Mattarella, il libro e la causa| Si profila una soluzione bonaria - Live Sicilia

Mattarella, il libro e la causa| Si profila una soluzione bonaria

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Il processo nasce da una citazione per danni (la richiesta è di 250 mila euro) avanzata nel 2009 dall'attuale presidente della Repubblica e dai figli di Piersanti Mattarella nei confronti della Longanesi e di Alfio Caruso, autore nel 2000 di una storia della mafia, "Da cosa nasce cosa".

PALERMO – Era prevista la conclusione del processo, ma la decisione è stata rinviata. Si profila una transazione fra la casa editrice Longanesi e la famiglia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È stata la stessa Longanesi a chiedere di incontrare i Mattarella per chiudere la faccenda.

E così il giudice civile di Palermo Enrico Catanzaro ha rinviato il processo che ruota attorno alla citazione per danni (la richiesta è di 250 mila euro) avanzata nel 2009 dall’attuale presidente della Repubblica e dai figli di Piersanti Mattarella nei confronti della Longanesi e di Alfio Caruso, autore nel 2000 di una storia della mafia, “Da cosa nasce cosa”, libro giunto all’ottava edizione. In precedenza il Tribunale aveva assegnato il caso a un giudice onorario, Rosamaria Rini; ma su richiesta del difensore di Caruso, Fabio Repici, il processo è passato a un giudice ordinario. Stamani l’avvocato Repici ha chiesto la revoca di tutti i provvedimenti del primo giudice.

I Mattarella, assistiti dall’avvocato Antonio Coppola, contestano alcuni passaggi del libro – rimasti inalterati nelle otto edizioni apparse dopo il 2000 – in cui Caruso faceva riferimento alle “frequentazioni mafiose” del padre del capo dello Stato, Bernardo, “episodi tratti – dice Caruso – da una sterminata pubblicistica citata in bibliografia e che va dal ’50 ai nostri giorni”; e i giudizi che l’autore dà su Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia il 6 gennaio ’80.

Sembrerebbe che la casa editrice abbia proposto come soluzione la divulgazione di un comunicato stampa. Soluzione gradita alla famiglia del presidente della Repubblica. Se poi l’accordo ventilato non dovesse arrivare toccherà al giudice, come prevede la legge, prospettare un accordo alle parti.


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