"Il dopo Helg, la corruzione, la crisi | La mia presidenza votata all'etica" - Live Sicilia

“Il dopo Helg, la corruzione, la crisi | La mia presidenza votata all’etica”

Patrizia Di Dio

A tre mesi dallo scandalo che ha travolto Roberto Helg la nuova presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio, parla della nuova sfida che la vede ricoprire da pochi giorni la carica più alta all’interno dell'organizzazione di via Emerico Amari.

PALERMO - L'intervista
di
7 min di lettura

PALERMO – Novanta giorni che scandiscono il tempo del cambiamento. Era il 3 marzo quando Roberto Helg, il presidente di Confcommercio Palermo e vicepresidente della Gesap dell’aeroporto Falcone e Borsellino, venne arrestato per aver intascato una tangente. Un’accusa pesantissima sul capo dell’ex numero uno della Camera di Commercio di via Amari che, proprio nella veste di rappresentante Gesap, avrebbe estorto una mazzetta da 100 mila euro a Santi Palazzolo per la proroga della concessione dello spazio destinato alla sua pasticceria.

Dopo tre mesi a succedergli è una donna, la prima donna alla guida dell’associazione che riunisce oltre 12mila imprese. Patrizia Di Dio, l’imprenditrice del settore tessile, già presidente nazionale del Terziario Donna, adesso si appresta a ricoprire la carica più alta all’interno di Confcommercio. Eletta all’unanimità, la patrona de La Vie En Rose raccoglie il testimone segnando la linea di demarcazione tra passato e futuro. Crisi e corruzione sono parole declinate all’imperfetto: il nuovo verbo vibra di speranze, soprattutto per i giovani che vogliono fare impresa e per le donne, come lei, che desiderano ritagliarsi uno spazio nel mercato. Una linea guida inedita e fresca che guarda al presente con ascolto e assistenza nei confronti dei tanti imprenditori in difficoltà.

La prima donna alla presidenza di Confcommercio. Quanto è difficile ricevere questo testimone?

“È difficile in generale, per il momento che stiamo vivendo, per la crisi profonda, la peggiore che abbiamo mai vissuto. È difficile nel momento storico specifico per i fatti gravi verificatisi che sono stati uno sfregio all’organizzazione e a tutti coloro che in questi anni hanno dato tanto, incondizionatamente, con dedizione e spirito di volontariato alla nostra associazione. Ma rappresenta un impegno, una strada in salita. È una sfida che io e tanti altri miei colleghi ci sentiamo di assumerci”.

Lo scandalo Helg ha travolto l’intera categoria: corruzione e tangenti hanno generato timori e malumori nei commercianti. Come è possibile riconquistare la loro fiducia?

“Quanto è successo è di una gravità estrema e nessuno, dentro e fuori l’organizzazione, poteva immaginare che proprio chi era così solerte nei temi della legalità, fosse capace di commettere reati. Ma il caso singolo è il caso singolo, non riguarda l’organizzazione e non riguarda tutti gli altri. La nostra organizzazione è sana e vi sono tante persone che si sono impegnate prima, continuano a farlo adesso e lo faranno anche in futuro”.

Come si è comportata Confcommercio?

“In poche ore abbiamo espulso Helg, il nostro codice etico ci ha consentito in Confcommercio di espellere immediatamente chi si era macchiato di un reato così odioso, dimostrando anche da questo punto di vista che la nostra organizzazione di imprenditori è sana e lungimirante nei temi della legalità, forse direi di lotta alla illegalità. Ho scoperto che questa stessa immediata decisione non sarebbe stata possibile in altri contesti, per esempio in camera di commercio non era previsto che per reati di corruzione si potesse fare la stessa cosa. Helg ha rassegnato le dimissioni, se non l’avesse fatto non sarebbe stato possibile farlo decadere dalla carica di presidente. Un tremendo e pericoloso paradosso, proprio nella pubblica amministrazione. Viviamo un momento in cui stanno crollando i punti di riferimento del vivere civile, della legalità, dell’etica o più semplicemente dell’onestà. Comprendo che la gente, gli imprenditori, tutti noi, possa nutrire dei sentimenti di sfiducia, ma non si deve generalizzare”.

Che presidente sarà Patrizia Di Dio?

“Io sono affidabile, responsabile, corretta, leale, antepongo i valori all’opportunità. Correttezza, legalità, etica sono sempre stati il filo conduttore della mia vita. E penso che, nonostante quello che leggiamo sulla cronaca ogni giorno, ovvero gli episodi di corruzione e il crollo dei valori generalizzato, la maggior parte della gente non sia così. Magari voglio illudermi e vedo dalla mia prospettiva, ma certamente non possiamo rassegnarci a un futuro senza speranza, in cui impera malaffare, corruzione, assenza di etica e di legalità. A proposito della fiducia, noi come persone e la nostra organizzazione in questi mesi non l’abbiamo persa, anche dopo l’arresto di Helg. Forse perché abbiamo agito con immediatezza senza se e senza ma. Molti dei nostri associati hanno guardato a quello che è stato un evento drammatico e traumatico, a un momento che potesse segnare una svolta anche nel segno della discontinuità con una politica associativa in cui in molti non si riconoscevano più”.

E dunque avete recepito la necessità del cambiamento…

“Il desiderio era quello di cambiare immagine, pur nella continuità rispetto al passato per il buono che è stato fatto e che c’è, chi desiderava un linguaggio nuovo e diretto. Sono in tanti ad essere contenti della svolta data e sono certa che tanti altri verranno coinvolti con la dimostrazione dell’impegno serio e concreto a sostegno delle imprese. Il mio impegno e quello della squadra appena eletta sarà forte e motivato, perché siamo in tanti a credere ancora ai valori dell’associazionismo, dello spirito di servizio. Siamo in tanti a credere, per fortuna, che l’impegno può aiutare a risolvere i problemi. Magari non li risolveremo tutti, ma il nostro impegno sarà il massimo”.

La crisi del settore ha reso difficile l’economia degli ultimi anni. Quali sfide attendono i negozianti?

“Stiamo vivendo una crisi profonda che ha già falcidiato migliaia di imprese e di posti di lavoro e, nonostante gli annunci, non si vede ripresa. Se la crisi picchia forte e il mercato pretende delle strategie che attengono la competitività di ciascuna azienda e di ciascun punto vendita, occorre che la politica faccia la sua parte a tutti i livelli per ridurre burocrazia, per rendere attrattiva la nostra città dal punto di vista turistico, per dare sicurezza e servizi adeguati, per non appesantire le aziende già vessate da una crisi spaventosa”.

Già presidente nazionale del terziario donna e imprenditrice del settore tessile. Adesso si ritrova a sedere dall’altra parte della “cattedra”. Come segnerà la svolta con il passato?

“In continuità con quanto di buono c’è sempre stato e continua a esserci. Penso ci sia aria nuova: intanto perché mai una donna è stata presidente nel passato e forse è arrivato il momento. Questo rappresenta già una novità, in più la mia elezione rappresenta un fatto di discontinuità anagrafica, di cambio generazionale. Sono “giovane” rispetto alla media di età ai vertici della nostra confederazione. Certamente mi sento “giovane” rispetto a certe logiche “vecchie” e a mio parere ormai più che mai inadeguate. In qualità di presidente nazionale del terziario donna ho sempre sostenuto che una maggiore presenza di donne a tutti i livelli di “governance” sia necessaria”.

Perché?

“La scarsa presenza di donne ai vari livelli e nella “governance” di un Paese è, anzitutto, una questione culturale, la dimostrazione dell’arretratezza culturale di un Paese, una questione di civiltà, rivela una grave carenza di democrazia e pone un problema di legittimità dei risultati perché impedisce che si tenga pienamente conto degli interessi e delle esigenze di tutta la popolazione nel suo complesso e rende quindi incompiuta la nostra democrazia, ma anche impoverita nella “visione” femminile”.

Crisi, da una parte, corruzione e imminente successione a Helg dall’altra. Una carica difficile la sua, proprio per il periodo storico del suo insediamento. Come dimostrerà che Confcommercio gode di ottima salute, essendo una federazione sana e autorevole?

“Abbiamo già un’organizzazione all’altezza, ma sarà compito della nuova “governance” proporre una riqualificazione della propria struttura e dei servizi resi, per dare vita a una rete associativa più moderna, più agile, più efficace. Nel mezzo di una crisi economica che ha drasticamente abbattuto il patrimonio degli italiani, espulso dal mercato decine di migliaia di imprese di ogni categoria e dimensione e centinaia di migliaia di lavoratori, riportando indietro di venti anni l’orologio del Pil e dei consumi, la Confcommercio Palermo deve porsi come obiettivo anche la riqualificazione dell’iniziativa politica e sindacale”.

Come può raggiungere questo obiettivo?

“Lo deve fare assumendo come dovere il rinnovamento della propria visione, dei propri metodi, dei propri sistemi di relazione e di comunicazione con il mondo politico e le istituzioni, le parti sociali, l’opinione pubblica, assumendo come cultura di appartenenza quella propria di un sindacato di imprese che si liberi da ogni tentazione autoreferenziale. Nel momento in cui le imprese del commercio, del turismo, dei trasporti, dei servizi alle imprese e alle persone si sono trovate strette tra caduta dei consumi e blocco del credito, abbandonate a se stesse dalla politica, schiacciate da misure fiscali e del lavoro che ne hanno fiaccato la capacità competitiva, Confcommercio deve essere riconosciuta da queste stesse imprese come il loro punto di riferimento, dotato di una visione del futuro, credibile perché capace di rinnovarsi e di promuovere innovazione”.

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI