restituisca il voto alle nove province siciliane”. Lo dice il senatore di Forza Italia, Giovanni Mauro dopo che la legge sui liberi consorzi comunali è stata affondata oggi in aula. “Che credibilità avrebbe potuto avere – aggiunge Mauro – un progetto di riforma nato per stizza in uno studio televisivo? Considerando poi che tutta la ‘rivoluzione crocettiana’ proprio sulla riforma delle province trovava il suo perno – conclude il senatore di Forza Italia – ora il presidente dovrebbe trarne le conclusioni”.

20.22.  “Adesso ci sarà più tempo per trovare soluzioni ai problemi dei lavoratori e dei cittadini”. Cgil, Cisl e Uil in sit in davanti a Palazzo dei Normanni per spingere i Deputati a migliorare le garanzie per i lavoratori delle Ex-Province, si esprimono così dopo l’affossamento della norma in aula. “Quella che si voleva varare poteva diventare una legge spot con troppe questioni e contraddizioni interne ed esterne espresse in 1000 emendamenti. Auspichiamo che i tanti lavoratori abbiamo pronte risposte migliorative e non peggiorative come qualcuno in aula sperava”, dicono i segretari Michele Palazzotto (Fp Cgil), Luigi Caracausi (Cisl Fp) e Enzo Tango (Uil Fpl).

20.20. “Mi dovete dare atto che stamattina ho tentato, in qualche modo, di trovare una soluzione, perché le riforme si scrivono assieme e soprattutto sui principi dobbiamo essere d’accordo. E’ chiaro che la riforma la continueremo subito dopo l’approvazione della finanziaria, il che significa a maggio; possibilmente entro il 15 giugno come data ultima”. L’ha detto in aula il presidente dell’Assemblea siciliana, Giovanni Ardizzone, dopo il voto all’emendamento che ha affossato la riforma delle Province.

20.18. “Chi non vuole approvare la legge sui liberi consorzi non ha forse capito che, comunque, le città metropolitane e i liberi consorzi di comuni, in Sicilia sono stati istituiti con legge regionale. Le province, dunque, non resusciteranno”. Lo dice il governatore Rosario Crocetta mentre è in corso il vertice di maggioranza convocato dopo il ko subito all’Ars sulla riforma delle Province. Crocetta aggiunge: “Con la nuova legge si tratta di stabilire quale governance, le funzioni ed il destino dei lavoratori. Indietro, dunque, non si torna, né si può tornare”.

20.04 Un faccia a faccia molto teso. Una vera e propria resa dei conti. Colloquio in corso all’Ars, in questi minuti, tra il presidente della Regione Rosario Crocetta, il presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone, il presidente della prima commissione Antonello Cracolici, oltre ad altri deputati di maggioranza. La riunione, stando a quanto trapela, è molto animata.

19.56 “Prendiamo atto del voto di oggi all’Ars che stoppa il disegno di legge di riforma delle province in Sicilia. E’ evidente che esiste un grave problema politico all’interno della maggioranza. Ribadiamo il nostro totale appoggio all’assessore alla Funzione pubblica Ettore Leotta, il quale sta svolgendo un ottimo lavoro”. Così, in una nota, il gruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana dopo lo stop del ddl a Sala d’Ercole. Una riunione dei centristi si terrà domani, alle 15, all’Ars. Parteciperanno anche il presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia e il segretario regionale Giovanni Pistorio.

19.48 “La dimostrazione che sui temi che contano quest’aula ha una vera opposizione e non una maggioranza. Ora ci aspettiamo che chi ha messo la faccia in questo ddl tragga le dovute conseguenze e si dimetta”. Il Movimento 5 stelle all’Ars commenta con soddisfazione il kappao in aula del governo e della maggioranza sul ddl di istituzione dei liberi consorzi, cosa che scrive la parola fine su una legge pessima, ma che soprattutto ribadisce la reale portata di un “governo e di una maggioranza Brancaleone che possono solo arrecare danni alla Sicilia”. “Noi del Movimento 5 Stelle – dice il capogruppo Salvatore Siragusa- abbiamo creduto fino all’ultimo ad un epilogo del genere, tant’è che abbiamo spinto per rimanere in aula e votare. La maggioranza ora cercherà di mettere assieme i suoi cocci, ma è sempre più evidente la Sicilia in questo modo non ha altre prospettive che non siano le urne”

