Legittima la vendita del Cefop | Regione condannata - Live Sicilia

Legittima la vendita del Cefop | Regione condannata

La dirigente generale Corsello un anno fa bloccò la cessione del grosso ente al consorzio Cerf. Si ferma così anche la riassunzione di 400 lavoratori. Uno stop illegittimo, secondo i giudici del Tar. Adesso l'amministrazione dovrà reperire 32 milioni. Che si aggiungono ai 16 milioni da restituire ad altri enti vincitori di ricorsi. E potrebbe non finire qui.

 

PALERMO – Quella vendita era legittima. Il governo Crocetta l’aveva invece bloccata, facendo saltare l’affare. Ma adesso dovrà riconoscere a un consorzio di enti di Formazione la bellezza di 32 milioni di euro. Che si aggiungono ai 16 milioni già dovuti dall’amministrazione ad altri enti. Soldi che andranno in qualche modo reperiti dalla torta sempre più striminzita dei fondi Pac.

Il Cefop aveva legittimamente ceduto la propria attivtà al Cerf. Questo dice sostanzialmente la sentenza del Tar di Palermo. Una vendita che la Regione ha fermato, esattamente un anno fa, sulla base di una delibera con la quale veniva, sostanzialmente, vietata la “cessione del ramo d’azienda”. Così, come detto, si ferma tutto. Si blocca, insomma, l’iter dei finanziamenti relativi ai corsi di formazione. Corsi che il Cefop avrebbe “ceduto” appunto al Cerf. Ma si blocca anche, nel frattempo, il piano di riassunzioni previsto proprio dal bando pubblico con cui è stato ceduto il Cefop. Assunzioni per 408 degli oltre seicento dipendenti dell’ente in amministrazione giudiziaria. Rimasti a spasso per oltre un anno.

Ma il Tar, come detto, ha sconfessato l’operato della Regione e in particolare la nota sottoscritta dall’allora direttore generale alla Formazione e oggi del dipartimento Lavoro Anna Rosa Corsello, il 20 giugno del 2014. Una nota “con la quale – si legge nella sentenza – l’Amministrazione regionale ha ritenuto non produttiva di effetti la cessione dell’azienda, comprendente progetti formativi relativi all’avviso 20, effettuata dalla Cefop in amministrazione straordinaria a favore della Cerf ed ha, conseguentemente, invitato la Cefop (che aveva licenziato i propri dipendenti il 15 gennaio 2014 e cessato la propria attività d’impresa il 31 marzo 2014 e) a consentire all’Autorità di audit dei programmi cofinanziati dalla Commissione europea di effettuare la verifica sui progetti formativi ricompresi nella cessione, pena il definanziamento degli stessi”. Secondo i giudici amministrativi, però, l’amministrazione regionale avrebbe illegittimamente vincolato la cessione del Cefop a un assenso della Regione stessa. “Sotto il profilo civilistico – si legge nella sentenza – il consenso della Regione non era necessario per l’efficacia nei suoi confronti della cessione d’azienda, comprendente i progetti formativi in corso, intervenuta tra Cefop e Cerf”. Non serviva l’ok del dipartimento Formazione, insomma.

Ma il mancato “via libera” della Regione ha finito per bloccare anche i contributi destinati al Cefop e quindi al Cerf. Il Tar infatti ha definito illegittimi anche i decreti di “definanziamento” con i quali l’amministrazione regionale ha “stoppato” appunto l’erogazione di oltre 16 milioni di euro l’anno per due annualità riguardanti i corsi del cosiddetto “Avviso 20” (cioè del Piano regionale col quale ogni anno vengono selezionati e quindi finanziati corsi professionali e ore di insegnamento). Soldi che adesso la Regione dovrà trovare e sborsare.

Un guaio che si aggiunge a quelli dovuti ad altre sentenze del Tar che hanno riconosciuto a enti di Formazione, in un primo momento privati dell’accreditamento e dei relativi finanziamenti, i contributi dovuti per quell’anno. E la “fotografia” di questi “problemi amministrativi” legati al mondo della Formazione è reperibile da una delibera di giunta dello scorso 9 aprile, riguardante la rimodulazione dei fondi Pac. Le prime “pronunce dei giudici amministrativi – si legge in una nota del dirigente generale Gianni Silvia, allegata alla delibera di giunta – sfavorevoli per questa amministrazione”, costeranno già al governo circa 16 milioni di euro. Cause perse, di fronte al Tar, a causa di illegittime revoche dell’accreditamento a enti come Enaip Asaform, Ecap Agrigento, Ecap Caltanissetta, Enaip Caltanissetta, Euss Formazione.

A questi, diceva già Gianni Silvia in quella nota, potrebbero aggiungersene altri. “Nel caso l’amministrazione si trovasse soccombente nel giudizio in corso circa la vendita del ramo d’azienda da Cefop a Cerf occorerebbero ulteriori risorse per 16,2 milioni per ciascuna annualità, per un totale di 32,4 milioni”. Una eventualità divenuta realtà dopo la sentenza del Tar. Quei soldi andranno quindi cercati tra le risorse dei Fondi Pac, da riprogrammare. Bisognerà togliere ad altri, insomma, e destinare i contributi agli enti. E potrebbe non finire qua. I contenziosi ancora in atto potrebbero costare altri 13 milioni. Se la Regione perderà anche questi ricorsi, il conto sarà salatissimo: oltre 60 milioni di euro.


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