Auchan, 176 esuberi a Catania |Sit-in per scongiurare il dramma - Live Sicilia

Auchan, 176 esuberi a Catania |Sit-in per scongiurare il dramma

Il colosso francese della grande distribuzione che ha recentemente annunciato 1.426 licenziamenti.

sciopero nazionale
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CATANIA – Auchan: lavoratori in sciopero contro gli esuberi.  “Ritrovarsi senza lavoro a cinquant’anni è semplicemente un dramma”, dice uno dei dipendenti del punto vendita di San Giuseppe La Rena. Il suo nome è Giovanni, da diciassette anni lavora per il colosso francese della grande distribuzione che ha recentemente annunciato 1.426 licenziamenti. Una mattanza, soprattutto nell’isola dove sono a rischio 267 posti. In provincia di Catania dove si trovano tre punti vendita (San Giuseppe La Rena, Porte di Catania e Misterbianco) gli esuberi potrebbero toccare quota 176. Nello specifico rischiano il posto 48 lavoratori  a Melilli (su un organico di 181), in provincia di Catania 70 nel punto vendita di Misterbianco (su 217 dipendenti), 78 a San Giuseppe La Rena (su 176), 28 a Porte di Catania (su 209), 22 a Palermo su 216 dipendenti e 21 a Carini (su 139).

Una delle "installazioni" del sit-int

L’annuncio degli esuberi arriva dopo una trattativa estenuante che non va a buon fine. “La comunicazione degli esuberi – sottolinea in una nota la segretaria generale della Fisascat Cisl etnea, Rita Ponzo  – è arrivata dopo che l’azienda aveva disdettato unilateralmente il Contratto Integrativo Aziendale Nazionale, facendo così perdere una fetta consistente del salario dei dipendenti. L’azienda ha motivato tutto ciò con la crisi dei consumi, che continua nel nostro Paese, e alla concorrenza sleale soprattutto al Sud”. Ma le ragioni della crisi, secondo i sindacati, vanno ricercate altrove: cioè nell’assenza di un piano aziendale.  Come se non bastasse a parità di calo di fatturato tra Nord e Sicilia, si considera “strutturale” la crisi isolana e “congiunturale” quelle del settentrione d’Italia. “Con i lavoratori meridionali dovrebbero essere stipulati di “contratti di Prossimità” nelle varie regioni del Sud che, in deroga ai Contratti Nazionali, dovranno prevedere condizioni più sfavorevoli”, si legge nella nota sindacale che richiama un tentativo di tornare alle “gabbie salariali”.

Uno dei manifestanti

Rispetto alla concorrenza sleale, problema che nessuno si sente di potere negare, il sindacalista della Filcams Cgil Francesco Munzone invoca “l’intervento delle istituzioni” ma amaramente ricorda le responsabilità della politica. “E’ anche vero che negli anni sono state messe in campo politiche sbagliate: nella provincia di Catania, in linea d’aria di neanche tre km ci sono tre ipermercati della stessa azienda, cosa che ha determinato una forma di cannibalismo reciproco”. “Ci auguriamo che si arrivi a una soluzione ma appare curioso il fatto che chi parla di oltre 1400 esuberi quando nella sede centrale ci sono 400 dipendenti fantasma,  si tagliano i lavoratori di quarto livello: paghiamo sempre noi,  direttori e dirigenti sono intoccabili”, rincara la dose Giovanni che dalle sei del mattino manifesta davanti la sede della azienda in compagnia di svariati colleghi. Altri dipendenti nelle stesse ore scioperano davanti agli altri punti vendita etnei.

La protesta è rumorosa e colorata, i dipendenti di San Giuseppe La Rena ricevono la visita delle deputate democratiche Luisa Albanella e Concetta Raia. Nei giorni scorsi, invece, hanno incassato la solidarietà e l’impegno a intervenire dal sindaco Enzo Bianco (intenzionato a chiedere la convocazione di un tavolo al Ministro) e da diversi deputati dem siciliani (tra i quali i catanesi Giuseppe Berretta e Luisa Albanella) firmatari di un’interrogazione parlamentare ai ministri Guidi e Poletti. Gli occhi sono puntati a Roma, dove martedì si terrà un vertice tra le parti sociali.


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