19.40 “Ancora una brutta figura per il governo Crocetta. La legge dei finti riformisti, che da due anni doveva abolire le Province e fare risparmiare denaro pubblico, era solo un bluff. Appena è stato scoperto l’inganno, il disegno di legge è stato affossato dalle opposizioni, grazie all’aiuto della stessa maggioranza. L’arroganza e la sicumera del Partito democratico ha prodotto questo pessimo risultato. Ora pensiamo a dare un bilancio serio alla Regione per evitare la paralisi. A giugno torneremo a parlare delle Province, per una riforma vera e seria, che faccia risparmiare e dia servizi alla gente.” Lo ha detto l’esponente dell’opposizione Nello Musumeci, commentando l’approvazione dell’emendamento soppressivo che ha affossato il ddl di riforma delle province presentato dal governo. Insieme agli altri esponenti dell’opposizione, che si sono riuniti oggi in conferenza stampa, Musumeci ha proposto “un tavolo politico che stabilisca i capisaldi del nuovo ddl sulle Province” per la riforma che approderà di nuovo in Aula dopo la Finanziaria.

19.32 “Il nostro emendamento che oggi ha visto 7 franchi tiratori tra le fila della maggioranza ed ha portato alla bocciatura del DDL sulle Provincie, dimostra che il PD è oggi una “Forza assente”, come quei militari che essendo sempre in malattia venivano di fatto considerati inutili ai fini delle operazioni sul campo pur essendo formalmente arruolati.” Lo ha dichiarato il capogruppo del PdS-MpA Roberto Di Mauro, che con il collega di partito Giovanni Greco ha presentato l’emendamento soppressivo che oggi è stato approvato a scrutinio segreto dall’ARS, bocciando di fatto l’impianto complessivo del DDL sulle Province. “Questa bocciatura – prosegue Di Mauro – è un fatto di grandissima rilevanza politica, che può forse rappresentare un punto di svolta perché finalmente si apra un tavolo di confronto e dialogo vero fra il Governo, la maggioranza e tutta l’opposizione parlamentare per trovare una soluzione politico istituzionale che risponda davvero all’esigenza di ridurre e razionalizzare la spesa ed allo stesso tempo permetta una migliore e più efficiente gestione delle risorse.” “La verità – prosegue Di Mauro – è che ancora una volta si è consumato uno scontro pesantissimo fra il Presidente Crocetta e quella parte del PD che vorrebbe mantenere in vita le Provincie in vista della tornata elettorale, magari offrendo e promettendo tanti posti di sottogoverno ed incarichi di secondo livello. Quello arrivato in Aula era infatti un DDL molto diverso dagli annunci del Presidente, che vertevano su una riforma degli organismi intermedi e sul voto di genere.” Per il capogruppo del Partito dei Siciliani, “questo voto offre la possibilità, ma sarebbe meglio dire che impone la necessità di un confronto vero ed aperto, che coinvolga tutte le forze politiche a partire da una scelta di fondo: se mantenere in piedi degli organismi dotati di poteri veri, da sottrarre alla Regione e che permettano la gestione e l’attrazione di risorse comunitarie – quindi un organismo intermedio di gestione i cui vertici siano eletti a suffraggio universale – oppure se dar vita ad organismi puramente programmatori e privi di poteri gestionali – quindi eventualmente anche governati da strutture di secondo livello.” “Quel che è certo è che il Governo e il PD non possono continuare questa guerra fratricida di cui fanno le spese i siciliani e che sempre più sta paralizzando la vita politica ed amministrativa di una Regione che nel frattempo sembra andare verso il disastro”.

