A19, lo sfogo di una fuori sede: |"Milano sarebbe stata più vicina" - Live Sicilia

A19, lo sfogo di una fuori sede: |”Milano sarebbe stata più vicina”

La storia di Elisa potrebbe essere quella di ogni studente pendolare che studia a Catania o a Palermo. Le città principali dell'Isola non sono mai state così lontane.

la lettera
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PALERMO – “Se me lo avessero detto non ci avrei creduto. No, non avrei mai potuto immaginare di essere così lontana da casa, nonostante siano meno di 200 i chilometri che mi separano dalla mia famiglia. Mi presento. Mi chiamo Elisa, ho 19 anni e studio a Palermo. Fino alla settimana scorsa tornavo a casa ogni week end – partenza venerdì sera, appena finita l’ultima lezione all’Università e ritorno lunedì mattina, giusto in tempo per la prima della settimana.

Un ritorno importante per me che sono fuori sede solo da qualche mese e sento ancora il bisogno di sentire l’odore e il calore di casa mia. Le cinque ore di pullman in due giorni mi sembravano tantissime ma nulla in confronto a quello che mi aspetterà per i prossimi mesi, forse anni.

Immaginare di passare ben nove ore del mio fine settimana sull’autobus, senza alcuna certezza di arrivare puntuale, mi fa sudare freddo solo al pensiero. Stesso sentimento provo nell’immaginare i miei genitori avventurarsi sulle stradine delle Madonie per portarmi i vestiti primaverili, l’olio e tutto quello che non ho qui con me. Le battute sull’arretratezza della Sicilia si moltiplicano su Facebook come battute, appunto. Eppure la situazione per me e per quelli come me è drammatica.

Mi fa arrabbiare il fatto che, nel 2015, in un Paese che si dice civile come l’Italia, si possa accettare che le due principali città di una delle regioni più grandi, siano collegate solo da un’autostrada (se così si può chiamare. Il fatto che non la facciano pagare mi fa venire il sospetto che non la consideri tale nemmeno chi la gestisce).

Mi fa arrabbiare il fatto che, appena crollato il viadotto Himera, siano stati attivati nuovi e più veloci collegamenti con il treno. Una richiesta che i pendolari hanno da sempre avanzato ma che è rimasta lettera morta fino a quando la contingenza non ha modificato la situazione.

Ma soprattutto, mi fa arrabbiare il fatto di non essere andata a studiare a Milano – dove vivono le mie cugine – perché volevo stare più vicina a casa. E scoprire oggi che, dal capoluogo lombardo, sarei potuta tornare in due ore appena”.

 


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