Catania sfregiata - Live Sicilia

Catania sfregiata

Il presidente Pulvirenti si dichiara estraneo e pronto a dimostrare la sua innocenza, ma nel cuore dei tifosi questa inchiesta segna la fine di una storia.

CATANIA – Fa male. Inutile fingere altri sentimenti. Perché la realtà spesso si incarica di superare la più fervida delle immaginazioni. Così, una tifoseria che in questi due anni si è lacerata sul giudizio da dare sulla gestione Pulvirenti-Cosentino – tra coloro i quali li descrivono come gli affondatori del Catania e quanti, memori delle otto stagioni consecutive in serie A, li hanno difesi spesso sfidando l’evidenza dei fatti accaduti negli ultimi mesi – oggi si ritrova davanti al fatto compiuto di uno scandalo che va oltre i demeriti di una gestione chiacchierata.

Infanga due colori che, negli ultimi vent’anni, hanno significato per una tifoseria qualcosa in più, di una semplice squadra di Calcio. Hanno voluto dire resistere contro i soprusi e le angherie dei palazzi del calcio, con la tentata radiazione del 1993 e la ripartenza dall’Eccellenza, attraversando i campi polverosi di mezza Italia; con il caso Martinelli del 2003, quando si tentò pure di modificare leggi e gli assetti della giustizia sportiva per mandare il Catania in C. Allora la tifoseria, ma più che la tifoseria una intera cittadinanza, si ritrovò compatto a marciare a fianco della squadra, a urlare il suo Non ci sto! contro i potenti del calcio.

Ma oggi è diverso: i dirigenti del Catania che, con delle trame da magliari, organizzano la compravendita di partite (stando alle accuse) per salvare la categoria messa a rischio da una gestione societaria dilettantesca e sciagurata, e poi ci scommettono pure sopra lucrandone un utile, compiono un atto miserabile che getta uno schizzo di fango su venti anni di lotte, di vittorie e sconfitte, di cadute e momenti terribili – il 2 febbraio e la morte dell’ispettore Raciti su tutti – affrontati assumendosi sempre le responsabilità degli errori e pagandone il prezzo, ma potendo rivendicare il carattere cristallino di una militanza lontana dagli illeciti e dalle porcherie del Calcio. Per questo i primi ad essere vittima di questo scempio sono i tifosi. Quei tifosi che da un anno denunciano la malagestione del Catania, e che vedono offeso mortalmente il rigore morale con cui hanno sempre condotto le loro battaglie.

E’ questo lo strappo che si è consumato. Il più grave di tutti. Oltre i fatti e le conseguenze di carattere penale (in capo ai responsabili) e sportivo (che ricadranno sul Catania). Il presidente Pulvirenti si dichiara estraneo e pronto a dimostrare la sua innocenza, ma nel cuore dei tifosi questa inchiesta – nata da una denuncia di presunte minacce subite dallo stesso Pulvirenti – segna la fine di una storia. E lo fa nel modo peggiore possibile. Anche se rimarrà in sella, per qualche mese o magari per qualche altro anno, si chiude definitivamente il sipario sul rapporto tra gestione Pulvirenti e tifosi. Con questi ultimi pronti a sostenere il Catania dovunque ricomincerà il suo percorso.

(Luigi Pulvirenti, scrittore e giornalista, co-autore del libro Quandosaremo tutti nella Nord)


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