Scommesse, lo scandalo continua | Tra nuovi retroscena e nomi forti - Live Sicilia

Scommesse, lo scandalo continua | Tra nuovi retroscena e nomi forti

Le clamorose intercettazioni venute fuori nell'operazione Dirty Soccer, con il presidente del Neapolis Moxedano e il ds Ciccarone a muovere i fili. L'arresto di Sasà Astarita e di altri giocatori e dirigenti, con un retroscena che tocca da vicino l'Akragas.

calcio e scandali
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AGRIGENTO – Un pugno al cuore di molti tifosi è quello che è arrivato dall’inchiesta sull’ennesimo caso di calcioscommesse che ha travolto questa volta i campionati di LegaPro e Serie D, due campionati, l’ultimo in particolare, che risente della crisi degli sponsor e della società e dove molti giocatori diventano quindi disponibili a patti con il diavolo per guadagnare di più attraverso le scommesse. la mano della ‘ndrangheta, nella figura di Piero Iannazzo, operava quindi in Serie D attraverso i dirigenti del Neapolis, la squadra campana dei Moxedano, adesso in carcere, padre presidente e figlio giocatore. Una delle figure centrali del giro di scommesse del Girone I di Serie D è Salvatore Astarita, “figlio putativo di Moxedano” (come è stato definito nell’inchiesta). L’ex giocatore dell’Akragas non solo falsò la partita tra Neapolis e Akragas, ma fungeva da vero e proprio mediatore per reclutare giocatori di altre squadre (come avvenne nel caso del Sorrento) oppure a trovare persone fidate per scommettere.

L’inchiesta “Dirty Soccer”, 50 arresti e 70 indagati, porta allo scoperto un quadro desolante che smorza l’entusiasmo di chi ancora crede in uno sport sano e pulito: nel faldone di 1672 pagine si parla di mattonelle (soldi) agenzie viaggi (agenzie scommesse) e autisti di furgoni fidati (persone per scommettere) in un linguaggio criptato che nulla ha a che vedere con il valore dello sport, della corsa e del sudore. Astarita durante la partita esterna tra Neapolis e Akragas ormai è dentro il vortice, tanto che Ciccarone (ds della Neapolis) e Moxedano (presidente) non devono chiamarlo per dirgli di compromettere la partita, cosa che farà direttamente Astarita “di sua iniziativa” si legge nel fascicolo. Con un gesto plateale il numero 5 dell’Akragas, ceduto a dicembre, già ammonito colpisce di pugno la palla, deviando in porta da calcio d’angolo, con un gesto plateale che non ha nulla della “mano de dios” di Maradona, ma ha molto della disponibilità di un giocatore che dopo l’espulsione esce dal campo senza neanche protestare, tra gli occhi sbigottiti dei suoi compagni di squadra, rei, secondo Astarita di escluderlo dalla squadra dopo quel gesto, come dirà in una intercettazione con Ciccarone.

Intanto dalle conversazioni viene fuori anche il nome di Pino Rigoli, l’ex allenatore dell’Akragas, attualmente all’Agropoli, a cena con Ciccarone. L’inchiesta però sembra essere all’inizio, un certo “Corvo” venuto fuori dalle intercettazioni, che passava le formazioni dell’Akragas a Ciccarone prima delle partite dei biancazzurri, non ha ancora un nome. Resta poi da chiarire la figura di Pino Rigoli, guardando la partita con l’Agropoli che portò gli uomini di Feola ad essere in vantaggio di due reti per poi essere raggiunti dai delfini per il 2-2 finale. Sospetti ci sono anche nei due incendi avvenuti tra dicembre e novembre, di presunta matrice dolosa, accaduti prima al pullman dell’Akragas e poi all’auto di mister Feola: sono stati degli avvertimenti?


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