Salvi: “Così abbiamo |incastrato i narcotrafficanti” - Live Sicilia

Salvi: “Così abbiamo |incastrato i narcotrafficanti”

Il Procuratore Capo Giovanni Salvi e il comandante provinciale della finanza Roberto Manna spiegano i retroscena del blitz.

CATANIA- “Un’operazione importante frutto di un’attività d’indagine complessa che la guardia di finanza ha portato avanti per quasi due anni confermando come  Catania sia diventata snodo importante, a livello internazionale, del traffico di marijuana”. E’ soddisfatto il procuratore Capo Giovanni Salvi per l’ultima maxi operazione della finanza guidata da Roberto Manna che ha sgominato una banda di narcotrafficanti pronta a immettere sul mercato quasi una tonnellata di sostanze stupefacenti, del valore di 4milioni di euro.

Ed è sul ruolo che Catania ha assunto, sullo scacchiere internazionale della droga, che la Procura di Salvi ha concentrato non poche energie ottenendo risultati importanti: “Solo negli ultimi tempi -sottolinea Salvi- grazie al lavoro di carabinieri, finanza e polizia, sono state sequestrate 6 tonnellate e mezzo di droga”.

Le bande che gestiscono le arterie catanesi dello spaccio hanno elevato Catania a capitale della marijuana, non solo per la distribuzione, ma soprattutto per l’importazione dall’Albania. La Calabria, invece, si conferma centro dello smercio di cocaina.

Con l’ultima operazione della finanza, è stato portato alla luce un sistema non facile da decriptare. Innanzitutto gli uomini di Manna e di Alberto Nastasia, capo della tributaria, hanno individuato al largo della Grecia, un peschereccio che si stava dirigendo in Albania. Manna ha seguito ogni passaggio delle investigazioni. “Abbiamo rilevato ogni movimento del peschereccio -ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza Roberto Manna- senza farci notare, grazie a radar sofisticati”.

Nastasia entra nei particolari: “Dai primi rilevamenti la rotta risultava compatibile con la tratta Grecia – Albania, poi incrociando i dati sulla velocità di 6 nodi abbiamo individuato il possibile porto di approdo, dopo la sosta in Albania, il peschereccio si dirigeva infatti a Pozzillo”.

Contemporaneamente la finanza ha indagato su due fronti: la presenza a terra di cellule pronte ad accogliere il carico di droga e la rotta del peschereccio.

Attraverso pedinamenti e appostamenti, i finanzieri hanno seguito il gruppo di catanesi che si muoveva tra Acireale e Riposto a bordo di un furgone, ben 7 persone. Quando il peschereccio è arrivato nel porto è scattato il blitz. Alcuni uomini si sono liberati di un pacco, gettandolo in mare, la finanza è riuscita a recuperare due fucili kalashnikov, armi da guerra con 87 munizioni, segno che dietro questo traffico si muovono i piani alti del crimine organizzato.


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