"Non si fece niente per evitare| l'omicidio di mio padre" - Live Sicilia

“Non si fece niente per evitare| l’omicidio di mio padre”

"Mai prima di allora ci fu un omicidio tanto annunciato", dice la figlia del magistrato. "La presunta trattativa? Mi appello alle coscienze"

Lucia Borsellino
di
2 min di lettura

PISA – “Credo di non urtare la suscettibilità di nessuno se dico che allora non si è fatto nulla per evitare che lo ammazzassero. Si può dire oggi che quel disegno mafioso non fu ostacolato abbastanza dallo Stato”. Lo ha detto Lucia Borsellino, figlia del giudice Paolo, oggi a Pisa durante un incontro con gli studenti delle scuole superiori per la giornata della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. “Già nella commemorazione di Giovanni Falcone a un mese dalla strage di Capaci – ha ricordato – mio padre disse pubblicamente di voler essere ascoltato, ma nessuno lo ha mai fatto. Fu lasciato solo e oggi è giusto che si sappia”. Riferendosi a quell’isolamento, Lucia Borsellino ha poi concluso: “Non voglio fare parallelismi con la vicenda di Aldo Moro, ma penso che anche mio padre abbia vissuto una sorta di sequestro morale durato 55 giorni in attesa della sua morte. Mai prima di allora ci fu un omicidio tanto annunciato che lo ha costretto a vivere ingaggiando una vera e propria corsa contro il tempo che gli rimaneva a disposizione”.

 “Io non ho gli strumenti per giudicare vicende come quelle della presunta trattativa Stato-mafia, però mi appello alla coscienza di ciascuno per fare finalmente chiarezza su questo e altri aspetti ancora oscuri del nostro Paese”, ha detto la Borsellino parlando agli studenti delle scuole superiori. L’incontro è stato organizzato dall’associazione culturale Il Mosaico per la giornata della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. “Credo – ha aggiunto rivolgendosi direttamente ai giovani presenti nell’auditorium dell’Opera Primaziale Pisana – che ciascuno di voi, di noi, abbia il dovere di cercare la verità senza delegare questa incombenza a qualcun altro. Non mi piacciono i professionisti dell’antimafia perché auspico che questa coscienza civile sia di tutti e non solo di qualcuno. Per fortuna posso testimoniare che a Palermo, in Sicilia, qualcosa sta cambiando”. Infine, ha concluso Lucia Borsellino, “occorre impegnarci tutti per arrivare alla verità non solo sulle stragi del ’92 ma anche su quelle degli anni precedenti che ancora non hanno ottenuto alcuna verità che spesso resta coperta sotto il segreto di Stato”.

(ANSA).


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI