"Agito in spregio del vivere civile" | Ecco perchè Sclafani resta in cella - Live Sicilia

“Agito in spregio del vivere civile” | Ecco perchè Sclafani resta in cella

Pietro Sclafani al suo arrivo in Tribunale, a Palermo

Sono dure le parole con cui il giudice di Palermo ha deciso che deve restare in carcere l'uomo che ha investito e ucciso Tania Valguarnera. "Era al volante sotto l'effetto di più droghe e parlava al telefono".

PALERMO – Pirata delle strada, al volante sotto l’effetto di più droghe, non curante della giornata di pioggia che avrebbe dovuto imporgli prudenza, cinico a tal punto di disinteressarsi del corpo della povera Tania rimasto sull’asfalto, pronto a darsi alla fuga. Così il pubblico ministero Renza Cescon ha descritto la figura e ricostruito il comportamento di Pietro Sclafani.

L’impostazione della Procura è stata accolta in pieno dal giudice della terza sezionale del Tribunale, Daniela Vascellaro, che ha convalidato il fermo e applicato la misura cautelare in carcere all’uomo che ha travolto e ucciso Tania Valguarnera, 29 anni, mentre attraversava la strada, ieri mattina, in via Libertà. Secondo il giudice, sussistono il rischio di reiterazione di reato, la pericolosità sociale e il pericolo di fuga poiché il comportamento tenuto da Sclafani, 49 anni, sottolinea il giudice è “in totale spregio delle norme del vivere civile”.

Sulla decisione di lasciarlo in carcere hanno influito le “ripetute infrazioni al codice della strada per eccesso di velocità” e il fatto che le analisi, eseguita subito dopo l’impatto mortale, hanno confermato la presenza contemporanea nel sangue di Sclafani di “cannabinoidi, metadone, oppiacei e anfetamine/ecstasy”. E non importa, sostiene l’accusa, che nelle urine di tutto ciò non ci sia traccia perché la metabolizzazione avviene lentamente. Quel che conta è la presenza delle droghe nel sangue che viene rilevata subito dopo l’assunzione. Un’assunzione che, dunque, sarebbe avvenuta non molto tempo prima dell’incidente.

Sul punto, nel corso dell’udienza, Sclafani, si è difeso: “Mai fumato, mai bevuto alcol, mai consumato droghe”. Ecco perché il giudice gli ha chiesto cosa avesse fatto la sera prima della tragedia: “Alle dieci ero già a letto, mi alzo presto per andare a lavorare”. Sulla stessa lunghezza d’onda i parenti dell’imputato fuori dall’aula. “Non è un drogato, non è un drogato”, dicono con i segni della sofferenza stampati in volto mentre esprimono dolore per la tragica sorte toccata a Tania. Dal lavoro – Sclafani fa il panettiere – stava rientrando domenica mattina, quando ha investito Tania. Al giudice ha detto di non essersi accorto della presenza della donna e di avere solo sentito il rumore quando l’ha investita. Poi, si è fermato, si è avvicinato al corpo e qui avrebbe sentito che qualcuno aveva già chiamato i soccorsi. Solo dopo avrebbe deciso di andare via. Nessuna fuga, dunque.

Il Tribunale, però, è giunto a conclusioni diverse dopo avere visionato in aula il video choc dell’incidente filmato dalla telecamera di un’attività commerciale. Si vede chiaramente che Tania Valguarnera è stata investita mentre attraversava la strada per raggiungere il palazzo del call center presso cui lavorava, mentre dall’analisi dei tabulati sarebbe emerso che Sclafani stesse parlando al telefono mentre investiva la donna. “Nell’immediatezza Sclafani – si legge nel provvedimento con cui il Tribunale ha ordinato l’arresto – negava ogni addebito, riferendo di avere probabilmente urtato qualcosa, mentre successivamente negli uffici di polizia ammetteva di avere investito la giovane e di essere scesa dal mezzo, ma di avere poi avuto paura anche perché stava guidando con una patente su cui pendeva un provvedimento di sospensione a tempo indeterminato”.

A notarlo mentre risaliva sul suo Fiat Doblò è stata una delle persone che si è precipitata in strada per vedere cosa fosse accaduto. È stato un passante, infatti, ad indicare ai poliziotti il mezzo ed è iniziato un breve inseguimento. Sclafani è stato bloccato all’incrocio fra via Marchese di Villabianca e via Mario Rutelli, “nonostante cercasse di sfuggire al controllo inserendo la retromarcia”.

 


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