Aborto, l'Udi scrive al Prefetto |per difendere la legge 194 - Live Sicilia

Aborto, l’Udi scrive al Prefetto |per difendere la legge 194

L'associazione chiede al Prefetto Federico di vietare la manifestazione organizzata dal "Comitato No 194". "E' una giusta risposta - affermano le rappresentanti - a chi sta tentando di rimandarci indietro al secolo scorso".

unione delle donne
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CATANIA – L’Udi in difesa della 194. L’Unione delle donne italiane contesta la manifestazione promossa dal “Comitato no 194” e organizzata per il prossimo 13 giugno. Per questo ha inviato una lettera in Prefettura per chiedere la proibizione della protesta. “Non è una limitazione della libertà di manifestazione o di pensiero – si legge sulla pagina Facebook sulla quale è stata postata la missiva – ma una giusta risposta a chi sta tentando di rimandarci indietro al secolo scorso, di chi attraverso questo attua un percorso di annullamento delle volontà e dei diritti delle donne”.

Per questo chiedono sostegno, da parte di singoli, associazioni, forze politiche e movimenti. Per difendere un diritto acquisito con fatica. Questo il testo integrale della lettera., inviata lo scorso 9 giugno.

“Egr. Signora Prefetto,

Abbiamo sempre denunciato in questi anni, tutti gli attacchi di stampo integralista e misogeno alla legge 194.

Non si tratta solo di attacchi ad una legge dello Stato, ma di minare la libertà e autodeterminazione delle donne, di imporre una visione del mondo non solo confessionale, ma anche patriarcale, autoritaria, violenta e sostanzialmente razzista.

Ora che attorno al Comitato “no 194”, che organizzerà il 13 giugno i suoi cortei, sit-in ed altro, a partire dalle Sentinelle in piedi, si sono radunati gruppi e forze politiche plaudenti, fra cui non mancano “teste rasate”, gruppi xenofobi, razzisti ed omofobi, sostenitori della razza bianca, della superiorità maschile, del contrasto alle pratiche contraccettive in nome di una cosiddetta cultura della vita ecc., ora dovrebbe essere chiaro senza ombra che i cortei del 13 Giugno saranno una “conta” contro le donne.

Qualche istituzione si sta “svegliando” e, a Bologna, il Prefetto ha proibito manifestazioni di qualsiasi tipo davanti ai cosiddetti luoghi sensibili, dunque anche l’ospedale Maggiore dove i “no 194” e il loro seguito cupo e violento volevano organizzare 8 ore di veglia-preghiera.

Si può dunque pensare che altri Prefetti anche in altre città, si accorgano che le funebri litanie dei preganti per i bambini uccisi dalla legge 194, organizzati dall’Associazione papa Giovanni XXIII davanti agli ospedali, non sono innocue preghiere, ma intimidazioni ed offese contro le donne e contro il personale medico non obiettore.

A questo proposito, e proprio in risposta alla richiesta di abrogare la legge 194 e di ritornare all’aborto clandestino, l’UDI ribadisce l’inammissibilità dell’obiezione selvaggia alla legge 194, così come viene attualmente praticata e sostiene l’esigenza di una sua severa regolamentazione. Quanto alla famiglia tradizionale, illustrata dagli schemi inquietanti che ormai si delineano negli anatemi dei suoi difensori, con il padre padrone/patriarca, il suo stesso essere evocata in questo modo e da queste bocche, ci suscita orrore.

Il 13 Giugno sarà forse più chiaro di prima, qual’é la posta in gioco: non solo eliminare, per puro fondamentalismo religioso e culturale, di stampo maschilista, una buona legge che ha fatto diminuire gli aborti, ma forzare la mano affinché da uno stato laico si torni, almeno per quanto riguarda le donne, ad uno stato etico basato sulla subalternità femminile.

Questo non è ovviamente possibile e non accadrà, ma deve essere chiaro che non consentiremo neppure che dietro alla parvenza di chiedere un semplice referendum abrogativo, in realtà si voglia aprire un’offensiva contro la libertà femminile, così come è garantita dalla Costituzione.

E dunque incominciamo chiedendo a tutti i Prefetti di vietare per il 13 Giugno, ma anche oltre, preghiere/manifestazioni davanti agli ospedali.

In attesa di conoscere le Sue determinazioni, inviamo i migliori distinti saluti”.

UDI Unione Donne in Italia, sede di Catania

Giovanna Crivelli

Foto Huffingtonpost


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