Minacce e incendi nel calatino |"Hai vinto la gara, pagami" - Live Sicilia

Minacce e incendi nel calatino |”Hai vinto la gara, pagami”

Da sx gli imputati: Oliva, Compagnino e Cicero

Condanna per i tre estortori che avevano seminato il panico tra le aziende che operavano nelle campagne del calatino.

CATANIA – Erano diventati l’incubo per diversi imprenditori del calatino: ma con l’operazione Venom 2, eseguita nel 2013 dai carabinieri di Palagonia, il gruppo di taglieggiatori finì in manette. Felice Cicero, 30enne di Caltagirone, Roberto Saitta, 38enne di Castel di Iudica, Febronio Oliva, 52enne di Palagonia, e Francesco Compagnino, 41enne di Ramacca. Ora per tre di loro (Cicero, Oliva e Compagnino) è arrivata una pesante sentenza di condanna firmata dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catania.

Dall’inchiesta era emerso che il gruppo di criminali, tra cui spicca Febronio Oliva, fratello del boss di Cosa Nostra Pasquale Oliva (coinvolto nell’inchiesta Iblis), era riuscito a mettere sotto scacco diversi imprenditori obbligati a pagare il pizzo sia a titolo di “guardiania” che per evitare eventuali furti o danneggiamenti nelle loro imprese. Molti gli episodi in cui le minacce si erano tramutate in realtà: furto di automezzi, incendi di strutture e di veicoli sono solo alcuni esempi di quanto è successo alle vittime. Ed è una di loro che decide di rompere il legame di terrore e denunciare tutto. A quel punto l’inchiesta porterà all’apertura del processo appena concluso nel primo grado di giudizio.

Nel corso delle udienze sono emersi i vari episodi di estorsione. Per l’accusa Compagnino e Oliva avrebbero preso di mira i vertici di un’azienda di gestione di rifiuti. Se il titolare non avesse pagato 500 euro a titolo di pizzo avrebbe avuto “problemi grossi”, anche per la sua famiglia. I due avrebbero “chiesto” anche l’assunzione di due ragazzi. Ci sarebbero stati tre incontri: uno di interlocuzione e altri due dove il titolare avrebbe versato in totale 1500 euro. Ad un certo punto Franco Compagnino finisce in galera e interviene nell’estorsione Cicero che contatta uno stretto collaboratore dell’imprenditore. “Hanno arrestato a Franco – dice Cicero in un’intercettazione – Ora tu mi devi far conoscere l’avvocato quello della discarica. Lo voglio conoscere per il fatto dei soldi che l’avvocato doveva dare a Franco”.

E non è finita, al proprietario di un’azienda di polli viene rubato un camion e un muletto, poi ritrovati grazie all’interessamento di “alcuni amici”. Nel settembre del 2012 uno dei camion viene distrutto da un incendio. L’imprenditore, se non voleva altri danneggiamenti e furti, era costretto a lavorare solo con un certo “Giggino di Napoli”, solo successivamente ha potuto contattare altri clienti ma per fare questo doveva versare una provvigione al gruppo criminale (un centesimo per ogni chilogrammo di pollame macellato”. Queste somme dovevano essere destinate ai “ragazzi in galera”.

Un’altra estorsione è quella ai danni di un’impresa che aveva vinto una gara d’appalto a Castel di Judica. Un fatto che non sarebbe andato giù a Francesco Compagnino che nel 2010 si sarebbe avvicinato all’amministratore della ditta per “avvertirlo”: “Visto che hai vinto una gara nel mio paese, se lavori con i tuoi mezzi devi pagarmi. Dammi i tuoi soldi o non lavorerai più”. L’imprenditore, coraggioso, non cederà alle minacce. Fino a quando non saprà che Compagnino è finito dietro le sbarre.

Francesco Compagnino è stato condannato alla pena di 8 anni di carcere e al pagamento di una multa di 1.513 euro. Per Febronio Oliva la sentenza è di sette anni e quattro mesi di reclusione e una multa di 1453 euro. Tre anni, sei mesi e venti giorni per Felice Cicero (oltre a 80 euro di multa): il Tribunale lo ha assolto per un episodio di estorsione con la formula per “non aver commesso il fatto”. Agli imputati i giudici hanno escluso l’aggravante mafiosa. Compagnino e Oliva sono stati condannati a pagare una provvisionale di 3000 euro in favore della parte civile Giuseppe Azzolina Vita. Mentre Cicero e Compagnino dovranno corrispondere 10 mila euro per le altre parti civili: Salvatore Collazzo Parasiliti e Margherita Vita Bonanno, quest’ultima anche nella veste di rappresentante legale della società “Gruppo Bonanno srl”. Le motivazioni della sentenza saranno depositati entro 90 giorni.

 


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