Scatta il fermo per due scafisti | Incerto il numero dei morti - Live Sicilia

Scatta il fermo per due scafisti | Incerto il numero dei morti

Le accuse per i due (foto all'interno) sono di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. LA NOTTE SCORSA LO SBARCO A CATANIA DELLA NAVE DEI SOPRAVVISSUTI

Il resoconto della tragedia
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3 min di lettura

CATANIA. Con riferimento al naufragio dell’imbarcazione al largo della costa libica, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 aprile, la Polizia di Stato e la Guardia Costiera hanno eseguito un decreto di fermo al momento dell’arrivo della Nave della Guardia Costiera Gregoretti a Catania:
Il comandante della imbarcazione, Mohammed Alì Malek, di nazionalità tunisina e di anni 27;
Un membro dell’equipaggio, Mahmud Bikhit, di nazionalità siriana, di anni 25.

Mohammed Ali Malek

Mohammed Ali Malek

Il comandante è stato fermato per i delitti di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; il componente dell’equipaggio solo per quest’ultimo reato. Si provvederà delle prossime ore a chiedere al giudice la convalida dei provvedimenti cautelari. Si procederà anche all’esame dei testimoni con incidente probatorio. Fino alla conclusione di questa fase saranno adottate cautele per garantire la riservatezza e la genuinità delle dichiarazioni.

Non è ancora possibile accertare con precisione il numero dei morti. Le indicazioni provenienti dai superstiti sono approssimative e indicano comunque alcune centinaia di morti (tra i 400 e i 950). La Guardia Costiera ha acquisito informazioni da alcuni superstiti a bordo della “Gregoretti C.P. 920” ed il report del mercantile portoghese che ha stimato approssimativamente il numero dei migranti in 850 unità. L’esiguo numero di superstiti potrebbe dipendere anche dal fatto che molti migranti, tra cui le donne e i bambini, erano stati chiusi nelle stive.

Mahmud Bikhit

Mahmud Bikhit

Le indagini continuano anche al fine di accertare con precisione il numero dei morti. Si confermano per il resto le informazioni già fornite. Investigatori della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo, avvalendosi di unità della Polizia Scientifica e di interprete, su indicazioni della Procura Distrettuale di Catania, d’intesa con la Guardia Costiera, si sono recati a bordo di elicottero del Corpo sulla Nave Gregoretti per proseguire le investigazioni.

Le indagini proseguiranno e non si esclude l’ispezione e l’eventuale recupero del relitto, atto di indagine che sarà valutato con riferimento alle esigenze di prova. Per quanto riguarda la dinamica del naufragio risulta che hanno concorso due cause: da un lato le manovre errate compiute dal comandante del peschereccio, che nel tentativo di abbordare il mercantile, ha portato il peschereccio a collidere con la nave più grande; dall’altra il sovraffollamento del natante, che è stato sbilanciato dalle manovre errate e dagli spostamenti dei migranti a bordo. Si è perciò capovolta. Nessuna responsabilità può profilarsi, sulla base di quanto emerso, a carico del personale della mercantile che ha doverosamente prestato soccorso e che non ha contributo in alcun modo all’evento fatale.

Risultano pertanto iscritti nel registro delle notizie di reato solo il comandante del peschereccio e il componente dell’equipaggio. Le indagini sono condotte dalla Guardia Costiera e dalla Polizia di Stato, Squadra Mobile di Catania e Servizio Centrale Operativo.

L’incidente probatorio, nel quale saranno sentiti cinque testimoni, è previsto per venerdì 24 aprile davanti al Giudice per le indagini preliminari di Catania. Nelle prossime ore si procederà all’interrogatorio degli indagati. Dalle dichiarazioni testimoniali risulta che l’imbarcazione sarebbe partita da una località nei pressi di Tripoli nelle ore serali del 16 aprile; i migranti erano stati custoditi per periodi variabili, anche per 30 giorni, in una fattoria vicina al luogo di partenza e furono trasportati a gruppi di circa trenta, su furgoni, fino all’imbarco.

In un caso uno dei migranti sarebbe stato colpito con un bastone perché si era allontanato senza permesso per necessità fisiologiche. Il costo del trasporto, secondo quanto sin qui accertato, è stato di 500-1000 dinari libici per persona.

Per agevolare l’identificazione delle vittime del naufragio i congiunti o i conoscenti di coloro che si sono messi in viaggio possono utilizzare l’indirizzo solo a loro dedicato naufragio.wreck.procura.catania@giustizia.it.

 


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