Musotto attacca Lombardo| "Gli ho dato 45 mila euro" - Live Sicilia

Musotto attacca Lombardo| “Gli ho dato 45 mila euro”

Francesco Musotto e Raffaele Lombardo

L'inchiesta sulle spese pazze dell'Ars. Francesco Musotto si fa interrogare dai pm di Palermo che gli contestano anche il prelievo dell'ingente somma dal conto del gruppo Mpa. Chiede un confronto con l'ex governatore: "I soldi li ho dati a lui". "Sciocchezze", sostiene l'ex presidente.

PALERMO – Francesco Musotto vuole un confronto con Raffaele Lombardo. Lo chiede con tono deciso ai pubblici ministeri che lo interrogano, su sua richiesta, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese “pazze” delll’Ars. Perché, dice l’ex capogruppo del Movimento per l’autonomia, quei 45 mila euro che gli vengono contestati li ha prelevati in contanti e consegnati nelle mani di Lombardo. Che, però, ha sempre negato l’episodio consumando una frattura insanabile tra i due politici che hanno condiviso il progetto autonomista.

Di “sciocchezze” ha addirittura parlato il leader del Mpa ed ex presidente della Regione. Ecco perché Musotto non ci sta. Ai pm, a cui ha chiesto di essere sentito dopo avere ricevuto nelle scorse settimane l’avviso di conclusione delle indagini, l’avvocato ex ed presidente della provincia spiega di avere prelevato i soldi i contanti in banca – Lombardo gli avrebbe detto di ritirare tutto il denaro presente in cassa in quel momento – e di averli consegnati dentro tre buste all’ex governatore che li contò “appartandosi nel bagno” di Palazzo d’Orleans. Quei soldi, così Musotto si sarebbe sentito dire, servivano “per le amministrative 2010 perché l’Mpa doveva presentare liste in tutte le grandi città italiane”. Insomma, dice l’ex capogruppo, anche allora si tratto di “costi politici”.

E così Musotto non comprende il silenzio di Lombardo, così come si rammarica del fatto che “tanti altri sanno che è andata così, ma nessuno verrà a dirlo”. Quindi, invoca un faccia a faccia con Lombardo che, intervistato dai giornalisti, ha sempre smentito il fatto, lasciando al solo Musotto il gravoso onere di giustificarsi davanti agli inquirenti. Il confronto, però, almeno per il momento resta un’ipotesi. È previsto che venga fatto anche in fase di indagini, ma solo dopo che entrambi i protagonisti abbiano reso dichiarazioni all’autorità giudiziaria. E come, dicevamo, le parole di Lombardo sono arrivate solo a mezzo stampa. Non è escluso che la Procura lo citi come persona informata sui fatti.

Per il resto Musotto, che ha ribadito di avere ormai abbandonato l’agone politico – “faccio l’agricoltore” – conferma di avere autorizzato tutte le spese che gli vengono contestate. Nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dai pm Maurizio Agnello, Luca Battinieri, Sergio Demontis, Piero Padova, con il coordinamento del procuratore aggiunto Leonardo Agueci, si parla di centinaia di migliaia di euro. Tra cui 24.100 euro prelevati dal conto corrente del gruppo attraverso undici assegni; 160 mila euro movimentati in contanti o in assegni, alcuni dei quali utilizzati per pagare persone “non appartenenti al gruppo”. Ed ancora, 998 euro di “spese personali”, 2.381 euro per “regalie, panettoni, biglietti da visita”, 22 mila euro per le spese della Audio A6 a disposizione del senatore e commissario regionale del Mpa, Vincenzo Oliva. Ad Oliva sarebbero state rimborsate ulteriori spese per 17 mila e 500 euro. Il tutto senza che sia stata presentata alcuna pezza d’appoggio, compresi i soldi chiesti e ottenuti dai deputati.

“Non mi sono mai messo soldi in tasca, neppure un euro – ha tagliato corto Musotto, accompagnato dall’avvocato Fabio Ferrara -. Erano sempre e solo spese per finalità politiche”.

L’inchiesta della Procura guidata da Francesco Lo Voi a fine aprile è arrivata al giro di boa dell’avviso di conclusione delle indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio. Secondo i pm, infatti, ci sono gli elementi per processare quattordici politici. Le persone finite nel registro degli indagati erano in tutto 97, di cui 83 parlamentari, fra ex e attuali in carica. L’avviso di conclusione ha riguardato solo i capigruppo che devono rispondere di peculato. La posizione di tutti gli altri è stata stralciata. In alcuni casi si profila sin d’ora la richiesta di archiviazione. Per altri, invece, è necessario continuare ad indagare.


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