Caso Piccione, renziani spaccati| Passa la linea Faraone - Live Sicilia

Caso Piccione, renziani spaccati| Passa la linea Faraone

L'area dei renziani si divide, con il sottosegretario che ha la meglio grazie ai numeri dell'area Cracolici. Sconfitto Lupo.

pd palermo
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AGGIORNAMENTO No alla deroga per Teresa Piccione: la direzione provinciale del Pd ha votato contro la richiesta del deputato e consigliere comunale di Palermo. L’area Lupo, a sostegno della Piccione, ha abbandonato i lavori nella speranza di far mancare il numero legale fissato a 53: alla fine i voti contrari sono stati 56 su 61. Un esito che vede la spaccatura della maggioranza congressuale che portò all’elezione di Carmelo Miceli e che si basava sull’asse Faraone-Lupo: Faraone è infatti riuscito ad avere la meglio grazie all’appoggio dell’area che fa capo a Cracolici.

Col no alla deroga, adesso la Piccione dovrebbe decidere quale dei due incarichi mantenere. Al di là del caso particolare, però, a fare notizie è la rottura tra le due anime renziane del Pd palermitano, già da mesi in tensione. Proprio in questi giorni entrambe le parti avevano serrato i ranghi per vincere la battaglia in direzione.

PALERMO – Concedere o no la deroga per il doppio incarico di deputato e consigliere comunale? La questione è all’ordine del giorno della direzione provinciale del Pd, che si riunirà nel pomeriggio a Palermo. Il caso riguarda Teresa Piccione, vicina all’ex segretario regionale Giuseppe Lupo. Il tema è delicato e rischia di far alzare il livello di tensione tra l’ala Lupo e quella che fa capo al segretario Carmelo Miceli, vicino al sottosegretario Davide Faraone. Il no alla deroga costringerebbe Piccione a optare per lo scranno di Montecitorio consentendo al primo dei non eletti del Pd di entrare in Consiglio comunale: si tratta di Salvo Alotta, ex consigliere comunale, vicino a Faraone, e coinvolto nello scandalo Ciapi, l’ente di formazione al centro di un inchiesta della Procura per la gestione di finanziamenti pubblici.

“Ancora una volta viene convocata una direzione provinciale del Pd senza affrontare direttamente il punto più importante, legato alle gravi difficoltà della nostra città e la conseguente linea del nostro partito. Dobbiamo finirla con questo continuo logorio che ha stancato me come tanti altri dirigenti e iscritti del Pd. Non possiamo continuare ad assistere al fatto che, dietro a certi ordini del giorno, si celino continui scontri alla ricerca di posizionamenti correntizi o smanie di protagonismo, senza discutere come partito dei problemi reali della gente”. Lo afferma il deputato regionale del Pd Mariella Maggio, in merito alla convocazione della direzione provinciale di questo pomeriggio. “Dimentichiamo, come partito, che Palermo soffre di una delle più gravi crisi degli ultimi decenni – aggiunge Maggio -. Invece di proporre le nostre soluzioni, continuiamo a trastullarci in ‘guerre’ assurde ed intestine. Dinanzi a un sindaco ormai distante dai cittadini per i mille problemi irrisolti, noi oggi dovremo decidere non sulla posizione dei democratici in Consiglio – sottolinea -, fino ad oggi carente e poco chiara, ma su una deroga che finisce con l’aprire appetiti in seno al Consiglio stesso. Cosa è cambiato dall’ultima decisione della direzione nazionale del Pd, che proprio sugli assetti interni in Consiglio comunale aveva suggerito prudenza? Oggi più che mai questa prudenza non è necessaria? Le regole devono essere applicate sempre e in tutti i casi”. “Può continuare il Pd ad assumere posizioni che non si traducono in una forte azione di proposta, di promozione e di guida dei processi politici? – prosegue – Il dibattito e le posizioni del Pd non possono essere condizionati da chi strizza l’occhio a un sindaco che sta mettendo in ginocchio Palermo e che, dal giorno dopo la sua elezione, lavora non per la città ma per ricandidarsi alla presidenza della Regione. Ritengo che il Pd non può continuare a farsi male, non può continuare a non avere una linea chiara e non può continuare a non dare risposte ai cittadini”.


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