"Quando Livia volò via" - Live Sicilia

“Quando Livia volò via”

Livia

Quel giorno giunse inaspettata la notizia della morte di Livia Morello, ad appena diciotto anni. Proprio da quel giorno ha avuto inizio una storia di speranza che stasera vedrà un nuovo appuntamento al Teatro di Verdura. La racconta Angelo, suo padre.

La bambina era di là, oltre la porta. Di qua c’era la speranza. Un medico infranse il confine, in lacrime. Non sappiamo – perché non c’eravamo – cosa disse e come lo disse. Ma il senso non si prestava a fraintendimenti: la bambina era andata via. Livia aveva appena diciotto anni, era dunque ancora una bambina, il giorno che volò via.

Questa che vedete è Livia Morello, in una posa familiare con un cagnolino che amava. Ci siamo permessi di prendere il riflesso della bellezza dal suo profilo facebook non per saccheggiare il riserbo e l’amore che la circondano, ma per dare precisa raffigurazione di ciò che abbiamo smarrito.

Suo padre è Angelo Morello – giornalista preceduto dalla fama e uomo buono – è lui che racconta come sia cambiata la sua vita e quella della sua famiglia: di Roberta, la compagna di viaggio che l’ha sostenuto nella tempesta, dell’altro figlio, Guido. Ed è sempre lui che presenta la serata di beneficenza ‘Livia con noi’ al ‘Teatro della Verdura’.

Angelo è dimagrito, per via della dieta. Il volto è un po’ pallido. Gli occhi si astraggono spesso dalla conversazione; cercano lei, ovunque sia. “Siamo stati sostenuti dalla fede – racconta -. E io sono stato aiutato da mia moglie. Roberta, con la sua dolcezza, mi ha sorretto nei giorni peggiori. Abbiamo trovato sollievo in Dio. Non scorderò le parole di don Enzo Volpe che ci è stato accanto: ‘per fede sappiamo che non può finire tutto qui. Questa vita Livia l’ha vissuta intensamente , sorretta dall’esempio di tanti, della sua famiglia innanzitutto. Un segmento di infinito’”.

Era marzo di qualche anno fa. La notizia giunse con parole crude, chirurgiche, inequivocabili: “Tragedia in casa Tgs. Nella notte è venuta a mancare improvvisamente la figlia del caporedattore Angelo Morello. Livia, 18 anni compiuti la scorsa estate”. Non avrebbe senso rifare la storia del bollettino medico. Angelo si concentra sul resto: “Abbiamo scelto di non chiuderci nel nostro dolore, fondando una onlus col nome di mia figlia per progetti di solidarietà. Ho trovato le risposte di una città generosa. Palermo è disponibile ad aiutare il prossimo. Non si tira indietro. La bontà, forse, dovrebbe essere organizzata meglio; si stenta a costruire una rete benefica. Ma gli esempi di abnegazione e disinteresse sono moltissimi. Io credo nella provvidenza e credo negli incontri che mette sul tuo cammino. Parecchie persone splendide ci hanno affiancato, sono grato a tutti. Ora voglio ricordare Massimo D’Anna che è fondamentale per organizzare spettacoli come quello del ‘Verdura’. Un altro è Giovanni Pellerito che sta in America e che sappiamo vicino. La provvidenza offre segni continui. Qualche tempo fa, avevamo una somma da spendere, circa seicento euro e ci interrogavamo su come adoperarla meglio. E’ arrivata una telefonata di un’associazione che aveva bisogno proprio di quella cifra. Non è un segnale chiarissimo?”.

Chissà, però anche noi siamo grati del sentimento di tenerezza che viene offerto. Un padre narra della morte di sua figlia, lodando il cielo, quando sarebbe naturale bestemmiare la terra. E ci insegna che non si può mai dare del tu alla morte, per farsela amica. Ma si può essere amici della vita che si rinnova.

“Non siamo stati vittime della rabbia – dice Angelo – Livia è con me, con noi, in ogni istante. Fin da quando il mio amico medico che tentò di salvarla aprì la porta dell’ospedale per comunicarci, piangendo, la terribile notizia. Il pittore Rodolfo Gurrieri, ci ha donato un quadro che riprende un’immagine di Livia, felice e sorridente. A casa, con noi, ci sono i cagnolini che lei coccolava, ormai persone di famiglia. Mia moglie scattò una foto indimenticabile, la sera prima che accadesse il fatto”.

Di questa foto ne scrive Roberta sul suo profilo facebook: “Eri felice con questi canuzzi…….. era il 10 marzo 2011, è stata l’ultima foto che ti ho fatto ….. la sera dopo chiudevi i tuoi bellissimi occhi castani a questa vita terrena e li aprivi ad una vita nuova in una casa nuova che non ricordavi ma che ti ha accolto con l’immenso amore di Nostro Padre”.

Ora Angelo un po’ si commuove, un po’ si vergogna con la rudezza che è l’ultima difesa degli uomini buoni. Squilla il telefono. Qualcuno dall’altra parte chiede notizie dello spettacolo. Le lacrime diventano un sorriso. Forse è vero che esiste una luce che ci sorveglia e guida i nostri passi. Forse è vero che non ci ha mai lasciati soli da quel giorno che non dimenticheremo. Il giorno di Livia che non è mai andata via.

 

 


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