Dai Pip alle pensioni | Il governo ci ripensa - Live Sicilia

Dai Pip alle pensioni | Il governo ci ripensa

Un emendamento dell'assessore Baccei, che recepisce i rilievi del Ministero dell'Economia, punta a riscrivere una dozzina di norme della Finanziaria. Estesa a 120 giorni la finestra per i prepensionamenti. Fuori dal bacino di Emergenza Palermo chi ha i requisiti per andare in pensione. Novità anche per il personale dell'Assemblea regionale. La Cisl Fp: "L'avevamo detto".

PALERMO – Il governo ci ha già ripensato. La Finanziaria è – in parte – da rifare. Da correggere. Da ricalibrare. E dire che la legge di stabilità è approdata in Gazzetta ufficiale poco più di un mese fa. Quanto basta per accorgersi di qualche errore, per recepire la tirata d’orecchi del Ministero dell’Economia, per operare qualche parziale retromarcia, affidata a un emendamento aggiuntivo preparato dall’assessore Alessandro Baccei, e che presto dovrà essere approvato in giunta.

L’emendamento punta a modficare una dozzina di norme varate appunto in finanziaria. Per carità, nessuna modifica “epocale”, ma il “ritocchino” alla legge di stabilità interverrà su parti delicate del testo, come quelle riguardanti le pensioni dei regionali, il bacino dei Pip e la norma sui capannoni delle ex Asi.

Poco più di un mese. E c’è già qualcosa da rivedere. In particolare sulle norme che riguardano i prepensionamenti dei regionali. Il governo ha deciso di estendere la finestra entro la quale i dipendenti potranno presentare la propria domanda di quiescenza: da sessanta a 120 giorni. Una modifica “ritenuta necessaria – si legge nei documenti degli Uffici del bilancio – in considerazione dei tempi occorrenti per l’avvio del processo per i prepensionamenti”. Tempi assolutamente prevedibili, anche durante l’iter lungo e complessao di approvazione dei documenti contabili.

E a proposito di prepensionamenti, cambia qualcosa anche per il Corpo Forestale. Il governo e l’Ars avevano deciso, in pratica, di bloccare completamente il turn over per quest’anno, mentre per gli anni successivi la dotazione organica si sarebbe ridotta, ogni anno, solo del 50 per cento dei dipendenti che andavano in (pre)pensione. E invece con la modifica decisa da Baccei, ogni prepensionamento si tradurrà in una riduzione dell’organico. Chi esce, insomma, non verrà più sostituito.

Novità, poi, come detto anche per gli ex Pip. La novità proposta da Baccei prevede, sostanzialmente, l’uscita dal bacino dei precari per tutte le persone che abbiano raggiunto i requisiti per andare in pensione. A loro, quindi, non spetterà più il sussidio, ovviamente. Cambia qualcosa anche per l’Arpa. In Finanziaria era stata prevista la possibilità di stabilizzare i cosiddetti “comandati”. Dipendenti di altri enti distaccati all’Agenzia per la protezione dell’ambiente. Una “immissione in ruolo” che, stando alla norma approvata dall’Ars “non avrebbe costituito nuova assunzione”. Il Ministero dell’Economia ha chiesto la soppressione di quest’ultimo passaggio. “La soppressione – si legge nei documenti del bilancio – non inficia la disposizione nel suo complesso”. Una interpretazione certamente ottimistica, visto che, senza quell’inciso, difficilmente quelle stabilizzazioni potrebbero aggirare il blocco di ogni tipo di assunzione e progressione, tutt’ora vigente in Sicilia.

Una modifica potrebbe riguardare anche il personale “stabilizzato” dei gruppi dell’Assemblea regionale. Nell’emendamento di Baccei si prevede di intervenire sull’articolo che fa riferimento alla legge con cui l’Ars ha recepito il “decreto Monti” sui tagli ai costi della politica. In pratica, il governo chiede che le spese per il personale dei gruppi debbano essere utilizzate “prioritariamente” per il personale inserito in un elenco ad esaurimento stilato con decreto del presidente dell’Assemblea il 20 febbraio del 2013. Insomma, andranno garantiti gli stipendi prima agli stabilizzati che erano già “in servizio” a inizio legislatura. Poi, solo eventualmente, a quelli arrivati negli anni successivi.

L’emendamento di Baccei prevede anche l’abrogazione di un intero articolo. È quello riguardante la possibilità per le imprese di usare gratuitamente i capannoni delle ex Asi fino ad ora soggetti a canoni di locazione o concessione. Improvvisamente, finite le elezioni, il governo ci ha ripensato. Quell’articolo, approvato un mese fa, non va nemmeno modificato. Solo adesso ci si è accorti che mancava… la copertura finanziaria. Non c’erano i soldi per sostenere quella norma. Che adesso, a urne chiuse, può essere buttata via.


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