19.20 “Il voto d’aula sulla riforma delle Province evidenzia un problema politico all’interno della maggioranza, ma rispetto al cammino della riforma non determina nulla di ‘irreparabile’: c’è un rinvio che avremmo voluto e dovuto evitare, ma subito dopo la finanziaria riprenderemo a lavorare al ddl”. Lo dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo PD all’Ars, a proposito del voto dell’Ars sul ddl di riforma delle Province. “Quel che è certo – aggiunge Gucciardi – è che questo voto fa emergere un problema politico: inutile girarci attorno, serve un chiarimento all’interno della maggioranza”.

19.03 “Il Governo ha dimostrato tutta la sua fragilità e il suo senso di irresponsabilità, Crocetta ha venduto fumo urbi et orbi, millantando risparmi, tagli e riforme, invece il risultato politico per questo esecutivo è disastroso.Abbiamo assistito a un valzer di demagogia, di stop and go, che hanno solo creato ansia ai lavoratori delle Province, immobilismo e pochi servizi per i territori, perché si è voluto strombazzare un ddl che è nato malissimo e non ha visto neanche il primo vagito.Avevamo provato a dissuadere il governo in questa azione irresponsabile, provando a trovare sulle criticità un passaggio in commissione per le troppe lacune che presentava la non riforma, dai compiti, alle competenze,alla elezione diretta dell’organo di indirizzo politico, all’utilizzo del personale e delle partecipate: nulla! Hanno solo cercato, con un’azione di marketing politico, di rappresentare la Sicilia come laboratorio politico e di riforme, azione miseramente fallita con conseguenze ora da verificare.C’è una Sicilia in ginocchio, con problemi serissimi per chiudere bilancio e finanziaria e da due anni il Governo non ha saputo dare un impianto serio a una riforma che, anche se necessaria, andava governata e gestita in maniera condivisa e con costrutto.Conti alla mano la stessa maggioranza ha voltato le spalle a Crocetta, domani dovremo approvare una leggina per prorogare lo stato commissariale negli stessi enti, un’altra pezza che si mette a una ferita che sta lasciando cicatrici ovunque”. Lo dichiara il deputato di Ncd Enzo Fontana.

18.45 “Quanto è accaduto riguardo al ddl sulle Province, è semplicemente allucinante. Di fatto si lascia nel limbo la sorte di enti e incrementa le preoccupazioni dei dipendenti delle province che non riescono a comprendere quale sarà il loro futuro. La Regione non può essere l’ultima trincea della conservazione, le province sono state abolite in tutta Italia e lo Statuto speciale deve servire ad accelerare le riforme, non a rallentarle. Spero che per qualcuno, anche questa volta, non sia occasione per attribuire al governo della Regione responsabilità che non ha, rispetto al voto parlamentare. E spero che qualche accanito critico, prenda atto dello iato profondo che c’è tra la richiesta che viene dalla società rappresentata dalla proposta fatta dal governo e una parte del Parlamento che non vuole cambiare nulla, per impedire che ci sia quel processo di sviluppo e crescita che la Sicilia merita. E’ una pagina brutta della storia di un Parlamento che negli ultimi due anni ha mostrato coraggio nel cambiamento e che, in questo caso, vuole mantenere enti intrisi di sprechi. Concordo con il segretario Raciti, occorre subito un vertice di maggioranza. A minuti incontrerò il presidente dell’Ars e subito dopo i capigruppo della maggioranza. Il voto di oggi è una scelta di grande irresponsabilità”. E’ quanto dichiara il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, commentando l’esito della votazione sul ddl Province in discussione oggi all’Ars.

18.39  “Il partito dell’immobilismo e della conservazione continua a frenare le riforme in Sicilia. Mentre nel resto d’Italia le riforma delle province, con tutti i limiti che può avere, è già legge dello Stato, in Sicilia c’è una larga fetta delle forze politiche che si dichiarano riformisti sottraggono ai siciliani anche il diritto ad essere uguali al resto della nazione. Particolarmente gravi sotto il profilo politico le parole del presidente dell’Ars Ardizzone che a termine della seduta ha dichiarato che adesso si potrà fare una buona lege, mentre tra la file della maggioranza erano assenti 21 deputati (oltre ai franchi tiratori), parte dei quali sono giunti in ritardo al voto. Sarebbe stata utile una più attenta partecipazione di tutti costoro e il rispetto dei patti politici”. Lo afferma Antonio Malafarina, deputato regionale del Megafono.

18.27 “L’esito del voto sul ddl Province certifica che il Governo non ha più maggioranza. Crocetta e il PD stanno portando la Sicilia verso il baratro, è ora di staccare la spina e di voltare pagina.” Cosi il deputato di Sel Erasmo Palazzotto. “Questo Governo è, oramai, senza idee e senza i numeri. Inadeguato alle sfide che attendono la Sicilia, e non sarà l’ennesimo e inutile vertice di una maggioranza inesistente a risolvere una situazione che ha solo una via onorevole: le dimissioni del Governo stesso”

18.23 “La Sicilia è senza bussola e la bocciatura del ddl sulla riforme delle Province è la prova provata che navighiamo a vista e brancoliamo nel buio. Lo ripeto, siamo ai titoli di coda, alla fine dell’esperienza di questo governo regionale”. Lo dice in un tweet il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli a proposito del voto dell’Ars sul ddl di riforma delle Province.

18.08 “Non ha avuto nemmeno inizio la discussione del Disegno di Legge sulle Province perché, alla prima votazione utile, il Governo è stato battuto, umiliato e costretto a battere in ritirata”. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo, Vice Presidente Vicario della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS. “Una disfatta assoluta, una vera e propria Caporetto, – ha proseguito Vinciullo – con la quale viene travolto non solo il presidente Crocetta ma soprattutto la sua inesistente maggioranza, che, ancora una volta, ha dimostrato tracotanza e incapacità al dialogo. Adesso – ha continuato Vinciullo – sarà necessario approvare una norma legislativa che consenta il mantenimento in vita dei commissari nominati, nell’attesa che si possa approvare la manovra finanziaria, così come avevamo chiesto, e poi si possa ritornare a discutere un Disegno di Legge che non poteva assolutamente essere approvato dalla maggioranza dell’Aula. Da mesi – ha concluso Vinciullo – ripetevo che mai e poi mai il testo sarebbe stato approvato dall’Assemblea e quello che ho detto, questa sera è diventato fatto certo e concreto”.

18.00 “Il ddl a firma Rosario Crocetta sulla riforma delle Province cade al primo articolo, che rappresentava i principi cardine dell’intera legge, affossato dall’Aula di Palazzo dei Normanni, con 36 no contro 22 sì. La maggioranza PD e l’esecutivo, che hanno tentato di fare passare una legge che null’altro è se non il frutto di un pasticcio, nonostante gli inviti dell’opposizione a dare priorità al Bilancio regionale, sono stati puniti”, così l’on. Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.

17.55 “Governo allo sbando: la bocciatura dell’articolo 1 mette a nudo la non esistenza di una maggioranza” lo dice il coordinatore Ncd, Giuseppe Castiglione, dopo l’esito del voto segreto per il quale il governo è stato battuto con 36 voti contrari e 22 favorevoli. “E al presidente dell’Ars – conclude – voglio suggerire che, in un momento tanto importante che dovrà definire il futuro di una parte essenziale delle istituzioni isolane, non si proceda a strappi ma ci si affidi a una seria pausa di riflessione. Torniamo in commissione, così come prevede il regolamento interno dell’Assemblea”.

17.52 “Il voto dell’Ars sulla riforma delle Province lascia un segno in questa legislatura, bisogna aprire una riflessione molto seria. A questo punto serve un vertice di maggioranza alla presenza del presidente Crocetta: ci si deve guardare negli occhi, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità”. Lo dice Fausto Raciti, segretario regionale del PD a proposito del voto dell’Ars sul ddl di riforma delle Province.

17.44 Aula rinviata a domani: “Approveremo la proroga dei commissari”, ha detto il presidente Ardizzone.

17.41 Sono almeno 7 i franchi tiratori della maggioranza che hanno affossato il ddl sui Liberi consorzi.

17.33 Sono stati 34 i voti favorevoli alla soppressione del ddl e 22 i contrari. Maggioranza ko col voto segreto.

17.32 Musumeci: “Questa legge non piace nemmeno a chi l’ha presentata. E’ una legge impresentabile. In questo parlamento nessuno ha il coraggio di esprimere la propria idea se non col voto segreto”.

17.29 Adesso l’Ars probabilmente lavorerà a una semplice proroga dei commissariamenti.

17.27 Incredibile all’Ars: i deputati approvano l’emendamento soppressivo dell’articolo 1 della legge, quello generale. Si ferma tutto. Clamoroso lo scivolone della maggioranza.

17.24 Inizia l’esame degli articoli.

17.21 Leotta: “Questo governo chiede alla politica di riappropriarsi del proprio ruolo. Affinché non siano altri a imporre il potere legislativo. E mi riferisco all’introduzione delle norme sui Consigli comunali. Condivido le perplessità di chi pensa che questa norma vada ulteriormente esaminata”.

17.18 Leotta: “Quali certezze ha dato la legge Delrio? Quella di smantellare gli enti di secondo grado, attraverso la sottrazione di risorse. Si vuole andare verso le città metropolitane e le Unioni di Comuni. Ma come sarebbe possibile una cosa del genere in Sicilia? Questo ddl vuole evitare alcuni effetti della Delrio, compreso il dimezzamento del personale. Invece di togliere competenze, noi le abbiamo aggiunte”.

17.15 Leotta: “Si è insistito tanto sulla gestione degli edifici di secondo grado. Ma prima del 1990 quegli istituti erano gestiti da tre soggetti: Stato, Comuni e Province. Solo nel ’90 c’è stata una unificazione delle competenze. Con questo ddl cerchiamo di concentrare tutto nelle mani di un unico soggetto. Ma non mi innamoro di nulla e ho ascoltato tutti con attenzione”.

17.10 L’assessore alla Funzione pubblica e agli enti locali Ettore Leotta: “Nel confronto c’è sempre da attendere. Il primo problema che ho dovuto affrontare è stato quello di portare avanti il ddl sulle ex Province, provando a prendere il meglio dai 12 ddl che erano giunti all’Ars. Ammetto che di dubbi ne avevo e ne ho ancora tanti. Siamo in un vero e proprio stato di necessità, dato dalla legge Delrio che ha spinto la Regione a riconsiderare il modello di governo degli enti locali”.

17.09 Cordaro: “Credo sia importante ascoltare la replica dell’assessore, così come avevamo stabilito ieri”.

17.08 Riprende la seduta.

16.54  “Battaglia in Aula fin da subito per tamponare le mille falle di una legge scellerata, con i commissari già scaduti oggi, non più prorogabili, e sostituiti oggi stesso da ispettori. Una legge di riforma delle province scollegata dalle necessità dei cittadini: in pratica, la foto di questo, altrettanto scollegato dal territorio, governo Crocetta!”. Ciò è quanto esce dalla riunione del gruppo Ncd all’Ars, appena conclusasi alla presenza dei coordinatori Giuseppe Castiglione e Francesco Cascio. “Fino al 30 luglio si continuerà a navigare a vista – dichiarano gli esponenti del Nuovo Centro Destra mentre annunciano il proprio impegno in Aula per difendere i loro emendamenti volti a migliorare un ddl lacunoso in ogni sua parte – in balìa di una legge che non tiene conto di essenziali dati di fatto. Cosa intende fare la Regione per il deficit strutturale del quale soffrono le nove province, il quale tocca i 140 milioni, cui si aggiungeranno i circa 120 milioni annui dovuti al patto di stabilità per il quale i consorzi dovranno partecipare al risanamento delle casse dello Stato? Non si è, inoltre, tenuto conto del personale, nelle rimanenti 19 regioni già salvato: in Sicilia, non potrà essere assorbito dalla Regione né tantomeno dai Comuni i quali hanno già 14000 precari”. “Manutenzione delle scuole e trasporti scolastici, quelli per disabili in testa – riprendono Castiglione e i deputati Ncd – sono stati …dimenticati, così come la mautenzione dei 6000 chilometri di strade provinciali. Non vorremmo che, per questo, sia stato pensato l’ennesimo carrozzone: una società di scopo per la quale non potremmo fare a meno di chiederci il classico cui prodest”. “Ecco perché saremo in Aula, fin da adesso – concludono – a difendere i nostri emendamenti correttivi, in piena autonomia, e non per collaborare con un governo inconcludente quanto questa sua legge di riforma, inadempiente quanto la sua mancata presentazione del ddl definitivo previsto per oggi, ma per onorare il nostro mandato elettorale e non tradire i cittadini”.

16. 43 Sempre più numerosa la rappresentanza dei lavoratori delle Province nel piazzale antistante Palazzo dei Normanni.

16.35 L’Aula si ferma subito. Il governo è assente. Tutto rinviato alle 17. L’assessore Leotta sta incontrando alcuni lavoratori delle Province, preoccupati per il loro futuro.

Si riparte. E si vota. Dopo la discussione generale di ieri, l’Assemblea regionale entra nel vivo della riforma delle Province. E i “nodi” del disegno di legge sono stati in qualche modo già evidenziati nei tanti e lunghi interventi a Sala d’Ercole.

Le opposizioni hanno anche annunciato il possibile “Aventino”: senza un bilancio non ha senso discutere il ddl, hanno detto sia i deputati di Forza Italia che quelli del Movimento cinque stelle. Tra i “problemi pratici” legati alla nascita dei Liberi consorzi l’attribuzione ai Comuni di alcune funzioni prima detenute dalle Province. A cominciare dalla cura dei licei provinciali, appunto. “Come faranno Comuni in dissesto a prendersi carico anche delle scuole?”, la protesta delle opposizioni.

Ma non solo. Fa discutere anche la norma che, di fatto, attribuisce delle indennità ai presidenti dei Liberi consorzi. Una sorta di “integrazione” all’indennità di sindaco (il presidente del Consorzio sarà appunto un primo cittadino eletto dai suoi colleghi).

E ancora, nel ddl sulle ex Province è confluito anche il pacchetto di norme inizialmente previsto in Finanziaria con le quali il governo intende intervenire sulle indennità e sui gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Prevista anche la riduzione del numero degli stessi consiglieri e, proporzionalmente, anche degli assessori comunali.

Ma la legge non piace a molti. Oltre alle opposizioni, infatti, a protestare sono anche i sindacati. Cgil, Cisl e Uil si sono ritrovati uniti contro il governo. E hanno deciso di protestare di fronte a Palazzo dei Normanni. Dubbi anche da qualche esponente della maggioranza, come il vicepresidente dell’Ars Antonio Venturino: “Il rispetto dei principi della legge che riforma le Province in Italia, cosiddetta “Delrio”, – ha detto il deputato – non significa che la Sicilia debba perdere la possibilità di agire dal punto di vista legislativo in modo autonomo. Giusto tener conto della legge dello Stato, ma recepire ‘sic e simpliciter’ la ‘Delrio” incide sulla nostra autonomia speciale. Questa legge – ha aggiunto Venturino – è stata varata in fretta, tra mille contraddizioni e difetti, inoltre è stata anche gestita male e così come è non funziona. Devono essere i deputati a modificarla, esamineremo uno per uno gli emendamenti e sarà seguita la volontà dell’Aula, che è sempre sovrana”.

E il cammino non pare semplice. Ad accompagnare il ddl, infatti, ecco anche la bellezza di mille emendamenti. Oggi, intanto, scadono gli incarichi degli attuali commissari straordinari. L’obiettivo della maggioranza è quello di esitare il testo entro questa settimana.


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